Tratti No-Kill: i polmoni del fiume!

15 Febbraio 2010

Parte finale del nuovo tratto catch and release sul Piave a Sappada
Tratti No-Kill: i polmoni del fiume!
Molti pescatori a mosca sono piuttosto critici nei confronti della limitata estensione della maggior parte dei tratti no-kill. Infatti queste zone hanno una lunghezza media che va da un minimo di seicento metri, ad un massimo di due chilometri.
E‘ovvio che sarebbe bello avere un fiume TUTTO “no kill”, ma i tempi - ahimè- non sono ancora maturi.
Per adesso è preponderante il pensiero che sarebbe preferibile avere un tratto specifico abbastanza lungo dedicato alla pam, piuttosto che tanti tratti no-kill dalla dimensione limitata.
Considerando il “mio” fiume, il Piave, ho calcolato che, dalle sorgenti fino alla provincia di Treviso, ci sono circa una decina di chilometri di zone no-kill, per un totale di circa cento chilometri di Piave.
A questo punto, se mi chiedessero se non sarebbe meglio avere un unico tratto lungo dieci chilometri, io risponderei di no, proprio perché queste zone no-kill disseminate lungo il corso del fiume rappresentano dei veri e propri polmoni fondamentali per mantenere vivo il Piave lungo il suo percorso fin oltre la provincia di Treviso.
Ricordo che qualche anno fa i cormorani avevano quasi totalmente annientato la popolazione di temoli del Piave nel bacino di Perarolo. Si salvarono solo quelli della confinante zona catch and release perché, anche se tardivamente, il tratto venne nastrato. In meno di tre anni, nella libera, si è ricreata una popolazione di temoli di tutto rispetto, proprio grazie ai sopravvissuti della zona catch and release!
E‘ovvio che sarebbe bello avere un fiume TUTTO “no kill”, ma i tempi - ahimè- non sono ancora maturi.
Per adesso è preponderante il pensiero che sarebbe preferibile avere un tratto specifico abbastanza lungo dedicato alla pam, piuttosto che tanti tratti no-kill dalla dimensione limitata.
Considerando il “mio” fiume, il Piave, ho calcolato che, dalle sorgenti fino alla provincia di Treviso, ci sono circa una decina di chilometri di zone no-kill, per un totale di circa cento chilometri di Piave.
A questo punto, se mi chiedessero se non sarebbe meglio avere un unico tratto lungo dieci chilometri, io risponderei di no, proprio perché queste zone no-kill disseminate lungo il corso del fiume rappresentano dei veri e propri polmoni fondamentali per mantenere vivo il Piave lungo il suo percorso fin oltre la provincia di Treviso.
Ricordo che qualche anno fa i cormorani avevano quasi totalmente annientato la popolazione di temoli del Piave nel bacino di Perarolo. Si salvarono solo quelli della confinante zona catch and release perché, anche se tardivamente, il tratto venne nastrato. In meno di tre anni, nella libera, si è ricreata una popolazione di temoli di tutto rispetto, proprio grazie ai sopravvissuti della zona catch and release!
Angelo Piller (Angelo) |