Riccardo Carrara

Le INTERVISTE di PIPAM
di Valerio BALBOA Santagostino

Valerio “BALBOA” Santagostino pone le sue domande a:

RICCARDO CARRARA


Ph. Alo Belluscio
BIOGRAFIA

Riccardo nasce a Foligno nel 1963, dove ha vissuto per 31 anni. In seguito si trasferisce a Torino per lavoro, rilevando il negozio con il quale aveva rapporti di lavoro.
Alla fine degli anni 80, Claudio, professore di educazione fisica, Riccardo, con un impiego nel settore alberghiero e Walter, caro amico comune e proprietario di una palestra, decidono, seppur giovanissimi, di aprire il primo negozio ORVIS a Foligno.
E da questo punto vendita parte la loro avventura da imprenditori nella pesca a mosca. Entrano in affari con Teresio Felizatto e la cosa comincia a funzionare.
Nel 94, Teresio cede per motivi di salute il suo negozio e l’importazione di Orvis ai due fratelli Carrara, e Riccardo si traferisce a Torino per seguirne le vendite.
Riccardo viene scortato fin da bambino sui fiumi del Centro Italia (Topino, Nera, Tevere e i vari laghi marchigiani) da Claudio, maggiore di cinque anni, e dal babbo, che trascura a malincuore la caccia per assecondare i suoi due marmocchi insistenti.
All’inizio praticano la pesca tradizionale, la canna fissa, lo spinning, per poi convertirsi definitivamente, nel 1986, alla mosca.
Gestisce il punto vendita di Torino dal 1994 e segue la distribuzione del brand ORVIS CO nel Nord Italia.
Da tre anni è Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di FCI (Fly Casting Italia).

Meeting aziendale Orvis, UK, 1991
V:  Ciao Coach, allora…come stai?
Grazie di avermi ricevuto nel nuovo negozio di Torino, molto bello, complimenti. Sono un pò acciaccato, ma accendi lo stesso l’aria condizionata
Dai, entriamo subito nel vivo con una bella domanda.
Cosa pensi del lancio?


R:   Il lancio è fondamentale, è la base della nostra passione. Senza lancio non si sta pescando a mosca. Ci ho dedicato gran parte della mia vita, ma senza mai estremizzare con concetti astrusi e incomprensibili. Ai miei allievi cerco sempre di parlare in maniera semplice. Poi, se vogliono progredire e specializzarsi entriamo nel merito.
V:  Quindi le tecniche di ninfa corta?

R:   La mosca è una pesca di qualità. Non trovo quindi che quelle tecniche sposino bene questo concetto. Sono legate al mondo delle competizioni ed esclusivamente alla cattura.
V:  Ma allora anche a hucho hucho o a lucci ad esempio, jiggando con un’esca da 10-15 grammi, siamo poco ortodossi.

R:   Infatti, sono forzature. Se non sei pervaso dal demone della cattura “a tutti i costi”, si riesce a rimanere nei parametri dell’eleganza e della filosofia della pesca a mosca. Però la gente vuol catturare sempre. E’ un concetto sbagliato per i neofiti. Non deve passare quest’idea. C’è sicuramente un adattamento ai nuovi ambienti, dovuto alla rarefazione delle schiuse. E pure un adattamento ai nuovi pesci insidiabili a mosca e al numero abnorme di riserve, dove i pesci non si comportano più da pesci. Ma chi ha un negozio deve stare attento, altrimenti si rischia di sfornare pescatori che non saranno mai pescatori a mosca. E poi tutto questo solo ed esclusivamente per fare qualche “vendita” in più ...?
V:  Qual è il tuo lancio preferito?

R:   Il reach cast senza dubbio, che utilizzo nei miei ambienti preferiti, come in Dora, in Gacka e tutti i grandi fiumi che sono la mia grande passione. Al secondo posto metterei i raggruppati, i curvi, etc...
V:  Reach primo posto anche per me. Cosi al volo, conto mentalmente una decina di scuole di lancio, delle quali più della metà insegnano la TLT o comunque lanci con attrezzature leggere...che ne pensi?

R:   Ne ho frequentate alcune, c’è del buono, è innegabile, ma forse tendono ad estremizzare un po’ troppo i concetti che di per se sono semplicissimi. Di una cosa sono certo, non possono essere l’approccio per un neofita. Ritengo che una Scuola di Lancio debba avere e insegnare delle basi semplici, non complicate; colui che si avvicina deve essere invogliato, agevolato, non messo in difficoltà. Fortunatamente, agli esordi, ciò era molto più accentuato…oggi qualcosa sta cambiando.
V:  Hai un neofita che entra nel tuo negozio...che attrezzatura gli suggerisci per iniziare?

R:   Per prima cosa gli chiedo dove abita e dove vorrebbe pescare. Qui in Piemonte, con una bella 9 # 4 ci fai un po’ di tutto.
V:  Sei il CT della Nazionale FCI, parlami un po’ di questa avventura, come è iniziata e dove vuoi arrivare.

R:   : E’ iniziata dalla mia grande passione per il lancio. Qualche anno fa ero nel circuito UNPEM. Vinsi anche un Campionato Italiano al Torrettone (n.d.r. : località in Provincia di Milano). Poi, 3/4 anni fa c’è stata la rinascita del movimento lancio tecnico. Mi sono chiesto come mai nessun Italiano partecipasse alle competizioni internazionali. Sono andato all’estero a vedere cosa c’era al di là dei nostri confini. Ho incontrato alcuni membri dell’ ICSF (International Casting Sport Federation) e mi sono accorto che avevano regolamenti completamenti diversi dai nostri, oramai adottati da tutte le nazioni facenti parte.

Congresso ICSF, Polonia 2017, con il Presidente Kurt Klamet

Se vuoi andare più lontano, devi vedere cosa c’è in giro.
In seguito, grazie alla FIPSAS, a Renato Pellò, Giorgio Filippone e Gianni Maffiotto, abbiamo organizzato il primo Campionato Italiano sperimentale nel 2017 e da li è stata rinascita del Fly Casting Italiano.

Una prova dell’FCI, Versilia, 2019
V:  Possiamo essere oramai competitivi con gli stranieri o c’è ancora molto cammino da fare.

R:   Certo che si. Se penso che all’inizio non avevamo neanche le code per la Sea Trout. Poi sono venute le gare Indoor, come Tallin ( n.d.r. : il gruppo italiano quest’anno si è portato a casa 15 medaglie ! ), altri Campionati Italiani e il Mondiale in UK, al quale non avevamo mai partecipato e dove abbiamo preso i nostri schiaffoni, ma sono stati molto utili…complici anche condizioni meteo estreme a cui non siamo abituati; ma ci siamo subito messi all’opera non appena sbarcati dall’aereo al ritorno . Sicuramente c’è ancora tantissimo da fare, ci sono investimenti in attrezzature costose, in code da testare, in stage da fare, etc…ma posso contare su di un gruppo di persone fantastiche, su questo non c’è dubbio.

La Nazionale Italiana ai Mondiali in UK, 2018


La fortunata spedizione a Tallinn, Estonia, 2019


Il secondo stage con Tellis Katsogiannos
V:  Perché quando si parla di distanza, la gente ti dice subito...
-“ tanto non serve”- ?


R:   Non crederci, perché tutti ambiscono alla distanza, al tutto coda, quello reale, disteso, effettivo ! Spesso si sente dire oggi -“ho pescato a tutta coda”-…non è proprio cosi ! E’ vero, può non essere indispensabile lanciare lungo, ma se lanci bene lungo, con padronanza e consapevolezza, sul corto lanci benissimo, in tranquillità e in scioltezza. Allora si che usare canna, coda e mulinello é davvero un divertimento ! Poi ci sono delle pesche dove la distanza fa la differenza, eccome ! Non parliamo poi delle bollate lontane, tipo le bollate al terzo ponte del Gacka, ad esempio. Sei tranquillamente ben oltre i 25 metri…vedi tu, e non sul prato con l’erbetta tagliata come un campo da calcio.

Sul Gacka, il mio fiume preferito
V:  Come è cambiata la pesca a mosca in Italia rispetto ai tuoi tempi?

R:   E’ cambiata perché sono cambiate le condizioni. Un tempo sul Soca, sull’Idrica bassa, sul Gacka e sulla Dora, c’erano delle schiuse pazzesche. Gli ambienti si sono modificati a causa delle piene disastrose e ancora peggio per imperizia di chi dovrebbe essere preposto a porre rimedio a tutto ciò, che non fa nulla ed i corsi d’acqua si impoveriscono sempre di più. Ora ci sono più pescatori a mosca da riserva, che pescatori da acque libere. Hanno poco tempo oppure non vogliono dedicarne abbastanza. Vogliono il pesce grande, e quando vogliono loro. Posso tollerarlo, capita spesso anche a me di frequentare queste “situazioni” di pesca, ma ribadisco che la pesca con la “P” maiuscola, è un altra cosa. E questo andrebbe ben spiegato. Vorrei che sia chiaro che non sono contro le “riserve”. Dico solo che mi auguro che possano essere sempre più ad ampio respiro, puntando alla qualità più che alla quantità. Ed ecco allora che l’educazione del “Pescatore” è fondamentale ! Si dovrebbe tornare a essere nel posto giusto nel momento giusto. Capisco che comporta delle scelte, dei “sacrifici”, ma andare a pescare non è un obbligo.

Luccio del Vindel, Lapponia Svedese
V:  Cosa pensi del No-kill?

R:   Discorso molto complesso. Parlando di acqua dolce io lo pratico da tanto tempo perché voglio il pesce nel fiume e non amo mangiarlo. Ma certi concetti andrebbero rivisti. La coscienza, questo è importante. Il moschista, e non solo lui, dovrebbe essere formato nel rispetto dell’ambiente. Nella grande consapevolezza del mondo in cui si muove, in cui interagisce: a maneggiare bene i pesci, agli ami barbless…io quando vedo ad esempio i temoli senza bargigli, mi incazzo. Se però, in un determinato contesto e a certe condizioni, un pescatore si vuole tenere un pesce, se lo tenga pure. Occhio alla Germania e alla Svizzera…dove il no-kill è proibito.

Brown del Test River, Hampshire, UK
V:  Qual è la pesca che preferisci?

R:   La pesca alla trota a secca, senza dubbio. Adesso però mi sono anche appassionato bene bene al salmone atlantico; perché, guarda caso, anche questa è un pesca basata più sulla qualità che sulla quantità, che poi in definitiva, è la mia filosofia di vita.

Quebec, Canada, 2018


Crew del Wedge Hills Lodge, Norther Quebec, Canada
V:  Abbiamo gli stessi gusti Preferisci pescare in acqua dolce o acqua salata?

R:   L’acqua salata mi da emozioni, come quando sto sulle mangianze, ma la dolce!
Ora poi che ho preso la malattia del Salar !
V:  Il paese che ti ha lasciato il segno?

R:   Gli U.S.A., con il Montana, l’Idaho, il Wyoming…e a seguire il Canada…con il Quebec…che posti…e che acque !
V:  La cosa che ti da più fastidio di tutte?

R:   Sono molto tollerante...non me ne viene in mente nessuna.
V:  E pure saggio!
Ti piace costruire?


R:   No, però mi piacciono le belle mosche. Sono molto selettivo, non uso tanti modelli, ma devono avere i criteri costruttivi e i materiali sempre più difficili da reperire, che piacciono a me. Bada bene: non mi piacciono i modellini. Pesco con mosche di tanti amici, bravissimi costruttori, come Massimo (n.d.r.: Clini), Gherardo (n.d.r.: Zambelli), Enrico (n.d.r.: Mondo) e Gigi (n.d.r.: Rizzo). Ho questa fortuna. Quando mi rubarono tutto dall’auto, Gherardo si presentò da me con una scatolina piena di nuove mosche. Un gesto che non dimenticherò mai.
V:  : Il “nostro” Enrico Mondo?

R:   Si certo proprio lui. Non lo sapevi? Oltre a lanciare bene, ha una gran mano.
V:  L’ingegnere non mi stupisce mai abbastanza! Che altri hobby hai oltre la pesca?

R:   La fotografia e i viaggi. Ora l’ FCI: mi piace il gruppo, l’impegno che ci mettono...
V:  In tanti anni hai conosciuto molti pescatori/personaggi, uno in particolare…o un fatto divertente…

R:   In tutti questi anni di vita nel “mondo” della pesca a mosca ho avuto la fortuna di conoscere tantissimi “personaggi” più o meno famosi ai più. Ho vissuto grandi momenti sul Nera con Roberto Pragliola. Di lui ricordo la passione con la “P” maiuscola della pesca a mosca…più che altro…lo vedevi nella scelta del finale, della mosca, nell’approccio al fiume. Ricordo anche con grande piacere l’incontro alla fiera di Verona, nel 94, con Mel Krieger, personaggio immenso, ma umile e intelligente. In quell’occasione passai la certificazione dell’ FFF. Non posso certo dimenticare il mio primo maestro di canna a due mani, Alastair Gowans. Non finirò mai di essergli grato per avermi dato le basi solide per crescere in questa affascinante tecnica.

Con Mel Krieger e Armando Quazzo, Verona, 1994



Il primo corso a due mani con Alastair Gowans


Ph. Alo Belluscio
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V:  Chi pesca meglio o lancia più lontano fra te e tuo fratello?

R:   Claudio ha delle qualità differenti da me. Ci siamo formati insieme nelle acque del centro Italia, dove lui è certamente un punto di riferimento per tantissimi appassionati. Io frequento invece abitualmente i grandi fiumi del Nord Italia, dove vivo. Probabilmente, in questi spazi, gli do più filo da torcere. Di sicuro amo sperimentare di più io, come ad esempio il mondo immenso della due mani.

Con Claudio, il fratello maggiore
V:  Lui però mena forte...se gli dai fastidio .

R:   E parecchio pure! E’ stato un discreto boxer da giovane. Te l’ho raccontata quella volta che abbiamo fatto recupero crediti?

 

V:  No, racconta...

R:   Un tizio ci doveva dei soldi. E’ entrato nel nostro stand durante una fiera. Noi l’abbiamo riconosciuto ma lui ha negato di essere quella persona. Allora quando è uscito, recuperato il numero di cellulare, l’abbiamo chiamato. Una volta scoperto, è fuggito. L’abbiamo raggiunto e l’incasso è stato fatto all’istante .
Probabilmente avevamo delle facce che non lasciavano alternative.

In compagnia di Claudio a Clearwater House Orvis Headquarter, UK

 

V:  Bhè dai, siete una bella coppia di fratelli, e vi compensate a vicenda…e poi andate d’accordo, qualità sempre rara, bravi!
Domanda di cultura generale...la mosca che praticamente è presente quasi dovunque e tutto l’anno?


R:   Baetis Rhodani

 

V:  Ottimo! Esame passato. Hai due splendide ragazze e una compagna molto giovane, un harem praticamente...ti viziano?

R:   Si certo, e sono la ragione della mia vita. Sono un uomo fortunato e come è risaputo dietro ad un uomo (più o meno grande) c’è sempre una grande donna. Io ne ho tre !

In questa bella foto Riccardo è in compagnia della fidanzata Sara, delle due figliole, Sara e Anna, e al fidanzato della grande, Michele.
V:  Possiamo dare uno “scoop” ai lettori? Ti sposi?

R:   E’ nei programmi…assolutamente.
V:  Cosa ne pensi dei “forum”?

R:   Sono sempre stato un po’ distante dai forum. La cosa che detesto è che sono anonimi. Credo che in certe situazioni manchi l’attendibilità. Si dovrebbe mettere il nome e la faccia.
Se però mi parli di informazioni, sono di grande aiuto...sempre che le diano attendibili .
V:  Un pensiero o un augurio per gli amici di Pipam?

R:   Litigate di meno e appassionatevi sempre di più alla pesca a mosca, anche se capisco che, dove c’è baruffa, gli indici d’ascolto salgono. E un sito vive anche di questo.
V:  Grazie Coach, ci vediamo a Torino, ai Campionati Italiani a Squadre di Settembre.

R:   Grazie a te




Valerio Santagostino (BALBOA)

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