USA - Colorado - parte 1 - Basalt Area


  Aprile 2019               
USA - Colorado - parte 1 - Basalt Area

Testo e foto di Beppe Saglia (Beppe S.)
Tempo di lettura: 14 minuti
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Per me, Andrea, Mauro, Ruben e Alberto, il Colorado è iniziato sei mesi prima dell’effettiva partenza, e come spesso accade, la parte preparatoria è stata altrettanto bella e intrigante rispetto al viaggio stesso.

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Con il pretesto di documentarci, studiare l’itinerario, prenotare i soggiorni, ripassare un po’ d’inglese e soprattutto di costruire le mosche giuste, ci siamo trovati una sera a settimana e per alcuni mesi, a casa di ciascuno dei partecipanti.

All’inizio si faceva una pizza veloce e poi via a leggere e navigare, alla fine si mangiava e si beveva per tutta la sera. Il confine tra pesca e convivialità è molto labile per noi ...

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Poi arriva il D-Day e parole, speranze, illusioni cedono il campo alla realtà.

Il viaggio di andata si brucia in giornata complice il fuso favorevole.

Partenza al mattino presto per Milano, volo su NY e successiva coincidenza per il Colorado con arrivo a Denver alle 22,30. Noleggio auto, e a mezzanotte siamo in Hotel.

Ma prima della sospirata dormita è d’obbligo una visita mirata ad uno dei tanti pub. Una generosissima Guinness è ciò che ci vuole per iniziare bene la vacanza.

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Il viaggio da Denver a Basalt (circa 300 km che richiedono 4 ore di guida, in America è meglio non scherzare con i limiti…), pur svolgendosi in buona parte in autostrada, è tutt’altro che noioso. Si attraversano le Rocky Mountain con scenari man mano più naturali e paesaggisticamente gratificanti.

Il concetto di altezza è assai diverso dal nostro. Si sta quasi sempre sopra i 3000 metri, ma complice la vegetazione e anche le strade a tre corsie *8), si ha l’impressione di essere molto più in basso.

Si costeggia a lungo l’Eagle River e da Dotsero in poi il Colorado River. A Glenwood Spring si svolta a sinistra e si risale la valle del Roaring Fork sino a Basalt.

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Da Basalt a risalire si costeggia per 25 km il Fryingpan sino al Ruedi Reservoir, uno dei tanti enormi bacini artificiali da cui originano le più famose tail water americane.

E’ un tratto di fiume spettacolare (tanti testi lo indicano come il fiume più bello del Colorado), che scorre in una valle caratterizzata da un lato da estese e verdissime foreste, e dall’altro da costoni rocciosi che si ergono verticali da terreno brullo e cespuglioso.

Il fiume è selvaggio, pur essendo costeggiato da una strada; assolutamente naturale sia nelle sponde che nella popolazione ittica.

Gli accessi sono facili ma bisogna stare molto attenti ai numerosi tratti privati, in genere tutti ben segnalati da cartelli o da staccionate con la poco amichevole scritta “No trespassing”.

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Non vedevo l’ora di provare la nuova Winston personalizzata per gli istruttori FFF recapitatami presso l’hotel di arrivo. Una canna “all round”, anzi, per gli americani “la canna”.

Una 9’ #5 bianca (come potevo non acquistarla…) con bellissime finizioni verdi metallizzate, rivelatasi poi una canna rapida, con un’azione progressiva e a mio avviso leggermente più potente del dichiarato.

L’ho usata in alternativa ad una Pozzolini TRT 7,6’ #3 (in ambienti ristretti) e ad una CTS montaggio Jaja 10’ #2 (per quelle poche volte che sapevo che avrei pescato anche a ninfa).

Come mulinelli son rimasto fedele ai collaudatissimi ed impareggiabili PEUX.

Per trasportare comodamente sia la 7,6’ in 3 pezzi che la 10’ in 4 pezzi ho acquistato un capiente e comodissimo borsone conforme agli standard internazionali (https://www.eastpak.com/it-it/valigie-c140/leatherface-l-constructed-black-pEK14B46Q+00+999.html).

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Sistemati in un bel B&B stile country, prendiamo le ultime news dal proprietario (ovviamente pescatore a mosca, ma chi non lo è in questo posto??!!) e ci fiondiamo in acqua. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Tratti a corrente sostenuta, lunghe spianate, meandri a filo prato, buche profonde e raschi guadabili. Il fondo caratterizzato da roccia e pietre rosse è stabile i poco scivoloso.

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Io amo i sottoriva e i primi lanci in ogni dove sono riservati a loro. Poso la mia sedge a filo d’erba e al terzo passaggio la prima Brown sale decisa, illudendomi che la pesca sia molto facile. In realtà, specie a sera con l’aumento degli insetti, la selettività è stata notevole e le catture si sono dovute sudare tutte!

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Siamo in posto da favola, nessun altro pescatore, temperatura ideale, poche zanzare, le bollate non le vedi quasi più ma le senti… e chi ci schioda dal fiume?!

Oltretutto l’airbnb dove siamo sistemati, dispone di cucina e di barbecue esterno, il che ci consente di poter cenare in tutta tranquillità anche a tardissima ora. (https://www.airbnb.it/rooms/6346238?wl_source=list&wl_id=285114037&role=wishlist_owner&check_in=2018-07-11&guests=5&adults=5&check_out=2018-07-14&source_impression_id=p3_1562346948_EkYPbmAtXvEu4eFf)

Le Raimbow e Brown condividono il fiume più o meno in uguale numero e in uguale taglia.

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La parte alta del Fryingpan, subito sotto l’uscita della dam, per quanto meno bella, è la più gettonata dai pescatori a mosca, che la affollano sin dalle prime ore del mattino. Il motivo è molto semplice. Nelle prime profonde pozze stazionano trote di taglia notevole, ingrassate dal flusso costante di cibo proveniente dall’invaso. Si tratta di minuscoli gamberetti biancastri, denominati “Mysis” e di piccoli midge.

La tecnica che la fa da padrona è la pesca a ninfa con strike indicator (in realtà grossi galleggianti tondi con anellino a vite per il bloccaggio del filo, inguardabili ma molto funzionali), piombatura e ninfe minuscole.

Io mi sono incaponito ad usare la secca, e qualche trota si è fatta convincere da grosse Cernobyl ant, anche se la taglia non è stata minimamente paragonabile con quelle allamate da chi pescava sotto.

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Quando ho visto questo pesce allamato da Andrea saltare fuori dall’acqua mi è un uscito spontaneo urlare: “Cutthroat”!!, invece era un’illusione. Questa trota nativa che ho avuto la fortuna di pescare in buon numero ed in ottima taglia nel Montana e nello Yellowstone Park, è purtroppo in forte rarefazione in Colorado e la si trova in taglie medio piccole solo in poche acque, spesso minori.

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Momento storico. Dopo 40 anni di pesca a mosca mi son comprato il mio primo guadino. Scherzando (ma non troppo) ho sempre sostenuto essere un attrezzo da finocchi. MI piace credere che la lotta con il pesce sia ad armi “quasi” pari, compreso il momento finale. Ma sotto la spinta degli amici, di alcuni regolamenti, del riguardo per il pesce in posizioni a volte impossibili, e della bellezza del prodotto trovato in uno dei fornitissimi fly shop di Basalt, ho fatto il salto. Poi in realtà non è stato per nulla amore. Il più delle volte non l’ho usato, o l’ho usato malissimo, mi sentivo impacciato e un po’ ridicolo. Ma tant’è …

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Il Roaring Fork a valle di Basalt è un fiume di buona portata. Scorre in una valle man mano sempre più ampia ed è caratterizzato da lunghi riffle intervallati da qualche spianata. Si presta bene a tutte le tecniche di pesca a mosca, compreso lo streamer.

Meno bello paesaggisticamente è altrettanto ricco di pesci.

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Come il Fryinpan, da cui riceve le acque. anche il Roaring Fork è una Gold Metal Fishery.

Ovvero un fiume classificato come uno dei 10 migliori dello stato. GMF significa altissima qualità di pesca, pesci naturali al 100%, assenza di immissioni, anche di avannotti (ammesse solo dopo eventuali disastri ambientali), ottima qualità delle acque, ottima presenza di insetti e taglia dei pesci notevole.  

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Una bella fario vittima dei micidiali spiderini di Ruben. Una tecnica (la sommersa richiamata) che ha dato ottimi risultati sia su bollata che in caccia.

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L’Eagle River è stato un azzardo. Fiume non gettonatissimo dalle recensioni e dai testi, ma che ci aveva colpito costeggiandolo dalla strada per i suoi infiniti meandri.

Eravamo Indecisi se fermarci o meno e dove fermarci, finché una possente bollata vista dal finestrino dell’auto ci ha condotti al campeggio appena a valle dell’aeroporto di Gypsum.

I miei compagni di pesca si son fermati sulla prima lunga bellissima spianata a margine del campeggio, io teleguidato da quella bollata, ho con non poca difficoltà guadato il fiume e mi son portato a valle, dove lo stesso fa una curva spettacolare a 180°.

Tutto molto bello, ma attività zero e risultati in caccia nulli.

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D’improvviso verso le 18.00 scorgo le prime timide bollate. Stendo a trovare la quadra perché non vedo insetti, ma nel giro di qualche minuto arrivano le rondini, le effimere e quindi le sedge.

Il tutto dura sino a sera, anzi l’attività aumenta e le catture si susseguono numerose. Escono trote interessanti, superiori alla taglia dichiarata nei testi (si perché negli USA è consuetudine sui siti internet e sui libri di settore, stabilire taglia media e massima dei pesci in ciascun corso d’acqua, e spesso anche la densità dei pesci per unità di lunghezza del fiume).

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Peccato dover smettere prima del dovuto causa rifacimento guado a rischio.

È stata l’occasione per fare ancora due lanci con gli amici che a sera si son divertiti anche loro (anche se l’intensità della schiusa e l’attività dei pesci, a distanza di meno di 500 mt è stata nettamente minore).

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Il Colorado non è solo pesca, ma anche e soprattutto natura. C’è di tutto, da lussureggianti foreste a paesaggi semidesertici, da montagne innevate a costoni rocciosi e brulli da cui sembra impossibile che non compaia un indiano a cavallo con arco e frecce. E pascoli infiniti, tutti recintati.

Ecco dovessi emigrare in quel paese credo mi metterei a vendere filo spinato… ⯑

E tanti animali, dove meno te li aspetti!

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Alcune informazioni:

I principali costi del viaggio per ogni singolo partecipante all’incirca sono questi:

Volo, compresa assicurazione, Esta, etc., € 1000,00

Noleggio auto (2 per 5 persone per 15gg) € 250,00

AIRBNB € 40,00 a notte circa

Licenza di pesca ANNUALE € 90,00

Carta telefonica € 15,00

A cui vanno aggiunti i costi del carburante (molto meno caro che in Italia ma le macchine bevono decisamente di più), del cibo (più o meno come in Italia), e delle spese di pesca, mosche e attrezzatura varia che stante gli ottimi prezzi che si spuntano, diventano una voce molto importante!

I Fly shop sono frequentissimi, e non mancano mai a margine dei fiumi migliori. Sono ben forniti e i prezzi sono super convenienti. I gestori sono preparati e gentili, e anche se tendono a fornire servizio guida, a fronte dell’acquisto di qualche mosca o di qualche gadget, sono prodighi di informazioni.

Ringraziamenti.

E’ doveroso un grazie a chi mi è stato di aiuto nella programmazione di questo viaggio.

Tanti amici, ma su tutti tre persone, gentili disponibili e competenti: Cataldo Bianco, Fabrizio Delpiano e Davide Fiorani.

Grazie davvero.

Prossimamente:

Colorado

2° parte Gunnison Area

 

Beppe Saglia (Beppe S.)
© PIPAM.it

 

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