Pinna rossa si o no?

27 Novembre 2008

Pinna rossa si o no?
Nonostante l'aspetto apparentemente innocuo, negli ultimi giorni il pesce della foto (il famigerato temolo "pinna rossa") ha fatto molto parlare di sè sul forum di Pipam!

Poichè molti hanno espresso la loro opinione a proposito delle immissioni di questi pesci, voglio provarci anch'io, pur sapendo che le mie vecchie letture di libri di zoologia e biologia animale (all'Università avevo anche passato l'esame di etologia) non fanno certo di me un ittiologo.

In ogni caso mi sono un po' documentato e ho scoperto che nel mondo esistono 5 specie di temoli:
- Thymallus articus, diffuso in Alaska e nel nord ovest del Canada e alcuni Stati settentrionali degli USA.
- Thymallus brevirostris, diffuso nella zona nord occidentale della Mongolia.
- Thymallus jaluensis, diffuso in Siberia e in Corea e nei bacini montani del Missisipi negli Usa.
- Thymallus nigrescens, diffuso nel Lago Kogosol (Asia centrale) e nei suoi tributari.
- Thymallus thymallus, il temolo europeo.
Quindi, quando parliamo di temolo padano e temolo danubiano, in realtà parliamo sempre di un'unica specie, cioè Thymallus thymallus. Il temolo pinna blu, nonostante le indubbie peculiarietà comportamentali e cromosomiche, non fa specie a sè.
Assodato questo, mi pare lecito dire che, se vengono immessi temoli pinna rossa dove prima erano presenti i blu, l'ecosistema non viene stravolto come se venissero introdotti i siluri in un lago dove sono presenti i lucci! In quest'ultimo caso i lucci si troverebbero a dover fronteggiare un nuovo ed imprevisto concorrente che altererebbe pesantemente gli equilibri mentre nel primo il temolo danubiano andrebbe a ricoprire la stessa nicchia ecologica prima occupata dall'altro timallide.
Inoltre ho l'impressione che, laddove il temolo slavo prospera anche in ambienti un po' compromessi, le popolazioni del nostro pinna blu faticano a riprendersi anche in luoghi apparentemente ancora abbastanza integri. Anche nel campo della riproduzione in cattività mi sembra che, se da una parte il temolo danubiano viene ormai allevato con successo anche in Italia (vedi Valtellina), con il temolo padano si brancoli ancora nel buio.
Sono segnali che si va verso l'estinzione del leggendario pinna blu?

Personalmente credo che sia giusto fare ogni sforzo per tutelarlo negli areali che presentano ancora discrete popolazioni e habitat adatto (Valsesia "in primis") ma altresì ritengo che, dove i pinna blu sono ridotti ormai al lumicino, ipotizzare semine di temoli danubiani non debba far gridare allo scandalo.
Mi viene in mente (se ne parlava all'ultimo aperitivo monzese con Valvise e Mau52) il caso dell'Adda sublacuale. I temoli sembrano essere diventati molto rari e inoltre, nel giro di pochissimi anni se non mesi, i numerosi pinna rossa provenienti dal Brembo probabilmente colonizzeranno spontaneamente l'Adda, ibridandosi con i "negroni" superstiti. Ripeto che non sono un ittiologo ma in casi come questi è tanto sbagliato pensare a delle immissioni?
Dalle parti di Rivolta e Spino l'Adda è ancora un bel fiume, con fondali ciottolosi, schiuse importanti e trote marmorate in ripresa. Se ospitasse anche una florida popolazione di temoli, i moschisti avrebbero un vero paradiso a pochi chilometri da Milano!
Continuando a sognare un po' si potrebbe ipotizzare un No-Kill per pescatori a mosca e a spinning. Resto sempre dell'idea che, se un corso d'acqua è frequentato da molti pescatori che si divertono, è più facile che questi si affezionino al fiume, spendano soldi per permessi da reinvestire in attività di tutela, diventino una fonte di reddito per gli esercizi della zona. In parole povere si crea il "business della pesca" che ha qualche (piccola) possibilità in più di tenere lontani dai fiumi altri interessi ben più dannosi.
Scusate la lunghezza del cerchio e mi raccomando... non sparate sul pianista!

Massimo Strumia (Massimo) |