Pago, ergo Catturo!

21 Gennaio 2008

Pago, ergo Catturo!
In un recente thread del forum si è parlato di guide di pesca.
Tra i tanti argomenti si è giunti alla conclusione che il compito della guida è quello di far prendere pesci al cliente. Io pago, quindi pretendo il risultato. Risultato che nella pesca non è mai assicurato, perché sappiamo benissimo che ci sono mille variabili non controllabili.
Se un pam va a fare un corso di lancio con un “super guru”, il compito dell’istruttore di lancio è ben più facile in quanto, se sa fare il suo lavoro, inevitabilmente l’allievo ne trarrà parecchi benefici.
Ma se il pam non dovesse perfezionare il suo lancio, sarà poi in grado di rendersi conto di avere speso inutilmente soldi e tempo? Una guida di pesca, anche se molto brava, può non riuscire a far scappottare il suo cliente.
La pretesa tipicamente italiana di tante catture e di taglia è quindi in realtà una pretesa superficiale, che dimostra quanta ignoranza ci sia nella concezione di “guida di pesca”.
L’idea: “Io pago quindi devo prendere” è di per sé un modo sbagliato di porsi nei confronti della guida. Il modo più sbagliato!
Certo, la guida deve conoscere i “posti” e ti risparmia tempo prezioso. Ma se si limitasse a questi due aspetti, non sarebbe una guida, ma semplicemente un accompagnatore, che è un’altra cosa.
Se tutto va bene, tra qualche mese partirò per una settimana di pesca in Florida. Sto già sognando mille ferrate su enormi tarponi, anche se sono conscio che per catturarne uno ci vorrà un mezzo miracolo. Comunque, a parte l’aspetto cattura, io non vedo l’ora di “assorbire” tutto ciò che la mia guida potrà insegnarmi, e so che non è poco.
Perché il valore di una guida si misura soprattutto da tutto quello che è in grado di insegnare e non solo dal numero delle catture.
Nella foto: una guida italiana con un cliente americano. Il fiume è il Boite.
Tra i tanti argomenti si è giunti alla conclusione che il compito della guida è quello di far prendere pesci al cliente. Io pago, quindi pretendo il risultato. Risultato che nella pesca non è mai assicurato, perché sappiamo benissimo che ci sono mille variabili non controllabili.
Se un pam va a fare un corso di lancio con un “super guru”, il compito dell’istruttore di lancio è ben più facile in quanto, se sa fare il suo lavoro, inevitabilmente l’allievo ne trarrà parecchi benefici.
Ma se il pam non dovesse perfezionare il suo lancio, sarà poi in grado di rendersi conto di avere speso inutilmente soldi e tempo? Una guida di pesca, anche se molto brava, può non riuscire a far scappottare il suo cliente.
La pretesa tipicamente italiana di tante catture e di taglia è quindi in realtà una pretesa superficiale, che dimostra quanta ignoranza ci sia nella concezione di “guida di pesca”.
L’idea: “Io pago quindi devo prendere” è di per sé un modo sbagliato di porsi nei confronti della guida. Il modo più sbagliato!
Certo, la guida deve conoscere i “posti” e ti risparmia tempo prezioso. Ma se si limitasse a questi due aspetti, non sarebbe una guida, ma semplicemente un accompagnatore, che è un’altra cosa.
Se tutto va bene, tra qualche mese partirò per una settimana di pesca in Florida. Sto già sognando mille ferrate su enormi tarponi, anche se sono conscio che per catturarne uno ci vorrà un mezzo miracolo. Comunque, a parte l’aspetto cattura, io non vedo l’ora di “assorbire” tutto ciò che la mia guida potrà insegnarmi, e so che non è poco.
Perché il valore di una guida si misura soprattutto da tutto quello che è in grado di insegnare e non solo dal numero delle catture.
Nella foto: una guida italiana con un cliente americano. Il fiume è il Boite.
Angelo Piller (Angelo) |