Distribuzione della trota fario nei nostri fiumi



Domanda:


Approfitto di questo nuovo servizio per chiarirmi un po le idee sulla trota fario. Se fosse possibile vorrei conoscere l'area storica di distribuzione della trota fario nei nostri fiumi. Abitando nelle marche in provincia di Pesaro vorrei informazioni in particolare sul Foglia, Metauro, Esino, Cesano e poi più in generale in Italia. La trota fario risulta essere un pesce di remota immissione da parte dell'uomo o un pesce che già popolava l'appennino marchigiano?

Grazie per la cortese attenzione.

Cordiali saluti

Daniele Baldiserri




Risposta:

Caro Daniele,

La prima osservazione da fare è che la fauna ittica è sempre stata oggetto di traslocazioni. Le specie di interesse alimentare, e non solo, sono state manipolate già ai tempi dei romani. E’ stata ricostruita la storia dell’ introduzione della carpa in Italia, avvenuta ad opera dei legionari romani che trasportarono la specie dalle sponde della Morava a Roma dove venne allevata e riprodotta in vasca. Altre specie, la cui presenza in Italia non può essere spiegata dal punto di vista biogeografico, sono probabilmente state introdotte o dai romani o dai monaci (Persico reale, lota).

Per quanto riguarda la trota fario, Ippolito Salviani (1555), facendo riferimento a scritti naturalistici di autori latini, la cita nei grandi laghi e nei fiumi, sia minori che maggiori, dell’Italia settentrionale. A Roma era conosciuta con il nome volgare di “trotta”. Per quanto riguarda l’Italia centrale e meridionale, la specie viene riportata nella letteratura dell’ottocento. Secondo Sommani (1950), la trota fario era presente in tutti i fiumi a sorgenti cospicue-fredde, fino, procedendo a sud, alla congiungente i fiumi Noce e Trionto Nelle isole, di per certo era nativa sia in Sardegna che in Sicilia. In quest’ultima, venne segnalata dal Cetti (1776) e in seguito descritta come nuova specie Salmo cettii (Rafinesque Schmaltz, 1810)

Per quanto riguarda le Marche, poiché i suoi fiumi a gittata adriatica appartengono al distretto padano-veneto, le trote hanno subito sicuramente una ultimo rimescolamento durante la regressione marina dell’ultima glaciazione. I varii fiumi delle Marche, infatti, erano tributari del paleopo. Le trote autoctone delle Marche erano quindi di origini padano-venete. Tuttavia negli ultimi 50 anni, nei fiumi delle Marche sono state introdotte trote con un ritmo di 2 o più milioni di esemplari l’anno!

Notizie sulle trote delle Marche si trovano soprattutto nel recente volumetto di V. CAPUTO: “Ricerche sulla biodiversità della trota fario (Salmo trutta L., 1758) nella Provincia di Pesaro e Urbino e nelle Marche” (2003) . Quaderni dell’Ambiente, Vol. 15, 95 pp, Provincia di Pesaro e Urbino, Gestione e tutela della Acque Interne.

Altri riferimenti sono:
GABUCCI L., PARA R., POSELLI M., (1990). Pesci e crostacei d’acqua dolce della Provincia di Pesaro-Urbinio. Circolo Culturale “Naturae”, 91 pp, Con il Patrocinio della Amm. Prov. Di Pesaro-Urbino Ass. Ambiente – Ecologia.
BIANCO P.G. 1991 Sui pesci d'acqua dolce del fiume Esino. Atti Soc. Ital. Sc. Nat., 132: 49-60. BIANCO P.G. 1995. I pesci d'acqua dolce delle Marche: origini, problemi di conservazione e nuove prospettive di gestione. Atti Convegno Salvaguardia beni Ambientali delleMarche, Ancona, E.Biondi ed., pp 229-257.
BIANCO P.G. 1994. L'ittiofauna continentale dell'Appennino umbro-marchigiano, barriera semipermeabile allo scambio di componenti primarie tra gli opposti versanti dell'Italia centrale. Biogeographia, 17: 427-485.

Concludendo per rispondere alle tue domande e considerando che S.cettii (= S. macrostigma) è un semplice ecofenotipo dei brevi corsi d’acqua:

La trota fario esisteva almeno dall’epoca romana, stando al lavoro di Salviani che già distingueva la fario dal carpione e dalla mormorata.

L’ultimo evento di dispersione è avvenuto circa 15.000 anni fa, quando il paleopo raccoglieva le acque dei tributari adriatici fino alla congiungente Vomano (in Italia) e Krka (in Croazia).

La distribuzione storica della specie, comprendeva i bacini maggiori e minori dell’Italia peninsulare, fino, all’estremo sud, ai fiumi Noce (versante Tirrenico) e Trionto (versante ionico), mancando in gran parte della Calabria. Nell’Italia insulare, qualche fiume della Sicilia (in particolare il fiume Anapo) e molti fiumi della Sardegna.

Per quanto riguarda l’e sue origini, si tratta di forme recente, di recente derivazione marina, ovvero le attuali trote distribuite nei paesi e nelle isole Mediterranee, sono probabilmente derivate dalla forma migratrice, penetrata in questo mare quando era più freddo e più adatto alle specie migratrici frigofile, ovvero durante l’ultima glaciazione massima.

Le analisi genetiche confermano queste origini recenti. I popolamenti del distretto danubiano o nord europeo si distinguono da quelli mediterranei per elementi fenotipici molto variabili. Anche dal punto di vista della distanza genetica questa è molto bassa e permette di distinguere solamente “ceppi” o razze tra cui le più importanti sono quelle “Mediterranea” e quello “Atlantica”.


A.I.I.A.D. Team
P.G. Bianco

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