ITA - Veneto tour 2003

Italia    27/08/03

A "spasso" nel nordest


Testo e foto di Maurizio Chiossi

Cover.

NoKill – Belluno

Il cartello luminoso, posto all’entrata di Modena Sud, mi segnala una coda fra Borgo Panigale e S. Lazzaro come dire che d’estate fa caldo! Code a Barberino o incidente a Roncobilaccio, oppure code da Bergamo verso Milano, sono le situazioni “classiche” di chi viaggia in autostrada. Il cielo è un tappeto di nubi grigiastre e le previsioni del tempo non promettono niente di buono. Il traffico è abbastanza scorrevole, quando arrivo all’altezza del bivio per l’A14 tiro diritto per Firenze ed esco a Casalecchio per entrare in tangenziale. La lunga teoria di vetture in coda sfila alla mia sinistra, all’altezza del quartiere Lame, l’arcano è scoperto: una corriera ha tamponato una roulotte. Il cartello che indica l’ingresso dell’A13, mi dice che sono riuscito a scivolare fra le maglie di questa prova generale della partenza per le vacanze, senza aver fatto un minuto di coda. Corro verso Padova con un ghigno di soddisfazione dipinto sul muso. Sono in perfetto orario e se riesco a forzare il blocco della tangenziale di Mestre, potrò arrivare a Belluno per le 13:00. Il caldo è opprimente, alzo di una tacca la temperatura del condizionatore e mi rilasso, quest’anno le partenze “su due piedi” non sono mancate. Anche oggi, grazie alla rete di PIPAM, sono riuscito a trovare una sistemazione per la notte ed a partire per questo Veneto Tour. Dopo la serata di Belluno le scelte possibili sono: la Piccola Drava, il Brenta o un fiume Sloveno. Decideremo stasera dopo aver raccolto un po’ d’informazioni sulle acque. Strana stagione di pesca, questa del 2003, sicuramente le giornate migliori le ha regalate l’apertura. La condizione di magra dei fiumi ha tolto molto fascino alle pescate di maggio e giugno.
Scaccio i cattivi pensieri, perché non ho voglia di farmi del male pensando all’impoverimento delle falde acquifere ed ai problemi del pianeta. I ragazzi sono in partenza per i campi estivi ed i loro preparativi mi hanno dato il destro per regalarmi un paio di giorni di pesca con gli amici.
Certo che un salto in Brenta mi permetterebbe di fare un sopralluogo in vista dell’incontro di settembre con gli amici Silkers, mi ripropongo di fare il punto della situazione con PoP il giorno seguente e mi concentro alla guida. Le barriere di Mestre sono deserte, esco dall’A13 e m’infilo nel budellone mestrino con l’animo di chi ha ricevuto un regalo dal cielo
. In meno di venti minuti entro nell’A27 ed inizio la salita verso Belluno. E’ tempo di chiamare Andrea, fare una sosta per il pieno e concedermi uno spuntino
. Ho percorso 277 km, in poco più di due ore e mezzo ed ora, eccomi seduto al Bar 2000 di Levego a sorseggiare una birra fresca, a sfogliare il materiale che il gentilissimo barista mi ha consegnato.
Dopo aver compilato il tesserino della Regione Veneto ed il permesso di pesca per il NoKill Ponte delle Alpi (10 €), mi sono concentrato sul bel librettino “Pescare in provincia di Belluno 2003” che non mancherò di mostrare nell’annuale incontro con il nostro Assessore. Oltre ad illustrare dettagliatamente gli undici bacini che formano il comprensorio ed i regolamenti, vi si possono trovare informazioni sulle speci ittiche e sulle zone di riposo biologico.
Oggi pescheremo nel bacino N° 8 che comprende:

  • Piave (da Soverzene a Ponte Ferrovia)
  • Piave (da Ponte statale a Ponte Dolomiti)
  • Piave (da Lambioi al Ponte S. Felice)
  • Torrente Ardo
  • Torrente Turrita
  • Torrente Cicogna
  • Torrenti minori









Zone “No Kill”
  • NoKill Ponte nelle Alpi
  • NoKill Limana




Zona “Catch & Release”
  • Piave (Loc. Belluno)
Una fario del NK-Belluno.

Andrea arriva verso le 14:00 e ci dirigiamo immediatamente verso il Ponte della Vittoria. Il cielo minaccia pioggia e nere nubi corrono verso di noi. Completata la vestizione ed iniziato a pescare, come nella migliore tradizione alieutica, le prime gocce di pioggia iniziano a cadere. L’ acqua è velata ed alta, a causa all’apertura delle dighe, perciò scegliamo d’iniziare a pescare a ninfa. Andrea si pone poco a valle del ponte ed io alla prima curva. Monto una ninfa nera con pallina e rigatura argentea ed inizio a sondare il fondo (non prima di aver schiacciato l’ardiglione, of corse), la corrente, impetuosa sotto il ponte, qui alla prima curva, si è stemperata rallentando notevolmente. Intanto un grosso temporale sfila alla nostra sinistra senza colpire la zona in cui stiamo pescando. La ninfa inizia ad accarezzare i sassi del fondo senza molta fortuna, insisto per una decina di minuti e poi cambio strategia. Dopo una serie di lanci trasversali a scendere e tenendo la ninfa in tensione poco sopra il fondo, arriva il primo attacco ed una bella trotozza cade in trappola. Stesso lancio e poco dopo altro attacco, ma questa volta dopo avermi fatto apprezzare le generose proporzioni della pancia e della schiena, un bel trotone se ne va con la mia ninfa in bocca, peccato.
L’acqua si colora ulteriormente e decido di risalire verso il ponte, chissà, quando arriverà Beppe?

Alfio e Andrea durante il combattimento.
Guado il fiume poco sotto il ponte e vado a vedermi il tratto che mena al Ponte delle Dolomiti, peccato, con livelli d’acqua ottimali il sottoriva prometteva belle catture. Al mio ritorno vedo Andrea di “piantone” sotto il ponte, sembra un grosso gatto (mi correggo, non sembra, è un grosso gatto) che punta il sottoriva davanti a sé, leccandosi i baffi. Mi allontano cercando di non pestargli la coda, no, non quella di topo, la sua, quella di gatto! e vado a cercar fortuna nella corrente. Intanto, alla spicciolata, sono arrivati Angelo e Adriano.
La prima briglia mi regala un paio di catture ed un’altra “strappata”, mentre rifletto sulla vita e le trote, dal Ponte arrivano esclamazioni di gioia. Il gattone ha beccato un trotone della massima serietà.
Gran bel colpo, gran bella trota. Se in condizioni così avverse, questo NoKill sa regalare catture così belle, figurarsi quando limpidezza e livelli saranno al top che soddisfazioni potranno dare! Beppe nel frattempo ci ha raggiunti ed anche lui riesce ad agganciare una bella trota, a completamento di una bella giornata di pesca.

Andrea e la trota.
Ci raduniamo intorno alle auto per cambiarci d’abito. Il tramonto accende di un rosa salmone le cime dolomitiche e le nuvole che ci sovrastano. Qualcuno accende una sigaretta e come ad un segnale convenuto, s’inizia a parlare. Le chiacchiere prendono i colori dei diversi accenti regionali: Veneto, Emiliano, Piemontese e Romanesco si mescolano dando vita ad una bella tavolozza italiana. Il mio lavoro mi porta a Belluno almeno quattro o cinque volte l’anno, credo che organizzerò gli appuntamenti in modo tale da concedermi un bel colpo di sera o un bel pomeriggio di pesca. Nel panorama dei NoKill italiani, questo di Belluno spicca per anzianità, contesto paesaggistico e ricchezza di pesce.

Belluno visto dal No Kill.
Soca Alto – Bovec

Il colpo d’occhio che offrono le dolomiti a Sappada, è di quelli che non si scordano. Abbiamo raggiunto Andrea e stiamo facendo i piani per la giornata.

Le Dolomiti intorno a Sappada.
Le notizie dall’Austria non sono buone: fiumi alti e sporchi. I fiumi Sloveni più vicini al luogo dove ci troviamo sono il Soca Alto e la Sava. Optiamo per il primo e qui commetto il primo errore, mai lasciare da solo, Beppiniello nostro, con un Atlante Stradale del Touring Club! In Beppe convivono un ingegnere ed un PAM, oggi l’ingegnere ha rotto le catene e siè manifestato in tutta la sua protervia. Invece di scegliere il percorso che attraverso: Sappada, Tolmezzo, Tarvisio, mena al confine di Ratece, per poi scendere a Bovec, l’ingegnere impone di seguire la direttrice che da Tolmezzo porta al confine d’Uccea…la Valle del Resia. Al valico di Sella Carnizza, quota 1092 mt slm (alzi la mano chi ha mai sentito nominare questo posto), dopo 4 ore di viaggio e 4985 curve fatte e altrettante da fare, la ciurma (Andrea e me medesimo) ha iniziato a rumoreggiare. Al nostro passaggio, nei microscopici paesi posti sul nostro cammino (Gniva, Lischiazze, Gnivizza e Uccea), la gente si dava di gomito nel vederci passare ed alcuni di loro si domandavano come un mezzo munito di quattro ruote potesse procedere senza un tiro di cavalli.

Durante la disfida.
Gli occhi iniettati di sangue dell’ingegnere folle, costringevano canute vecchiette a farsi il segno della croce, mentre il prete apriva le porte della chiesa per dare rifugio ai suoi parrocchiani. Il mio stato psico-fisico era pietoso, al solo guardare la cartina stradale partivano conati di vomito in serie di cinque, lo stomaco aveva assunto una curvatura a gomito e la mia vescica era sul punto di esplodere. Il primo “vaffanculo” ha raggiunto Beppe, allorquando abbiamo incrociato un trattore, con agganciato il relativo traino di legna, fermo sulla strada. Tenuto conto che la strada era larga esattamente quanto l’Alfa di Beppe ed il trattore…ancor di più, mica ci voleva un ingegnere per capire che noi saremmo stati costretti ad una pausa di riflessione! Afferro il braccio di Beppe a mezz’aria, prima che riesca a suonare il clacson, mentre con il dito indice faccio segno di no. “Loro hanno trattore, loro hanno grandi braccia, meglio stare sereni e disciplinati”. Di per contro, gli amici boscaioli si stavano concedendo un coffee break e nessuno di noi si è sognato di mettere fretta ai ragazzi formato armadio quattro stagioni che componevano la squadra di lavoro.
La testa appoggiata al sedile e gli occhi socchiusi, mi consentirono di guardare Andrea attraverso lo specchietto retrovisore. Il rosso paonazzo che aveva colorato il suo viso la notte precedente, quando armato della pistola della pompa di benzina, aveva tentato un’aggressione nei confronti del distributore automatico che si rifiutava di erogare i 20 € di gasolio da lui spesi; aveva lasciato il posto ad un pallore post mortem. L’orologio corse indietro alle 02:00 circa della notte precedente, quando c’eravamo fermati ad un distributore automatico per consentire ad Andrea di fare rifornimento. Beppe ed io avevamo affiancato le auto a finestrini abbassati e cantavamo “Albachiara” a squarciagola seguendo la canzone che lo stereo, a tutto volume, stava riproducendo, quando dal buio della notte un’auto dei Carabinieri è uscita. Il quadro che si presentava ai loro occhi era da un mese di reclusione e ritiro immediato della patente fino al 2022. Come dicevo, Andrea stava per colpire il distributore a mano armata e i fumi di post combustione etilica emessi dal Guru e da me, potevano stordire un rinoceronte.

La masnada a cena, ...
... brutta gente!! *8).
La cena con gli amici di Belluno era stata magnifica. Gli spaghetti allo scoglio e la frittura di mare erano stati irrorati con impegno costante dal Prosecco. Storie di fiumi e di mare si erano incrociate da un capo all’altro della tavola. E’ in queste occasioni che si apprezza la capacità di aggregare e di mettere in relazione le persone che ha PIPAM. Dai nostri incontri virtuali nascono momenti reali, in cui si possono confrontare idee e conoscenze. Per quanto mi riguarda, questo nostro stare insieme attorno ad un tavolo è parte integrante e fondamentale di una buona giornata di pesca. Dopo il caffè e alcune gocce di limoncello, provoco Beppe su uno degli argomenti che da sempre ci vedono contrapposti e in altre parole: nella pesca in spianata, meglio una canna corta o lunga? Alla fine della disputa, Beppe mi sfida! Vado a prendere la canna in auto, maledicendomi per aver tirato fuori l’annosa questione, provocare il Guru su queste robe è come chiedere ad un Dobberman se ha voglia di mordere. Monto la mia 8 ½ per la #4 con LaLoukkas DT3 e mi presento alla ribalta. Stendo un po’ di coda e mi metto a chiacchierare con gli amici, mentre volteggio per mascherare la tensione, ma dopo alcuni falsi lanci e pochissima trazione chiudendo il lancio sento la coda uscire con una semplicità che ha del miracoloso ed il ronzio del mulinello mi comunica che anche il backing è uscito per dar vita ad un tutto coda.
Beppe mi guarda e ghigna: “Allora lanci?” “E cosa lancio” rispondo io “ho il backing in mano!” Dal buio RYBO conferma che il lancio vincente è il mio. E’ in questi momenti che conviene defilarsi e far provare la canna a tutti, perché certi lanci sono irripetibili!
Il trattore arretra lentamente consentendo a Beppe di liberarsi dalla trappola e scendere verso Bovec. Il sole è caldo ed una leggera brezza ci accarezza il viso. Secondo errore, se dovete cercare l’Hotel Alp per fare i permessi, non, ripeto non affidatevi a Beppe! Potreste girare attorno all’albergo per ore ed ore senza soluzione di continuità! Dopo aver consumato uno spuntino a base di panini al prosciutto e birra, ci dirigiamo verso il ponte che demarca la Trophy Zone dal resto della riserva. L’intero tratto è gestito dall’istituto di Lubjana (Soca, Koritnica e Lepenja).

Sotto il ponte ...
Sotto il ponte, un paio di generose ed adescanti trote ci attirano irrimediabilmente. Ho pescato questo tratto l’ultima volta otto anni fa e rivederlo mi da una grossa emozione. Il Soca è uno dei fiumi che amo di più e pescare nelle sue acque cristalline mi regala sempre sensazioni bellissime. L’acqua corre molto più velocemente di quello che l’occhio riesce a cogliere.

Il Soca.
Andrea e Beppe battono la Trophy a valle del ponte, mentre io risalgo in perfetta solitudine il tratto meno pregiato. Purtroppo non c’è ombra di schiusa e d’altro canto in un pomeriggio d’agosto non si può pretendere la luna. Monto una formichina nera e comincio a pescare. Sondo l’acqua sopra ai sassi, nel tentativo d’ingannare qualche trota che vi abbia trovato riparo. Un ibrido di marmorata non resiste all’inganno ed è catturato. Inizio una piccola serie di catture di marmorate fra i 20 e 25 cm mentre risalgo il fiume fra paesaggi molto simili a quello che deve essere stato il paradiso terrestre. Cerco d’individuare qualche schiusa, ma nulla si vede nell’acqua e nell’aria.

Sempre il Soca.
Risalgo fino ad incontrare uno stupendo restringimento del fiume che costringe l’acqua a spumeggiare. Decido di tornare al ponte, chissà se le trote viste in precedenza sono ancora al loro posto. Monto uno streamer beige scuro e mi sistemo ad una decina di passi dalla buca dove una grossa trota sta ninfando. Un paio di lanci trasversali alla corrente tanto per scaldarci, infine quello decisivo che fa arrivare lo streamer proprio davanti al naso della signora, uno strappettino tanto per eccitarla e wham! Attacco deciso. Tira forte la signora che tenta un paio di fughe nella corrente, rimango imperturbabile dato che ho un leader conico 2x. Dopo alcuni minuti di lotta, arriva la resa.

Un iridea del Soca.
Beppe viene a ricuperarmi e mi porta in una bella lama dove grosse trote stazionano. C’è anche Andrea che sta pescando a ninfa circondato da iridee per nulla facili da beccare. Mi sistemo più a valle ingaggiando una lotta senza speranza prima a secca e poi a ninfa, non riuscendo a cavare il classico ragno dal buco. Il gattone invece dopo aver sudato le famose sette camicie riesce a ferrare una splendida iridea.

Andrea e l'iridea presa a ninfa.
Il buio scende ed i morsi della sete e della fame si fanno sentire, è ora di tornare in Italia. Il Soca ha regalato una splendida giornata, credo che la qualità del pesce vada curata maggiormente, perché il pescato variava dall’eccellenza al “discutibile”, anche se mi riservo un giudizio più oggettivo per un momento stagionale più favorevole.
Una sosta a Tarvisio per un pasto caldo, una birra e per Beppe un meritato Toscano e poi via verso le vette delle Dolomiti. Domani scenderemo a Bassano dove ci aspetta Pop.

NoKill Brenta – Bassano del Grappa

Pop alla guida.
A mezzodì è un PoP particolarmente in forma, quello che ci accoglie vicino al ristorante Corniale, poco fuori Bassano. Beppe ed io abbiamo corso da Belluno a Bassano nella mattinata, percorrendo i circa 70 km senza particolari problemi, perché il grosso del traffico era concentrato sulla carreggiata opposta.

Lo scouting sul Brenta.
Saliamo sull’auto dell’amico Antonio e partiamo per un’ampia ricognizione della riserva che da Corniale ci porterà fino a Bassano.
A monte della diga l’acqua è bassa ma cristallina e le lunghe spianate sembrano fatte appositamente per ospitare temoli. PoP si muove lungo il corso del “suo” fiume come un gatto (di generosissime proporzioni) sui tetti. Le condizioni delle acque sono certamente sfavorevoli, ma s’intuisce che le potenzialità del Brenta sono straordinarie. Credo che sito migliore per la Silk Way Club Convention di settembre non ci sia, fra le altre cose, data la vicinanza di città come Marostica, Asolo, Thiene e, a due passi, l’altopiano d’Asiago, l’ipotesi di portare familiari al seguito non è certamente peregrina.
Dopo un’oretta di visita, culminata con un delizioso aperitivo nel bar posto all’’ingresso del bellissimo ponte del Palladio, ci concediamo un pasto caldo al Ristorante Corniale.

L'ufficio di PoP.
Bigoj all’anatra per me, bisteccona per PoP e “Tris del T. Rex” per Beppe (che se S. Lucia ag lasa la vesta…magner al magna!) hanno composto la base solida del menu, mentre 3 lt di birra freschissima e alcune grappette la parte liquida.
Potevate pensare che non avremmo tirato fuori le canne per fare qualche lancio? Potevate pensare che avremmo disertato quello che per noi, ormai, è la degna conclusione d’ogni pasto? Certo che no! Il Guru è salito in cattedra e si è esibito in una serie di volteggi e lanci da far bene all’anima, mentre PoP macinava dei “tuttocoda” con una canna da otto piedi e una coda # 5 WF senza finale!!!

La spianata dei grossi temoli.
Alla spicciolata, gli amici del Brenta, Blue Charm in testa, ci hanno raggiunto nel pomeriggio. La lista degli amici, finalmente incontrati di persona, in questo Veneto Tour 2003 si è ulteriormente allungata. Come per incanto sono comparse fly box colme di ogni ben di Dio ed io, senza vergogna e meno ancora timori, ho abusato della generosità di PoP e delle sue magnifiche mosche.

Dal Ponte di Bassano.
Intanto il Guru inanellava una serie impressionante di lanci curvi (è stato così che mi ha dato i compiti delle vacanze), c’è poco da fare quando Beppe lancia, è bello come un gluteo della non dimenticata Rosa Fumetto, per il resto? Non lasciatelo mai solo con un Atlante Stradale del Touring Club e, meno ancora, con la vostra miglior bottiglia di Cognac.
Coming soon: NoKill del Brenta, il ritorno.


Maurizio Chiossi


© PIPAM.com

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