RA - Wonderful Patagonia



Word Antonio Fadda (Popeye)
photo di Antonio Fadda e Franco Arsie
Tempo di lettura: 10'


   Marzo 2013


Conosco Pierluigi Pironi, "Gigi" per gli amici, da almeno venti anni e sapevo che si era trasferito in Patagonia Argentina, più precisamente a Junin de los Andes.
A volte ci sentivamo e mi parlava della sua nuova attività di albergatore. L'ultimo fatale colloquio fu in occasione del Fly Festival il 25° della SIM 2012, a cui entrambi eravamo invitati.
Gigi era appena tornato dall'emisfero Sud e alla conclusione delle manifestazioni SIM gli diedi un passaggio fino a casa sua, a Rimini. Inutile dire che dopo aver passato in visione molti dei nostri piacevoli trascorsi il discorso cadde, chissà come mai, sulla sua attività Argentina e sulle meraviglie della Patagonia ivi comprese le possibilità di pesca.
Dopo circa 300 km un po' sognando ad occhi aperti, un po' cercando di concentrarmi sul traffico, depositai Gigi sulla soglia di casa dichiarandogli che prima o poi sarei andato a trovarlo in Patagonia Argentina.
Oramai il tarlo era nella mia mente!
Ci pensavo seriamente a questo futuro viaggio, tanto che iniziai a lanciare qualche timido segnale alla mia dolce metà. La sua reazione non fu negativa…, lo so posso dire di aver sposato una santa, così ogni tanto ritornavo sull'argomento per consolidare le mie intenzioni, coinvolgendo in questa avventura il mio compagno di pesca di sempre: Franco Arsie, detto Packey.
Pure lui iniziò un lavoro di convincimento subliminale con la sua compagna...
A farla breve, ottenuta l'approvazione delle nostre mogli iniziammo a programmare il viaggio.
Prenotammo il volo aereo: partenza 02 marzo, rientro 16 marzo. Dividemmo il volo in due tronconi, Venezia - Roma e Roma- Chapelco (aereoporto di destinazione a 40 km da Junin), risparmiando così la bellezza di 520 euro a testa sul biglietto diretto Venezia Chapelco, in definitiva andata e ritorno 1.031 euro anziché 1.550.
Da quel momento cercammo tutte le indicazioni possibili su esche, fiumi, specialità alimentari e quant'altro potesse offrire la Patagonia Argentina. Molto spesso nelle mie nottate insonni mi mettevo in contatto con Gigi che nel frattempo era tornato laggiù: Skype e Facebook furono molto utili.
Costruii qualche kilo di Chernobyl Ant e di Stimulator che a detta di chi c'era stato prima di noi erano artificiali indispensabili per i fiumi della zona. Nel corso della Fiera di Vicenza allo stand di Pipam e dell'Ifta, Massimo Ginanneschi e altri amici costruttori dell'Ifta, si adoperarono generosamente per costruire qualche streamer che potesse imitare il gambero di fiume "Pancora".
Iil mio amico Bodhi da Firenze mi volle regalare un paio di streamer che a lui avevano dato delle ottime catture, insomma mosche e streamer non ne mancavano! Siccome il periodo non era il migliore, Gigi ci propose di ritardare almeno un mese la partenza, ma impegni precedenti mi impedivano lo spostamento ( Pasqua con la mia nipotina in DK).
Arrivò finalmente il giorno della partenza da Venezia, ore 10.30 del giorno 2. Dopo un'ora e mezza di volo atterriamo a Roma dove ci portiamo con una navetta alle partenze internazionali e quindi partena alle ore 18.00.
L'entusiasmo mi fece sopportare cristianamente le 8 ore di attesa in un caldo infernale, poi partenza puntuale alle ore 18,30, destinazione Buenos Aires Aereoporto intercontinentale. Qui sbarcammo trovando una temperatura non certo consona al mio giaccone....pazienza, ci trasferimmo all'aereoporto New Berry, proprio di fronte al mar della Plata, che d'argernto non ha proprio niente...come il bel Danubio blu, che di blu non ne ha nemmeno l'idea.
Otto ore più tardi, con indosso un abbiocco degno di racconti di fantozziana memoria, partenza da New Berry , durante il volo incontrammo dei pescatori fiorentini che si recavano nella stessa località.
Ancora un paio d'ore ed eccoci a destinazione: l'aereo si intrufolò tra le montagne di Chapelco e l'atterraggio fu perfetto.
Gigi ci aspettava nella minuscola sala di arrivo dove dopo una breve attesa ritirammo i bagagli e potemmo iniziare la nostra avventura Argentina.
Non vedrete in questo racconto molte foto di catture eclatanti, come spesso avviene nei reportage, di solito quelle catture capitano a pescatori ben più capaci di noi, ma iniziamo il racconto:
Dopo aver depositato i bagagli nella sua accoglientissima "Hosteria del Tano Vano".
Gigi ci volle accompagnare a visitare una foresta composta solamente da alberi di "araucaria" i cui semi bolliti sono commestibili e si trovano in vendita nei negozi di frutta e verdura.
Immancabile la sagoma del Vulcano Lanin che dà il nome all'omonimo parco nazionale e che ci accompagnerà nella nostra permanenza in quanto quasi sempre presente all'orizzonte. Accomodati nelle camere, di generose dimensioni e ottimamente tenute, ci recammo in paese per un primo assaggio delle specialità argentine: i ristoranti a Junin aprono alle 21.00, e noi eravamo piuttosto affamati e voglioso di assaggiare la specialità locale ovvero la carne ai ferri.
Bellissimo il ristorante e personale gentile ma..............delusione........abbiamo dovuto constatare che per gli Argentini della carne ogni erba è un fascio, ovvero non esistono quei tagli che noi amiamo, la costata, tipo fiorentina, quelle belle bistecche alte un palmo......la coscia...., ripeto delusione, carne mista ai ferro con parti che noi utilizziamo solamente nel lesso.
Carne buona al gusto ma sfilacciosa e tenacissima. Nei giorni successivi imparammo a ordinare il filetto che sia di cervi, sia di maiale, sia di bovino, veniva servito in pantagrueliche proporzioni ad un prezzo, pranzo completo che non superava i 10/12 euro, comprendendo in ciò una bottiglia di vino locale (14 gradi minimo) il cui gusto a mio avviso non variava, fosse cabernet o sauvignon o merlot… comunque dava l'impressione di un barricato nostrano.
Finalmente dopo una visita all'ufficio cambi, che stranamente ci propose, "cambio ufficiale o al nero" differenza???.... al nero 9 pesos e 50 per un Euro, ufficiale 6 pesos....non dirò quale fu la nostra scelta, lascio a voi immaginare!..
Dopo le pratiche per licenza e noleggio auto, la maggiore spesa dopo i biglietti aerei, circa 650 euro per 15 gg per una Chevrolet di dimensioni per indios Argentini, finalmente sul Fiume, primo assaggio del MALLEO.
Inutile dire che i panorami sono incredibilmente belli, unici e ci hanno molto colpito! Vale il viaggio solo per l'ambiente che ci circonda!
Un breve riposo sul Malleo prima del coup du soire
Ecco il famoso Pancora, gambero di fiume che ci è costato tanto lavori di ricerca e costruzione, per poi scoprire che in questo periodo gradivano di più le sedge su amo 16 che generosamente Gigi ci ha fornito.
Emozioni per incontri , gaucos, cavalli bradi, condor, guanachi, cervi a non finire, persino un tentativo di catturare un armadillo tra le nostre attività extra pesca.
armadillo che è stato prontamente rilasciato
Dobbiamo ringraziare il nostro Gigi che si è messo a nostra disposizione per accompagnarci nelle nostre uscite di pesca e in posti meravigliosi che non mancherò di tornare a vedere.
Unico giorno senza l'accompagnamento di Gigi un'uscita con il gommone ovvero la flotada
guida un discendente di Italiani, circa il 30% di argentini ha questa origine, simpaticissimo e molto disponibile.
Abbiamo percorso circa 15 km tra rio Malleo e rio Chimehuin, qualche cattura da parte mia e di Packey, ovviamente la macchina fotografica di Franco si è rifiutata di fotografare le mie scarse catture, importante intermezzo culinario nel corso della flotada
Un paio di giornate le abbiamo dedicate ai laghi presenti in zona come il lago Epulefquen, cui si giunge dopo aver percorso una lunga strada pedonale costruita su un escorial, ovvero una colata lavica. Gigi qui ha catturato l'unico pesce della giornata.
In definitiva sono passati velocemente quei 13 giorni a nostra disposizione. Abbiamo pescato sul Rio Chimehuin, e sul rio Caleufu bellissimo affluente del lago Collon Cura che accoglie tutti i fiumi della zona formando un enorme bacino idrico che tramite una diga provvede alle necessita energetiche e idriche.
I giorni di pesca si sa, fuggono velocemente e presto si avvicina la partenza. Difficile raccontare in poche righe l'esperienza argentina. Di sicuro ne vale la pena sia per l'accoglienza ricevuta, per la cortesia delle persone incontrate, per la bellezza naturale e selvaggia ma non opprimente, per la spettacolarità dei laghi dei fiumi e delle montagne, per le Ande, e per la vicinanza col Chile: siamo arrivati a due chilometri da questo paese che forse entrerà nelle mete possibili per un prossimo viaggio di pesca.
Ricordo gli incontri con esponenti della popolazione Mapuche
una macchina anni '30 che faceva il periplo del Sud America
dell'ottimo asado di agnello
Prima vorrei ripetere l'esperienza a Junin, magari in novembre-dicembre, che mi dicono sia la stagione migliore. Un ringraziamento particolare a Gigi Pironi e al suo staff, cortesissimi e generosi.
lascio un po' di spazio per qualche foto anche se so che il WM mi ha raccomandato di non superare le 20 25 foto, ma è impossibile non proporvele, ognuna è un momento da ricordare.


F I N E (per il momento)


Antonio Fadda (Popeye)



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