MEX - A pesca con i Maia

Mexico   Febbraio 2009


Ascension Bay – Alla ricerca del sacro permit

di Alberto “AL” Lovison – foto Federica Rango


Dopo i racconti di amici e conoscenti sulle estreme difficoltà rappresentate dalla sfida con il permit, da tempo si pensava di organizzare un viaggio che pur permettendo di godere di una vacanza con la famiglia, avesse come obiettivo principale il sacro graal della pesca a mosca, “la palometa”.
L’occasione si è presentata con la disponibilità di una decina di giorni di tempo, la voglia di caldo e mare da parte della famiglia e la contemporanea uscita di una rivista di turismo focalizzata sulla riviera Maia nello Yucatan.
Non è stato difficile convincere moglie e figlie che un viaggio in Messico sarebbe stato meraviglioso per natura, archeologia, e splendide spiagge caraibiche, trascurando in un primo momento di menzionare la vicina disponibilità delle infinite flat di Ascencion Bay.

Dopo un viaggio di oltre dodici ore tra l’Italia e Cancun, la base della vacanza è stata scelta nei pressi dell’antico sito maia di Tulum in uno dei grandi resort internazionali presenti nella costa sud della penisola, dove una famiglia anche con bambini piccoli può trovare tutto il necessario dato da una struttura che garantisce sicurezza ed elevati standard per tutte le esigenze.

Antiche rovine a Tulum

Naturalmente la vita del villaggio e il pur splendido tratto di costa antistante non potevano soddisfare le mie esigenze alieutiche, se rapportato al fatto che ad alcune decine di chilometri a sud si trova la riserva nazionale della biosfera di Sian Kan, una delle principali zone umide del Messico.
E’ un’area ancora intatta dal punto di vista naturale, preservata scoraggiando qualsiasi forma di turismo invasivo mantenendo le poche vie d’accesso sotto forma di sterrati impegnativi e non sempre praticabili con normali auto da strada.
Per raggiungere Cuzan, il lodge di pesca scelto come base di partenza e ritrovo con le guide, il modo migliore e più economico è stato noleggiare un mezzo fuoristrada o comunque adatto all’off road.
Partendo da Tulum in un paio d’ore in direzione Sud ci si inoltra in un territorio tanto impegnativo per la guida quanto affascinante per i paesaggi, dove sono possibili incontri con uccelli e animali in un’area selvaggia, volutamente preservata dall’ intervento umano.


Arrivati a destinazione nella punta sud di una penisola che si inoltra nel mezzo della riserva, si arriva a Punta Allen, piccolo villaggio di pescatori di aragoste, e punto di partenza per gran parte delle guide della baia di Ascencion.

Tramonto a punta Allen

Il lodge da noi scelto è un posto semplice e accogliente, costituito da palafitte costruite nella sabbia corallina, dove sotto verdi palme alla mattina si fa colazione con le guide locali, senza dubbio discendenti degli antichi maia.

Parlando con loro in attesa della partenza, si controllano le attrezzature, si scambiano consigli, si commentano le catture del giorno precedente, si ricordano gli hot spot e le strategie di approccio.

Terminata la colazione, le guide ci attendono presso le imbarcazioni scaldando i motori, verificando le attrezzature, e una volta imbarcati tutti i pescatori, le barche con la prua verso sud partono sfrecciando verso il nulla, in direzione di un’area immensa protetta ad Est dalla seconda barriera corallina più estesa al mondo.

A completare il quadro di Ascension si consideri che tale zona è popolata da moltissime specie di pesci e uccelli, ed è circondata ad Ovest da una fitta foresta tropicale.

Rapace

In tale vastità e diversità di ambienti apparentemente simili eppur così diversi, si deve selezionare il target al quale dedicare le nostre attenzioni, perché è necessario concentrarsi su di una possibile preda scegliendo aree e fondali adatti.
Le possibilità sono effettivamente molto ampie, da grande slam: si trovano permit, bonefish, tarpon, snook e jack.
Ma in Ascencion bay la scelta primaria va quasi sempre verso la “palometa”, viste le buone probabilità di un incontro rispetto ad altri spot del saltwater mondiale.
Non a caso si è parlato di incontro e non di cattura perché se la possibilità di avvistarli è abbastanza elevata, non è altrettanto facile avere la possibilità di averli a portata di lancio e ancora meno di poterli indurre ad abboccare.
Dopo ore di flat in prua a una barca dove cielo e mare arrivano a confondersi nell’assenza di punti di riferimento, le sagome dei permit compaiono all’improvviso, a volte singoli, spesso in school nuotando a grande velocità mostrando tra lo scintillio dei loro corpi i grandi e misteriosi occhi e le eleganti pinne nere.

Dopo l’avvistamento, l’emozione sale a livelli altissimi, e si deve decidere in pochi istanti la migliore tattica di approccio in base a velocità, direzione e comportamento manifestato dal pesce.
In molti casi la guida invita a una rapida ma silenziosa discesa in acqua per un avvicinamento che permetta di seguire i movimenti del pesce e al contempo non ci faccia scorgere.

Se la preda non fosse a una distanza utile di lancio, a volte è necessario rincorrerla , tenendosi sempre bassi e fuori della sua visuale. Non è insolito dover seguire a piedi questi pesci velocissimi per lungo tempo, per raggiungere una posizione che ci dia la possibilità di un lancio.
A volte, conquistata la distanza utile, spesso in condizioni di vento molto difficili, si lancia il nostro artificiale, che imita nella maggior parte dei casi un piccolo granchio, dai colori chiarissimi che si confondono con la sabbia corallina dominante in questi fondali.

Le guide, attenti conoscitori delle abitudini e della diffidenza del permit, e altrettanto esperti delle dinamiche del lancio in queste condizioni impegnative, hanno elaborato una serie di dressing essenziali ma al contempo imitativi, estremamente mobili e facilmente lanciabili.

Le mosche di Ascension Bay

Vista l’ elevata diffidenza verso tutto ciò che non sia perfettamente somigliante al naturale, si tende a utilizzare mosche piuttosto piccole, montate su ami dal sei all’otto facendo uso di materiali naturali, associati a materiali più innovativi come i sili legs che danno mobilità e vitalità all’artificiale, nel tentativo di imitare le movenze del naturale.
La differenza la fa però certamente la tecnica di approccio, la presentazione e il successivo recupero.
Una volta individuato il pesce, si lancia in direzione della sua traiettoria presunta cercando di anticiparla con lunghe e lente strippate imitando le tipiche movenze del granchio, con la speranza che il pesce lo scorga senza spaventarsi.
Se tutto è andato per il verso giusto, lo si vede andare in tailing verso l’imitazione, ma non è finita, perché come da esperienza personale, basta un nulla, un recupero troppo veloce o improvviso, qualcosa che possa insospettire la nostra preda e in pochi istanti il permit sparisce nel nulla.
Con queste premesse, questo tipo di pesca potrebbe sembrare un’impresa impossibile, ma fortunatamente, come testimoniano le cronache dei vari pescatori che ho incontrato, dopo giorni di tentativi qualcuno ci riesce e volendo fare dei numeri, in una settimana di pesca due o tre permit possono essere un obiettivo raggiungibile con un livello di soddisfazione senza eguali per chi vede la sfida come elemento essenziale della nostra passione.
Fortunatamente esistono delle alternative e chi, dopo ore di tentativi andati a vuoto vuole comunque concludere la giornata con dei pesci in canna, la baia di Ascencion è sempre generosa.

Basta infatti spostarsi in fondali leggermente più bassi ai margini delle lagune interne, per incontrare i bonefish, sempre presenti in buon numero anche se la taglia media da quanto riscontrato non è così elevata.
In questi ambienti incantevoli, si trovano bones in tutte le situazioni classiche, ma sia le tecniche di pesca, sia le imitazioni usate, non differiscono da quelle comuni di tutte le aree caraibiche.
Oltre ai bonefish sono numerosi i barracuda, gli snapper e sotto le mangrovie è possibile trovare i combattivi snook. Non di rado si incontra anche qualche squalo.

Snapper

I tarpon che in quest’area hanno mediamente una taglia dai 5 ai 15 kg, si trovano normalmente nei canali più profondi che si creano tra le isole, ma è necessario dedicare del tempo alla loro ricerca.
Dopo tante ore di barca, di emozioni, la sera si rientra verso il lodge ammirando la natura selvaggia di questi luoghi, e ritrovandosi con gli altri equipaggi la scena è sempre la stessa, ci si guarda con espressione interrogativa per capire se qualcuno, l’eroe del giorno, è riuscito a chiudere la partita con il permit.
Non tutti hanno avuto le opportunità e la fortuna di farcela, ma questa è la pesca al permit.
Hasta luego Mexico! Alla prossima sfida!

INFORMAZIONI DI VIAGGIO


Lo Yucatan è una destinazione turistica molto frequentata per cui è possibile trovare molte soluzioni sia per quanto riguarda i voli sia per l’alloggio.
Si può acquistare un pacchetto completo di volo + soggiorno sui vari resort internazionali che garantiscono elevato standard e sicurezza per la famiglia ( tutti i principali tour operator hanno soluzioni e offerte) . In alternativa l’offerta di alloggio è veramente ampia e per tutte le tasche, dalle posadas familiari agli hotel di lusso.
Consigliata la Riviera Maia, che si trova a sud ed è più comoda a Baia de Ascension. Questo richiede l’onere di doversi spostare dall’hotel al lodge alzandosi presto il mattino.
Per soggiorni di pesca full time con soggiorno al lodge c’è sempre la soluzione di acquisto del volo Italia - Cancun e quindi noleggiare una macchina o appoggiarsi alla stessa organizzazione del lodge per il pick up.
Il lodge a cui si riferisce il testo è Cuzan Guesthouse (http://www.flyfishmx.com)
L’organizzazione è buona e le guide preparate e cordiali.

Quando andare:

I mesi migliori soprattutto dal punto di vista climatico vanno da febbraio a luglio. Nei mesi restanti si consideri che da agosto a settembre c’è la possibilità uragani, e da novembre a gennaio è la stagione di piogge e venti da Nord.

Attrezzature consigliate:

PERMIT

Imitazioni di granchio piuttosto piccole e non particolarmente piombate. Consigliati McCrabs, yarn crabs con sililegs nei colori chiari dei fondali corallini . Dimensioni 2 e 4.
Canna 9ft # 9 max 10 in condizioni di forte vento.

TARPON

Tutti I modelli Florida Style 2/0.
Canna 9ft #10 ( va bene in quasi tutte le situazioni ).

SNOOK

Deceivers, Surf Candy 2/0
Canna 9ft #8.

BONE

Non ci sono condizioni particolari rispetto agli altri spot caraibici. Imitazioni standard. Non eccedere con dimensioni e peso perché spesso ci si trova a pescare in flat e lagune veramente basse.
Canna 9ft # 7-9


Alberto Lovison


© PIPAM.org

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