CL - Pesca a mosca in Sri Lanka
Pesca a mosca in Sri Lanka
Word and photo Massimiliano “Mamo” Perletti Tempo di lettura: 10 minuti
![]() Sono appena tornato da un viaggio con famiglia ed amici in Sri Lanka dove Piero Lumini, nel lontano 1991, si era recato per verificare l'effettiva presenza di trote e provare a pescarle a mosca. Infatti, come lui stesso narra nell'avvincente capitolo dedicato allo Sri Lanka (pag. 159 e segg.) del suo magistrale libro “Della pesca ed altre storie” scaricabile dal sito http://www.lapescamoscaespinning.it/images/pdf/libri-gratuiti/Piero-Lumini-Della-pesca-e-altre-storie.pdf , aveva saputo che a Ceylon, nei diversi torrenti del massiccio centrale, gli inglesi all'inizio del 900 avevano immesso avannotti di trote iridee. E Piero, insieme all'amico Gianni, vi si era avventurato per scoprire se le trote avessero trovato un habitat ideale per riprodursi e fossero quindi insidiabili a mosca. Qualche giorno prima della mia partenza per lo Sri Lanka ho quindi contattato Piero che, sempre disponibilissimo, mi ha fornito tutte le informazioni di cui disponeva, che risalivano però....a quasi trenta anni fa. L’area geografica era quella del massiccio centrale, per la precisione l'alto piano di Horton Plains. I fiumi in cui aveva pescato però non avevano nome. Anche navigando su internet non sono riuscito a rinvenire alcun articolo, indicazione o informazione utile sulla pesca a mosca in Sri Lanka. Ho comunque deciso di provarci lo stesso e sono partito portandomi canna da pesca (una quattro pezzi 9 piedi per la 4) e due scatole di mosche secche e sommerse consigliatemi da Piero. Per farla breve....grandissima delusione. Ero persino riuscito a convincere mia moglie Valeria, mia figlia Vittoria e gli altri compagni di viaggio (gli amici Goj) a concedermi due giorni in cui mi sarei avventurato insieme a mio figlio Martino, pure lui pescatore, sugli altipiani alla ricerca dei fiumi nei quali Piero aveva pescato quasi trenta anni prima. Arrivati a Nuwara Eliya (deliziosa cittadina coloniale da dove partono le spedizioni per Horton Plains) ho individuato una guida locale disponibile ad accompagnarmi due giorni sugli altipiani. Quando però gli ho detto che la mia meta erano i fiumi per pescare le trote, mi ha riferito in modo secco e deciso che la pesca sugli altipiani era ormai vietata da circa tre anni. L’amministrazione locale non rilascia più licenze e le sanzioni per chi pesca di frodo sono severissime. Non ci potevo credere! Ho chiesto conferma ad un paio di altre guide e tutti mi hanno detto la stessa cosa. Mi hanno spiegato che il Ministero dell'ambiente da alcuni anni ha intrapreso una rigorosa politica di tutela delle specie a rischio di estinzione sull'isola. Le trote iridee sono tra queste e quindi, per ora e per chissà quanto tempo, nessuno potrà più provare le emozioni provate quasi trenta anni fa da Piero, sicuramente il primo e probabilmente l'unico ed ultimo PAM a catturare una trota in Sri Lanka. Ero affranto ma ho deciso di non perdermi d'animo. Mi sono allora informato per sapere dove sarebbe stato possibile pescare i Mahseer. Questo bellissimo pesce, che già avevo avuto occasione di pescare in India alcuni anni fa durante un memorabile viaggio con l'amico Mauro Mazzo (v. relativo articolo sul numero 27 di Sedge & May Fly del Dicembre 2005), appartiene alla famiglia dei Ciprinidi. Diverse sono le tesi sull’origine del nome: Maha sir, grande testa o Maha sher, grande tigre o ancora Maha salka, grandi scaglie. Più probabilmente il suo nome deriva da Matsya, che in sanscrito significa “pesce”. Quindi “pesce”, il “Pesce” per eccellenza. Predilige tratti di acqua corrente con fondali rocciosi e si ciba di tutto quello che gli capita a tiro: gamberetti, larve di insetti, piccoli pesci, avannotti, terrestrials che accidentalmente cadono in acqua, ma anche alghe e piante acquatiche. Il Mahseer è presente in Sri Lanka in alcuni torrenti ma, per fortuna, è poco insidiato, non rappresentando la pesca in acqua dolce un’attività particolarmente praticata dai cingalesi. Mi viene segnalato un torrente nella giungla in corrispondenza della cittadina di Ella. Il posto e' straordinario. Abbiamo pernottato presso il Jungle Resort (http://www.ellajungleresort.lk)) immerso nella vegetazione e raggiungibile solo a piedi o con una rudimentale teleferica. Si dorme in "chalet" molto spartani ma ricchi di fascino, alcuni dei quali senza pareti e vetri ma solo con persiane, a pochi metri dal corso d'acqua. ![]() Al mattino le numerose scimmie presenti stazionano sulla veranda e, con disinvoltura, entrano persino nelle stanze se non si ha avuto l'accortezza di abbassare completamente le persiane. ![]() ![]()
Ho pescato un’intera giornata risalendo il torrente per alcune centinaia di metri e riuscendo a catturare in acque cristalline, a ninfa e a sommersa, diversi Mahseer mediamente sui 24/28 cm con qualche esemplare intorno ai 40 cm nelle pozze più grandi. ![]() L’emozione della pesca al Mahseer risiede principalmente nel primo rush: appena si sente allamato, scatena uno scatto imponente, paragonabile a quello del bonfish. Ricco di fascino il contesto ambientale, avventuroso e selvaggio. ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() In conclusione lo Sri Lanka non vale certamente un viaggio di sola pesca. Ma se siete fortunati (come lo sono io) ad avere una moglie paziente, un figlio con la stessa passione e dei compagni di viaggio accondiscendenti, allora può valere certamente la pena portarsi la canna e ritagliarsi un paio di giorni per provare a catturare a mosca i Mahseer nei (rari) torrenti con acqua limpida. Io ci sono riuscito nel torrente che vi ho appena descritto. Ma ce ne sono sicuramente altri.
Massimiliano Perletti (Mamo)
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