Seta e Bamboo

Pensando alla Cina mi viene subito in mente la pesca a mosca... non che in quel paese ci siano fiumi rinomati o trote enormi, ma semplicemente perché in questo angolo della terra, madre natura ha creato i migliori materiali con cui questa tecnica di pesca, si è evoluta e diffusa: il bamboo di Tonkino e la seta. Abili artigiani hanno saputo sfruttarli al meglio, elaborando preziose manifatture rendendo unici attrezzi da pesca come le canne in refendù o le code in seta intrecciata e se tutt’oggi vengono ancora utilizzati da molti pescatori a mosca, nonostante la continua evoluzione dei materiali sintetici, un motivo ci deve essere.



E’ vero che da una parte, la grafite ha portato benefici come la leggerezza e la rapidità, ma dall’altra, ha sottratto gran parte di quel gusto e di quella piacevolezza in pesca che solo il bamboo è in grado di offrire. Molti pam infatti, stanno cominciando a rivalutare i pregi di queste canne che forse sono state declassate un po’ troppo dopo l’avvento delle fibre sintetiche. La naturale elasticità del bamboo rende il lancio più morbido, rilassante e contrariamente all’apparenza offre ottime prestazioni, basta semplicemente adattarsi al suo “ timing “; del resto, se si vuole guidare un’auto d’epoca, non si può certo pretendere di fare i 200 KM all’ora…..ma il grande vantaggio che si ottiene utilizzando il refendù non risiede certo nelle sue performance, campo in cui la grafite è insostituibile soprattutto nei fiumi di una certa ampiezza, bensì nel rapporto che esiste tra il materiale ( bamboo ) e il concetto stesso della pesca a mosca: vivere intense emozioni attraverso la natura. Il pam infatti conosce bene gli insetti, i pesci, le loro abitudini e tutti i segreti dell’ambiente fluviale che quanto più è incontaminato, tanto più sarà fonte di gratificazione; in un tale contesto, pescare con strumenti tecnologici, rischia di incrinare un po’ quel particolare rapporto di armonia con la natura che si crea invece con materiali naturali.



Oggi grazie alla diffusione del rod making nel nostro paese, è possibile ordinare canne per tutti i gusti e con finiture di grande pregio, anche se in realtà, molti pescatori che sono“ tentati”ad acquistare una canna esagonale, sono scoraggiati dal costo elevato che solitamente possiedono; ma non tutti sanno che per realizzarne una, occorrono circa 60/70 ore di lavoro che richiedono poi il giusto compenso, inoltre si ha a che fare con oggetti realizzati completamente a mano,unici e praticamente irripetibili…la stessa differenza che ci può essere tra un quadro dipinto a mano e una stampa. Bisogna considerare però che la spesa, per quanto alta possa essere, viene ammortizzata nel tempo, poiché una canna in tonkino si può adoperare tranquillamente per tutta la vita e forse anche nell’aldilà….mentre una coda in seta se trattata con cura, può durare anche più di vent’anni. Queste code, rispetto alle consorelle in pvc, offrono notevoli vantaggi: a parità di peso sono decisamente più sottili e questo risulta assai vantaggioso sia per il lancio, poiché tagliano meglio l’aria, sia per la posa che sarà più delicata e silenziosa; inoltre la loro elevata morbidezza permette di adattarsi meglio alle correnti dell’acqua, aiutando così a combattere il dragaggio.Ma la sostanziale differenza stà nel tipo di galleggiamento che è basato sullo stesso principio delle mosche: la tensione superficiale. Ciò consente alla coda di galleggiare più alta sul pelo dell’acqua, e sollevandosi con maggior facilità, di creare meno disturbo.Tuttavia il rovescio della medaglia esiste ed è la manutenzione, ovvero l’ingrassaggio prima di iniziare una battuta di pesca e l’asciugatura ogni volta che si smette. Si consideri però che l’ingrassaggio lo si può effettuare la sera prima, quando si prepara l’attrezzatura e sono necessari soltanto pochi minuti mentre per asciugare la coda è sufficiente estrarla dal mulinello appoggiandola sul sedile posteriore della propria auto, per poi riavvolgerla quando si è giunti a casa. Qu este due semplici operazioni,sono il motivo principale per qui molti pam rinunciano ai vantaggi offerti dalla seta e magari preferiscono passare ore a sistemare le mosche nelle scatoline…. In commercio si possono ancora trovare ottime code, sia a doppio fuso che decentrate, nelle numerazioni più usate per le canne medio-leggere. Fra tutte quelle che ho avuto modo di provare e che mi hanno soddisfatto, si mettono in evidenza quelle di Terenzio Zandri; questo abile artigiano di Roma, realizza prestigiose code in seta secondo il metodo tramandato dal grande Stanislao Kuckiewicz.



Caratteristica principale di queste lenze è la conicità, che viene ottenuta all’interno della struttura intrecciata, contrariamente a quanto prevede il sistema costruttivo tradizionale. Egli produce code morbidissime, estremamente galleggianti e in vari colori, includendo nella confezione olio, grasso e un finale di sua concezione anch’esso intrecciato. Ha perfino ideato un modello “ double-face “ovvero con le due metà di peso e colore differenti, in modo da poter disporre di due code in una. Alcuni pam, lanciano la seta utilizzando canne in grafite, ma è col bamboo che essa trova la sua massima espressione nel lancio, poiché le azioni dolci, tipiche del refendù, si prestano meglio a queste morbide code . La domanda crescente di attrezzi che uniscono tradizione e arte, dimostra la grande maturità e consapevolezza raggiunta dai nostri pam , ormai al passo dei paesi che hanno fatto la storia della pesca a mosca e ciò, ha permesso ad alcuni appassionati di sviluppare una grande abilità nel produrre oggetti di prestigio che per la pam italiana deve essere motivo di grande orgoglio.

Michele Gallo
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http://www.bamboorod.altervista.org/

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