A pesca con la mosca artificiale

 Testo e foto di Angelo Piller
 
 
Immaginate un veloce torrente di montagna: l’acqua cristallina scorre veloce tra massi e buche, rallenta,  forma delle lame, quindi riprende velocità per gettarsi in un vortice di schiuma tra alcune rocce e poi continua spumeggiante a discendere il tortuoso letto del torrente. Proprio vicino alle  rocce, nel punto in cui la schiuma inizia a diradarsi, si posa delicatamente un insetto. Galleggia perfettamente sino a quando, improvvisamente, una grossa trota compie un breve balzo e lo ghermisce. Il pescatore alza la canna e il pesce da predatore si trasforma in preda. La trota si getta nella poderosa corrente in modo da sfruttarne la forza, ed il pescatore esperto evita di trattenerne la fuga in modo da non rischiare di spezzare l’esile finale di nylon. Qualche minuto dopo, più a valle, una bellissima trota fario dai bollini rosso fuoco viene recuperata. Il pescatore la slama delicatamente dalla mosca artificiale, quindi dopo una veloce foto ricordo la trota è libera di tornare nelle acque del suo torrente.

 
Origine ed evoluzione.
 
L’esercizio della pesca e della caccia hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo sin dagli inizi, quando la cattura di un pesce o di un altro animale aveva un unico significato: sopravvivere. Si è quindi venuto a creare una sorta di istinto primordiale che oramai nel terzo millennio, in cui quasi nessuno caccia e pesca per sopravvivere, le ha trasformate in attività prettamente ludiche, ovvero degli hobby. Sicuramente, la pesca si discosta dalla caccia proprio per la sua semplicità: si pensi al ragazzino che tagliata una lunga canna di bambù vi annoda all’estremità più flessibile un sottile spago, utilizzando uno spillo ricurvo a mo’ di amo ed un turacciolo come galleggiante.

Tra le diverse e numerose tecniche di pesca comunemente praticate nelle acque “dolci”, ci possono essere grosse differenze soprattutto per quanto riguarda il tipo di materiali e di esche utilizzate.  Quasi sempre, però, lo scopo rimane lo stesso della caccia: la cattura e l’uccisione della preda.
 
Nel vastissimo panorama della pesca, c’è però una tecnica che si discosta da tutte le altre, sia per l’alta spettacolarità, sia per l’abilità richiesta: è la pesca con la mosca artificiale.
Questa tecnica di pesca possiede una caratteristica in grado di spezzare il classico rapporto predatore/preda che inevitabilmente finisce con l’uccisione dell’animale. Infatti, pescando con la mosca, l’amo non viene ingoiato dal pesce, bensì svolge il suo compito intorno all’estremità della bocca del pinnuto, consentendone l’immediato rilascio. E’ quello che viene chiamato Catch and Release o No-Kill, in cui la pesca si affranca dalla classica concezione del bottino da portare a casa ad ogni costo, e si trasforma in un’esperienza rilassante sicuramente in armonia con la natura in cui il pescatore a mosca ama immergersi.

Che cosa è la pesca a mosca. 

Riassumere in così poco spazio il concetto di pesca a mosca è pressoché impossibile.

Mi vedo quindi costretto a fare una descrizione abbastanza generica, tralasciando alcuni aspetti importanti quali l’osservazione entomologica e le dinamiche del lancio. Spetterà poi alle lettrici/lettori, se interessati, decidere di approfondire ulteriormente l’argomento.
Dunque, non tutti sanno che, nei torrenti così come nei fiumi e nei laghi, oltre ad esserci i pesci, vi abitano un’infinità di minuscoli animali comunemente chiamati “ninfe” . Questi insetti, una volta giunti ad una certa fase della loro vita, nuotano in prossimità della superficie dell’acqua dove schiudono trasformandosi così in insetti alati.  Lo stadio alato è quello in cui questi insetti si riproducono. In seguito deporranno poi le uova che una volta raggiunte il fondo daranno vita alla nuova generazione di ninfe.

La pesca con la mosca artificiale “secca” si basa sul principio che i pesci salgono in prossimità della superficie dell’acqua a mangiare gli insetti che vi sostano. Questi possono anche non essere acquatici, come per esempio le cavallette, le formiche e le api che accidentalmente cadono in acqua, magari presi alla sprovvista da un improvviso colpo di vento.

Gli insetti vengono quindi imitati utilizzando svariati tipi di piume e peli, legati seguendo un criterio ben preciso su ami dalle misure più svariate. Gli artificiali, essendo costruiti con piume e peli, non hanno praticamente peso. L’unico modo per riuscire a “portarli” alla distanza necessaria per arrivare a tiro dei pesci è quello di usare una canna da pesca con la quale lanceremo una sorta di “lenza”, comunemente chiamata “coda di topo”, collegata con un finale alla cui estremità annoderemo la nostra mosca. La “coda di topo” è ricoperta da un particolare tipo di PVC che le consente di galleggiare. Anni fa le code di topo erano invece costituite dalle fibre intrecciate della coda di cavallo maschio ed ingrassate prima della pesca.

La coda di topo viene usata quasi come il lungo cordino di una frusta, e grazie a volteggi ed allunghi, dà la possibilità al pescatore di depositare piccole imitazioni di insetti a distanze che possono anche superare i venticinque metri. Il lancio è probabilmente una delle componenti più difficili da imparare ma, proprio grazie a questo aspetto pressoché funambolico, la pesca con la mosca assume delle caratteristiche quasi artistiche. Pescare a mosca non è solo divertente, ma diventa spettacolare, basti pensare alle bellissime immagini del film di Robert Redford: “In mezzo scorre il fiume”.

 
La bollata.
 
Con “bollata” si intende l’increspatura che si forma in acqua nell’istante in cui un pesce ghermisce l’insetto. Nei laghi la bollata sarà molto evidente, dando origine ad un cerchio concentrico. Nell’acqua corrente dei torrenti e dei fiumi sarà invece di più difficile individuazione.

La bollata, oltre a rappresentare l’istante magico della pesca a mosca, è fondamentale perché ci avverte che il pesce ha preso in bocca la nostra mosca. Abbiamo solo un attimo di tempo per “ferrare” cioè alzare la canna e mettere in tensione coda e finali in modo che la mosca artificiale si pianti in bocca al pesce. Passato l’attimo, il pesce avrà già sputato la mosca rendendo così del tutto inefficace la ferrata.

Anche le bollate dei pesci sugli insetti veri sono comunque sempre molto importanti perché identificano il punto in cui si trova il nostro amico pinnuto, ed inoltre ci confermano che il pesce si sta alimentando in superficie.

 
La costruzione delle mosche.
 
La soddisfazione maggiore si prova catturando un pesce con un artificiale costruito con le proprie mani. Per molti pescatori la pesca a mosca significa anche stare in casa, davanti al morsetto ad elaborare nuove imitazioni per le prossime uscite di pesca. Il fiume è popolato da una miriade di insetti ed a volte, se non si è in possesso della mosca dalla taglia o dal colore simile all’insetto presente, i pesci snobberanno la nostra imitazione. Tra i materiali più usati per la costruzione delle mosche artificiali troviamo i colli di gallo e di gallina, le piume di pavone e di fagiano, il pelo di lepre e di foca. Ovviamente l’amo con occhiello è il punto di partenza, ed una volta fissato nel morsetto, consentirà al costruttore/pescatore di sbizzarrirsi seguendo la propria fantasia o “ricette” dalla provata efficacia, vecchie magari anche più di un secolo.

 
I pesci del pescatore a mosca.
 
Il pesce per eccellenza è la trota, sia la comunissima iridea, sia la fario. Quest’ultima è un pesce autoctono che si riproduce nelle nostre acque, mentre l’iridea è una trota di allevamento.

Preda ambita è il temolo, pesce purtroppo oramai raro, si distingue dalle trote per un comportamento meno impulsivo e per la tendenza a bollare frequentemente anche su insetti di taglia minuscola. Un altro pesce abbastanza comune è il cavedano e non dobbiamo trascurare il persico trota ed in alcuni casi (pescando sotto la superficie con imitazioni di pesciolini) il luccio.

Coloro che hanno anche la possibilità di recarsi all'estero, potranno cimentarsi con la pesca del salmone, ma anche il mare, soprattutto nei Caraibi, può dare incredibili emozioni con pesci come i tarpon che passano tranquillamente i trenta chili.

 
Dove e come pescare.
 
La pesca a mosca secca/galleggiante si esprime al meglio nei torrenti e nei fiumi, più raramente nei laghi.

Nelle acque veloci o torrentizie si è soliti risalire la corrente lanciando la mosca in tutte quelle zone in cui supponiamo ci sia qualche trota. Nei torrenti veloci i pesci non hanno il tempo di esaminare il nostro artificiale, quindi sono quasi costretti all’attacco se non vogliono  rinunciare ad un boccone succulento. Ecco perché in queste acque le nostre imitazioni non devono necessariamente imitare  gli insetti presenti nel fiume, ma piuttosto è fondamentale che  possiedano un’ottima galleggiabilità in modo da essere ben visibili anche nelle correnti più impetuose.

Nel caso di acque lente occorrono mosche più imitative ed è importante riuscire a capire il tipo di insetti su cui il pesce è in attività. Nelle acque dei fiumi, in certi orari ben precisi è possibile notare le così dette schiuse, in altre parole un numero elevato di ninfe che schiudono tutte contemporaneamente, producendo una sorta di magico sfarfallio in prossimità dell’acqua. In questi casi l’imitazione corretta sarà in grado di decretare il successo della giornata di pesca.

Le schiuse avvengono generalmente durante le ore più calde in inverno, mentre nei mesi più caldi sarà possibile trovarle al mattino presto e durante o subito dopo al tramonto.

  
Il “Catch and Release”.
 
Ovvero: “Cattura e rilascia!”. Non è sempre necessario uccidere il pescato anzi, soprattutto nell’era moderna in cui l’ambiente naturale soffre l’eccessiva invadenza dell’uomo, rilasciare un pesce significa dare una possibilità di sopravvivenza in più alle nostre bistrattate acque. In fondo è sufficiente schiacciare l’ardiglione dell’amo per consentire il facile rilascio della nostra preda.

In questi ultimi dieci anni nel nostro paese sono sorte decine di zone chiamate Catch & Release o No Kill. Sono delle piccole oasi in cui il pescatore a mosca ha la possibilità di confrontarsi con pesci smaliziati ma rustici, spesso e volentieri di taglia ragguardevole.

Per eseguire un corretto catch and release, occorre osservare poche ma fondamentali regole:
 
1.      Usare ami singoli e senza ardiglione.
2.      Fare in modo che il combattimento duri il meno possibile.
3.      Tenere il pesce in acqua.
4.      Evitare di toccare il pesce con le mani, e quando questo sia inevitabile, accertarsi che siano bagnate in modo da non ledere il muco protettivo dell’animale.
5.      Fare in modo che l'operazione della slamatura sia il meno traumatica possibile. In questo caso spesso, pescando a mosca, il pesce viene allamato nella parte più esterna della bocca, cosicché lo si può slamare in maniera rapida e quasi del tutto indolore. E' per questo che la pesca a mosca è una delle tecniche più rispettose del pesce.
6.      Non utilizzare guadini e altri tipi di reti, che possono danneggiare la pelle del pesce.
7.      Se il pesce, una volta slamato, mostra segni di asfissia, tenetelo qualche minuto in corrente per favorirne la ripresa.
8.       Pescate a mosca! In questo modo vi divertirete di più, e danneggerete di meno... .

 
L’attrezzatura nella pesca a mosca.
 
Abbiamo visto che il compito primario della coda di topo è quello di consentire di lanciare le nostre mosche ad una certa distanza. Ovviamente il ruolo della canna è fondamentale in quanto ci permette di fare volteggiare la coda. Esistono in commercio diversi tipi di canne, più o meno rapide e più o meno potenti a seconda del tipo di coda che intendiamo usare. L’attrezzatura dipende dal tipo di pesci e di acque che intendiamo affrontare. Una volta le canne erano in bambù, oggi vengono costruite in carbonio, e variano da una lunghezza di 6,5 piedi (circa 2,00m) fino ai 12piedi (circa 3,70m) e oltre. Queste ultime vengono usate all’estero per la pesca dei salmoni. Diciamo che una misura media è data da una canna di otto piedi (2,40m).
 
Il nome “coda di topo” deriva probabilmente dalla sua forma che tende ad assottigliarsi alle estremità. La particolarità di questa lenza è che ha un suo peso, altrimenti non sarebbe in grado di lanciare ad una certa distanza una minuscola mosca artificiale quasi priva di peso. Vi sono sul mercato code dai diversi profili, più o meno lunghe, affondanti e galleggianti.
 
Sicuramente è molto importante anche il finale, ossia uno spezzone di nylon dallo spessore decrescente che va legato all’estremità della coda di topo ed a cui annoderemo poi la nostra mosca. Il finale può essere conico o a nodi.
 
Il mulinello è sostanzialmente solo una sorta di “raccoglitore” della coda di topo.

Un paio di forbici ed uno spillo fanno parte del corredo del pescatore a mosca, esattamente come del buon silicone che, posto delicatamente sulle nostre imitazioni, conferirà loro una migliore galleggiabilità.

Non dobbiamo dimenticare gli stivali, che possono essere “a coscia”, o “ascellari” chiamati anche waders. Questi ultimi si usano solitamente nei fiumi, dove è necessario entrare in acqua fino alla vita per riuscire ad entrare in pesca.

Per coloro che volessero iniziare a pescare a mosca credo che una spesa intorno ai 250/300 Euro possa essere più che sufficiente. E’ importante rivolgersi a negozi specializzati nella pesca a mosca e non al primo caccia e pesca che troviamo sotto casa.

  
La pesca a mosca in Italia.
 
La pesca a mosca si può praticare in tutte quelle acque che ospitano trote, temoli e cavedani. Ovviamente occorre munirsi di licenza di pesca il cui costo si aggira intorno ai 50 Euro. In Italia la pesca a mosca trova le acque più adatte soprattutto nel nord del paese, ma anche in alcune regioni centrali è possibile pescare con successo, soprattutto nel fiume Nera, presso la Tailwater Tevere e nel Volturno.

Tornando al Nord, le regioni che più si prestano sono il Veneto con il Piave ed il Brenta, il Friuli, il Trentino e la Val d’Aosta. Discreta la pesca in Lombardia (Valtellina) e Piemonte. In Internet è sufficiente navigare qui su pipam, ovvero la pagina della pesca a mosca in Italia e reperire qui qualsiasi tipo di informazioni. Solitamente in ogni città è possibile trovare uno o più club che organizzano corsi di lancio e di costruzione artificiali. Anche nei club è facile trovare nuovi amici disposti ad aiutarci a compiere i primi passi nel meraviglioso mondo della pesca con la mosca artificiale.

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