La Toffolino
Word and photo di Milvio “il bocca” Boccacci
Tempo di lettura: 15 minuti Accade … accade che tra le passioni che animano l' interesse di ciascuno, ce ne sia una che più delle altre emerge, una passione su cui molti “bollano”, perché riunisce senso dell' avventura, voglia di stare insieme, sperimentazione e attenzione ai particolari: è “ LA PESCA A MOSCA”.
Accade … accade di avere un amico, un amico vero che conosci da sempre e che apprezzi per la sua inventiva, l' ingegno ed altre qualità che non si possono raccontare, con il quale condividi la stessa passione per la pesca. Accade … accade che questa passione per la pesca a mosca divenga contagiosa ed altri amici e conoscenti inizino a praticarla con grande soddisfazione, dando vita ad un gruppo di persone accomunate dagli stessi interessi. Da qui il passo fu breve e l' opportunità per andare a pescare tutti insieme venne ricercata con dedizione sempre più crescente, fino a quando giunse voce di un posto, una sorta di paradiso della pesca, non lontano da raggiungere dove trote e temoli selettivi nuotavano in acque trasparenti e dove pescatori dediti alla pratica della pesca a mosca si arrovellavano il cervello per ingannarne qualcuno. Il mio amico e compagno di pescate memorabili, il “Nanni”, soprannome attribuitogli fin dalla tenera età, non si fece certo pregare per andare a verificare quanto certi racconti fiabeschi narravano e, una volta scovato il luogo, ne divenne un assiduo frequentatore ottenendo risultati e catture di tutto rispetto. Un giorno, Nanni, incontrò nel posto “magico”, un altro pescatore e tra una “chiacchiera” e l' altra, il forestiero gli mostrò un' esca artificiale da lui realizzata, un mosca che poco aveva da condividere con le rinomate, conosciute e usuali imitazioni, un' esca fuori dagli schemi, un idea alternativa che a detta dell' appassionato si rivelava estremamente catturante. Memore del gusto dell' autocostruzione di esche artificiali assaporato inizialmente da giovanotto con quelle da spinning, e dotato dell' inventiva che gli è propria, Nanni avviò la sperimentazione di quella che sarebbe diventata da lì a poco un esca galleggiante imbattibile. Efficace oltre ogni immaginazione, il nuovo artificiale si dimostrava catturante ed irresistibile per trote, temoli, cavedani e non solo. Fu così che nacque la “toffolino”, un po' goffa, rotondeggiante e sincera, come il personaggio da cui ha preso il nome; già, la toffolino non tradisce, un esca quasi universale, da impiegare in molteplici situazioni. Si tratta di un artificiale non privo di difetti, ma perdonabili, se teniamo conto della sua spietata efficacia. Come descrivere questa imitazione ? Innanzitutto non chiamandola imitazione! Tutto si può dire tranne che cerchi di riprodurre fedelmente insetti, animaletti o invertebrati di cui i pesci si nutrono... ma allora, che cos'è questa toffolino ? Abbandoniamo il tono romanzesco e dedichiamoci ad analizzare i pregi ed i difetti che la contraddistinguono ed i materiali con cui è costruita. Capitolo Primo – L' intuizione. Quante volte vi è capitato, pescando con un segnalatore visivo, che un pesce provi ad afferrarlo ? … beh, è successo anche a me, ma per fortuna è successo anche a Nanni, attento osservatore e ricercatore delle abitudini predatorie dei nostri amici pinnuti. Per quale motivo qualcosa di forma rotondeggiante ed estremamente galleggiante viene aggredito da un pesce ? Si potrebbero fare mille considerazioni in merito, ma l'aspetto più drammatico sapete qual' è ? Che quella volta è successo, è successo da vero, ed è stato un pesce di taglia , “roba grossa”, insomma. I soliti racconti dei pescatori penserete, già, i pesci che non riusciamo a prendere sono sempre più grandi di tutti quelli che abbiamo catturato, ma quella volta è stato proprio così ! Ecco l' intuizione ! Pensa se il galleggiante o il segnalatore fosse stato armato con un amo ? Saremmo adesso ad ammirare quella foto che ci ritrae con una delle più belle catture della nostra vita, con un espressione inebetita e sorpresa. Capitolo Secondo – Considerazioni. Iniziamo il nostro ragionamento, o meglio facciamoci spiegare da Nanni cosa ha pensato al tempo; << forma rotondeggiante, galleggiante, con un amo … ecco la nostra super esca >>. Queste sono le considerazioni di partenza da cui Nanni ha avviato al sperimentazione della toffolino, di fatto non è stato tutto così semplice e scontato. Capitolo Terzo – Attrezzature e Materiali Scendiamo nello specifico e vediamo cosa occorre per la realizzazione della “toffolino”; sarà proprio Nanni ad accompagnarci in questa simulazione di costruzione: – morsetto – filo di montaggio ( abbastanza sottile di colore neutro ) – foam in cilindri di differente diametro – collo di gallo grizzly – amo misura ottimale 12 Capitolo Quarto – Fasi di Costruzione fase 1 – bloccaggio dell' amo al morsetto fase 2 – fissaggio filo di montaggio fase 3 – bloccaggio foam diametro 1/16 fase 4 – realizzazione del corpo fase 5 – ultimazione del corpo fase 6 – preparazione del foam diametro 3/8 fase 7 – ecco come tagliare fase 8 – foam in prossimità all' occhiello fase 9 – bloccare il foam con filo di montaggio fase 10 – fissare una piuma di gallo grizzly fase 11 – ruotare la piuma attorno al foam fase 12 – annodare il filo di montaggio fase 13 – tagliare ... ed eccola ultimata fase 14 – ammiriamola ancora fase 15 – …...ed ancora fase 16 – … anche in versione “TOTEM”! Capitolo Quinto – Uso ed attrezzatura consigliata La “TOFFOLINO” è un esca particolarmente galleggiante ( .. e durevole nell'utilizzo ), pertanto particolare attenzione deve essere posta ad evitare fenomeni di dragaggio, anche se in qualche situazione è stato fruttifero una sorta di “recupero” alternato. Si consiglia l' utilizzo di un finale abbastanza lungo ( specialmente nella pesca in torrente o risorgiva ) che all' occorrenza può essere accorciato per la pesca in lago o in acque abbastanza statiche. L'esca è di dimensioni generose, ma sufficientemente leggera per essere lanciata agevolmente con attrezzature del tipo canna 7 piedi e coda 3. La “TOFFOLINO” si è rivelata vincente in molteplici situazioni: utilizzata come mosca da caccia, è stata protagonista di insospettabili attacchi da parte di trote letteralmente appoggiate sul fondale; in alcune circostanze si è verificato addirittura un rifiuto iniziale ed un successivo inseguimento ed attacco da parte del pesce. Un ultimo consiglio riguarda il nodo; si prediligono nodi “aperti” che consentano un facile scorrimento del cappio attorno all'occhiello dell'amo in maniera tale da garantire la massima mobilità dell'artificiale. Capitolo Sesto – Catture foto A – cavedano in bianco foto B – fario in tan foto C – fario in bianco foto D – fario in tan ( molto usurata ) Capitolo Settimo – I protagonisti Nanni Il Laboratorio L' invenzione Si ringrazia per il prezioso contributo alla realizzazione dell'articolo: lo “STRAPPINO”, all'anagrafe, Davide Stazzi: moschista fedele, addetto luci e tester ! il “BOCCA”, all' anagrafe, Milvio Boccacci: moschista scrupoloso, foto e voce narrante. Adesso non ci rimane che salutare caldamente tutti gli appassionati pescatori che come noi apprezzano quanto sia bello trascorrere, in compagnia di amici, una giornata di pesca, meglio ancora se suggellata da splendide catture. Attimi incomparabili se avvenuti grazie a quanto costruito la sera prima. P.S. ….. Nanni …. alla prossima intuizione ! Milvio Boccacci (il bocca)
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