Arpo

03/09/98

di Angelo Piller

Un dressing la cui facilità di costruzione
è proporzionale alla sua efficacia


L'Arpo.

Oggigiorno siamo investiti da una miriade di artificiali più o meno innovativi e più o meno efficaci in pesca. Quando dodici anni fa iniziai a pescare a mosca, i dressing erano meno numerosi e sicuramente rispettavano meglio i canoni "classici" della pesca a mosca. Mi ricordo che ancora prima di acquistare il mio primo morsetto, ritirai fuori dell’armadio i numerosi numeri di "Pescare" raccolti durante gli anni di pesca al tocco e con il cucchiaino. Ritagliai e schedai così le famose "mosche del mese" di Raffaele de Rosa, per poi cercare di imitarle alla meglio e con materiali di sostituzione dato che allora mi mancava quasi tutto.

Ora che l’amico Andrea mi ha chiesto di dedicare qualche dressing a Pipam, vorrei evitare di vomitare sullo schermo una profusione caotica e superficiale di mosche prese a casaccio dalle varie riviste o per sentito dire, bensì cercherò di proporre tra tutti gli artificiali testati personalmente, quelli che più hanno reso nelle varie situazioni di pesca.

Ripensando ai disparati "moschini" che alloggiarono nella mia prima scatola, ebbene oggi non ne costruisco quasi più nessuno. Però ci sono delle eccezioni, di cui la più clamorosa è sicuramente un modello semplicissimo, il mio preferito in assoluto ancora adesso. Intendiamoci, non esiste la mosca perfetta, quella che funziona sempre ed ovunque, in grado di far salire la trota più smaliziata o il temolo più cocciuto. Ci sono però mosche che possiedono delle chance in più, e tra queste c’è sicuramente l’Arpo. L’origine di questa mosca mi è sconosciuta, e forse è in circolazione da secoli con altro nome. Conobbi il dressing grazie all’indiscrezione di colui che m’insegnò a fare i primi lanci. La particolarità dell’artificiale risiede nella sua leggerezza e vaporosità. Infatti, per costruire l’Arpo non abbiamo bisogno di nient’altro che un amo, filo ed una piuma di cul de canard. Si tratta di un montaggio molto facile che richiede pochissimo tempo; semplicità costruttiva ed efficacia in pesca in un unico artificiale.

Materiali:
  •  


    1. Partite con il filo di montaggio dall’occhiello dell’amo ed arrivate sino alla curvatura. Prendete una piuma di cul de canard e fissatela dalla parte del gambo alla curvatura dell’amo. (Se preferite potete fissare la piuma dalla parte della punta; eviterete così una possibile rottura del gambo che si verifica quando il primo giro di filo viene effettuato troppo stretto, o quando il calamo è troppo "secco".)


    2. Avvolgete la piuma come se si trattasse di un’hackle, prestando attenzione a non risalire più di un paio di millimetri dal punto in cui l’avete fissata precedentemente. Solitamente tre, quattro giri sono più che sufficienti, quindi fissate il calamo, tagliate l’eccedenza e portatevi con il filo di montaggio presso l’occhiello dell’amo.


    3. Con pollice, indice e medio della mano destra (sinistra se siete mancini) raccogliete le fibre di cul de canard, spingendole verso l’occhiello dell’amo, cercando di creare così una sorta di "sacca" di fibre che si estenderà quindi per tutto il corpo della mosca, e che risulterà fondamentale per l’efficacia in pesca. Bloccate il ciuffo con il filo di montaggio.


    4. Rivoltate l’eccedenza del ciuffo in modo da creare le "ali". Il ciuffo non deve risultare eccessivamente lungo rispetto al corpo della mosca. Se così fosse strappatene con le dita le fibre
  • Ami da secca, leggeri, ma robusti. Io uso i Tiemco 100. Dal 26 al 14.
  • Filo di montaggio fine, colori vari non troppo accesi.
  • Piuma di cul de canard. Utilizzo soprattutto il grigio naturale. La piuma deve essere proporzionata rispetto alle dimensioni della mosca che s’intende costruire.


  • Costruzione
.
Note: la sacca è importante per la galleggiabilità della mosca, non bisogna però esagerarne le dimensioni. La mosca risulta più efficace se perfettamente asciutta.

Una versione simile, ma più adatta ad acque lente e pesci difficilissimi è apparsa sei o sette anni fa su Fliegenfischen. La piuma di cul de canard, dopo essere stata fissata all’amo ed essere risaliti subito con il filo sino all’occhiello, viene stirata con le dita e quindi avvolta intorno all’amo fino alla testa della mosca. Qui viene fissata, e quindi rovesciata ad imitazione delle ali. Il corpo sarà privo di sacca, sottile e composto di cul de canard avvolto. Per quanto possa sembrare strano, questa mosca, se asciutta, si mantiene in acqua in posizione eretta e naturale. Provare per credere!


Angelo Piller

© PIPAM.com

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