Giuseppina
03/12/03
di Agostino Roncallo
Roncallo CDC.
![]() Alcuni anni fa battezzai una mia mosca Bloody Mary, convinto di averle dato un nome inedito, ma pochi giorni fa ho scoperto che esisteva una Bloody Mary già dal lontano 1956.
Quanto è accaduto mi ha fatto riflettere sulla consuetudine di parecchi costruttori italiani (me compreso) di dare alle proprie imitazioni nomi in lingua inglese. Certe cose si fanno senza riflettere, per consuetudine, ma se pensassimo un momento che da parecchi anni gli inglesi non propongono nulla di veramente nuovo nel panorama della costruzione delle mosche artificiali, ci renderemmo conto che le ultime proposte innovative sull’argomento sono in linea di massima di matrice francese ed italiana o comunque di paesi dell’Europa continentale e che, senza disconoscere i meriti della scuola inglese, non abbiamo più bisogno di cercare altrove punti di riferimento. Credo sia giunto il momento di prendere atto delle nostre capacità e di chiamare con orgoglio i nostri artificiali con nomi italiani, mi spiace solo che nel mio libro sul CDC, che dovrebbe uscire nei primi mesi del prossimo anno, ho dato alle imitazioni nomi in lingua inglese. Adesso vi propongo la Giuseppina (voglio vedere se in qualche parte del mondo esiste una mosca con questo nome), una mia mosca in CDC. Questa imitazione non è stata inserita nel libro sopra citato perché richiede una manualità piuttosto evoluta per essere eseguita, tuttavia, avendo di recente aggiunto al montaggio originale un accorgimento che dovrebbe facilitarne l’esecuzione, ve la voglio proporre. La particolarità di questa imitazione è che si realizza interamente con un ciuffetto di CDC. Dressing ![]()
Inizio ad avvolgere il filo di montaggio intorno all’amo, partendo dall’occhiello, e dopo poche spire fisso sul gambo uno spezzone di sottile monofilo di nylon. Lo fisso per un’estremità in modo che sporga oltre la curva dell’amo per un tratto superiore alla lunghezza del corpo extended che realizzo con un ciuffetto di barbule di CDC.
Con il ciuffetto in questione devo ottenere le ali, il corpo e le code dell’imitazione quindi terrò conto sia della quantità che della lunghezza delle barbule di CDC da utilizzare. Dopo aver fissato il monofilo di nylon, mi sposto accanto all’occhiello con il filo di montaggio e posiziono il ciuffetto di barbule per lungo sul gambo dell’amo, in modo che sporga oltre l’occhiello per una lunghezza pari all’altezza delle ali e lo blocco in quella posizione. Nel posizionare le barbule sull’amo, faccio in modo che le punte delle barbule si trovino dal lato della curva e la loro base (dove sono state strappate o recise dal calamo) dal lato dell’occhiello. Dopo aver fissato le ali con alcuni giri di filo di montaggio, raccolgo fra il pollice, l’indice ed il dito medio della mano sinistra le barbule di CDC insieme al monofilo di nylon, le stiro leggermente ed inizio ad avvolgere intorno ad esse il filo di montaggio a spire abbastanza larghe finchè non raggiungo la lunghezza che voglio dare all’extended body. A questo punto, dopo aver eseguito un giro di filo di montaggio intorno all’estremità del corpo, ritorno indietro con spire di filo della stessa ampiezza dell’andata finchè non raggiungo l’amo. Il monofilo di nylon, inserito all’interno delle barbule di CDC, mi consente di tenerle meglio in tensione mentre avvolgo intorno ad esse il filo di montaggio ad ampie spire, sia nella fase di andata, verso l’estremità del corpo extended, che in quella di ritorno verso l’amo. Dopo aver realizzato il corpo extended, passo oltre le barbule che imitano le ali e ritorno indietro in modo da verticalizzarle. Dopo di che, eseguo il nodo di chiusura, tolgo l’imitazione dal morsetto, recido il tratto di monofilo di nylon e la maggior parte di barbule che fuoriescono dal corpo extended lasciandone alcune ad imitazione delle code. Per finire, e se è necessario, conferisco alle barbule che imitano le ali la giusta dimensione. ![]() In origine non inserivo il monofilo di nylon all’interno delle barbule di CDC, quindi potete anche provare a realizzare l’imitazione con le sole barbule, ma a me sembra che il monofilo di nylon agevoli il montaggio.
Di solito, anche per la difficoltà di reperire barbule lunghe di CDC, realizzo questa imitazione su ami piuttosto piccoli. Per chi vuole costruirla su ami di media dimensione suggerisco di impiegare barbule di una lunghezza tale da consentire la realizzazione delle ali e del corpo e dopo aver fissato il ciuffetto sull’amo, di fissare sopra ad esso quattro o cinque lunghe barbule che imiteranno le code. In questo modo limiterete il consumo delle barbule lunghe che, come ho già detto, sono di difficile reperibilità. È anche possibile realizzare una versione dell’imitazione in pelo di foca o di opossum. Si dispone il ciuffetto di pelo sull’amo come le barbule di CDC, le punte dei peli verso la curva dell’amo e la base (dove i peli vengono recisi a filo di pelle) oltre l’occhiello dell’amo, e si prosegue il montaggio nel modo sopra descritto. Naturalmente, le imitazioni in pelo devono essere ingrassate prima dell’uso. Io riesco a realizzare l’imitazione in brevissimo tempo e sono convinto che anche coloro che si impegneranno nella sua costruzione, una volta acquisita la necessaria manualità, riusciranno a montarla rapidamente. Per quanto riguarda la sua efficacia, vi ricordo che la Giuseppina fa parte di un gruppo di mosche con extended body che non falliscono mai la ferrata perché sono realizzate su ami grub e vengono costruite nella parte immediatamente vicina all’occhiello dell’amo In questo modo la maggior parte dell’amo si presenta scoperta sotto l’imitazione, ma i pesci non sembrano farci caso e non è soltanto una mia convinzione; lo dimostrano i fatti.
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