Foam March Brown

01/09/01

di Agostino Roncallo, disegni di Pietro Lucchini

Quando classico e moderno si sposano felicemente.

La Foam March Brown.

Negli ultimi tempi, i materiali naturali sono stati un po’ trascurati da certi costruttori di mosche artificiali che utilizzano quasi esclusivamente materiali sintetici.
La mia non è una critica, è una constatazione; sono convinto che chiunque sia libero di esprimere la propria creatività come meglio crede.
Per quanto mi riguarda, è noto che uso spesso e volentieri il foam e i suoi sostituti, ma non trascuro mai di abbinarli con efficaci materiali naturali.
Non potrei mai rinunciare ad utilizzare le barbule della coda del pavone o del fagiano, il pelo di lepre, le hackles di starna o di beccaccia e tanti altri materiali naturali che fanno parte della storia della pesca a mosca.
Spesso ho letto di pescatori che si sono posti questa domanda: quale mosca sceglierei se fossi obbligato a pescare per un anno intero con un solo artificiale ?
Certo non è una scelta facile, tuttavia, anche perché ho avuto tutto il tempo che volevo per decidere, non ho dubbi su quale mosca utilizzerei: una particolare March Brown che ho evoluto dalla più essenziale imitazione della March Brown sommersa.
Pur avendo grande considerazione per la pesca con la mosca sommersa a risalire (per me, la pesca con la sommersa ha senso solo se si effettua in questo modo), non la pratico quasi mai e proprio per questo ho sempre usato poco il modello sommerso della March Brown, la cui indiscutibile efficacia deriva dal fatto che ha il corpo in pelo di lepre e le hackles di starna.
Sarà un mio limite, ma, poichè cerco sempre di mantenere un contatto visivo con gli artificiali che uso, pensai di sfruttare l’efficacia della March Brown trasformandola da mosca sommersa in mosca emergente.
Mutarne il dressing mi sembrava un sacrilegio ed allora mi limitai a dotarla di una pallina di sostituto del foam fissata in testa, che aveva il compito di mantenere l’imitazione a filo od appena sotto la pellicola superficiale dell’acqua, e che, essendo colorata, consentiva la sua individuazione.
I risultati in pesca furono così buoni da indurmi a realizzare con questo procedimento, oltre alla March Brown, la versione emergente di altre classiche mosche sommerse.
Il materiale sostituto del foam che utilizzai è quello ricavato da una sorta di puzzle per bambini con cui si ottiene un tappeto sul quale possono giocare.
Vi descrivo brevemente come lo inserisco nel dressing della March Brown.

Dressing

Fasi si montaggio.

Dopo aver bloccato un amo diritto nel morsetto, inizio ad avvolgere il filo di montaggio sul gambo, partendo dall'occhiello. Giunto sulla curva, fisso un tratto di tinsel oro ovale e la coda, consistente in un ciuffetto di barbule di hackle di starna.
Con il filo di montaggio torno accanto all’occhiello e mi fermo.
Da una tessera del puzzle che ho citato poc’anzi, ricavo, con un cutter o un bisturi, una striscia di materiale di sezione quadra che rendo tondeggiante privandola degli angoli con le forbici. Le dimensioni della striscia devono essere proporzionate all’artificiale che stiamo costruendo considerando che con una delle sue estremità arrotondata realizzeremo la pallina da fissargli in testa.
Dispongo la striscia di materiale sintetico per lungo sul gambo dell’amo e la fisso nel punto in cui mi ero fermato con il filo di montaggio in modo che la sua estremità assuma la forma di una pallina.
Mi sposto verso la curva dell’amo bloccando sul gambo la striscia di materiale sintetico che, pressata dal filo di montaggio, si riduce di volume.
Giunto poco prima della curva, taglio l’eccedenza della striscia e, con alcuni passaggi di filo di montaggio da sinistra a destra e viceversa, ne riduco ulteriormente il volume.
Tornato sulla curva, taglio da una pelliccia di lepre una sufficiente quantità di pelo (sottopelo compreso) che applico sul filo di montaggio, cerato in precedenza, per formare il dubbing.
Con il dubbing, realizzo il corpo dell’imitazione, su cui avvolgo il tinsel a spire larghe fissandolo sul gambo dell’amo appena oltre la pallina.
Dopo aver recisa l’eccedenza del tinsel, prendo una hackle di starna, la privo delle barbule lanuginose e la fisso per la punta accanto alla pallina sintetica. Tenendola per il calamo, la avvolgo intorno al gambo, dietro alla pallina. Ad avvolgimento avvenuto, faccio passare il calamo davanti alla pallina e lo fisso sull’amo fra la stessa e l’occhiello.
Concludo il montaggio eseguendo la testa dell’imitazione e relativo nodo di chiusura su cui metto una goccia di colla.


Un'altra Foam March Brown.


La pallina sintetica, che trasforma la March Brown sommersa in una emergente, può apparire estranea all’imitazione, ma non ne compromette l’efficacia, visto che i pesci mostrano di gradirla.
Ho potuto verificare che l’emergente cattura in ogni stagione e in ogni tipo di acqua, a condizione di saperla utilizzare nel modo opportuno.
È buona in primavera con regime di acque alte, in estate con i livelli bassi, quando i pesci bollano saltuariamente, come mosca da caccia e in altre occasioni che l’esperienza vi consentirà di individuare. La costruisco su ami dal n° 8 al n° 18 per pescare le trote, per i cavedani uso esclusivamente artificiali costruiti su amo del n° 12, e per i temoli uso gli artificiali medio piccoli.
Come ho detto in precedenza, ho dotato di pallina sintetica anche altre classiche mosche sommerse con buoni risultati. Ciò mi ha dato l’opportunità di utilizzare una cospicua scorta di hackles di starna e beccaccia che mi ha procurato mio nipote Andrea al quale insegnai la nobile arte della pesca a mosca fin da quando era bambino col risultato che ha preferito dedicarsi alla caccia: è proprio vero che nessuno è profeta in patria!
Questa emergente è la dimostrazione che si possono ottenere validi artificiali senza dover ricorrere a materiali costosi e di difficile reperibilità. Credo che ciò piacerà ai pescatori genovesi e a coloro che, per vari motivi, hanno difficoltà a procurarsi i materiali per costruire le loro imitazioni.

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Agostino Roncallo

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