Trasparenze


TRASPARENZE

Testo di Ivano Mongatti (IvanoM.) Mongatti - foto Mosca e Spinning

Ovvero come fare corpi, pteroteche e sacche alari molto realistiche
con la plastica della patente o quella per ricoprire i libri di scuola.

Quando comincia l’avventura della costruzione si rimane spesso affascinati dalla miriade di materiali a nostra disposizione e dalla possibilità di utilizzarli in soluzioni che appaiono infinite. La prima fase normalmente è quella che porta a copiare i modelli presentati sulle riviste o sui libri, ma di solito questo momento lascia presto il campo a quello, ben più affascinante, della ricerca.
Quando si va sul fiume, gli occhi del pescatore sono anche gli occhi del costruttore. Eccoci così ad ammirare una bella effimera che abbiamo appena catturato e a verificare quanto poco assomigli, a nostro avviso, a una Blue dun o a una Devaux in nostro possesso. Se poi si subiscono anche dei rifiuti, ecco che allora le nostre incertezze si traducono in tragica consapevolezza delle scarse qualità delle mosche in nostro possesso.
Bisogna dire che poi, nella realtà, queste mosche fanno magari benissimo il loro lavoro (pensiamo a quanta ricerca sia stata messa in campo per costruire una Devaux e come questa sia, per il costruttore francese, un punto d’arrivo e una soluzione finale per molti problemi), ma il fatto è che, seppure non si catturi per l’errata presentazione, o per la posa sbagliata, o per una nostra posizione sul fiume non corretta, o per qualsiasi altro motivo, la prima cosa che ci viene in mente è quella di cambiare mosca.
Ed eccoci alla seconda fase, quella dell’acquisizione della cognizione che le nostre mosche, per rendere al meglio, vanno adattate, modificate, oppure addirittura inventate ex novo. Siamo al morsetto, con duemila materiali davanti: fili, polipropilene, tinsel, piume, materiali sintetici... eppure ci manca qualcosa...
In maniera terribile quanto ineluttabile, inizia la terza fase, quella dell’invenzione vera e propria. Di nascosto asportiamo fibre dalla pelliccia della madre o della moglie, coraggiosamente, in bagno, per mezzo delle pinzette girahackle ci strappiamo i peli del naso, riduciamo i guanti da cucina in sottili strisce e gioiamo all’arrivo del Natale per vedere quali novità ci siano nel reparto “addobbi per alberi” dove, anno dopo anno, si trovano materiali innovativi e a buon prezzo..
Ho costruito mosche con i materiali più assurdi: spesso sono venute male ma, ogni tanto, qualcosa di buono è saltato fuori. Ormai molti anni fa, mentre ero intento nella ricerca, pensai che avrei potuto rendere più uniformi e brillanti i corpi delle mie mosche se, al posto del classico latex, avessi avuto a disposizione una pellicola lucida. Le prime cose che misi alla prova furono quelle copertine colorate che si utilizzano per ricoprire i libri di scuola. Il risultato era buono, ma non mi soddisfaceva poi più di tanto.
Poco dopo tornai sulla mia “invenzione” per cercare di migliorarla. Con l’ausilio di un accendino, prima di tagliare la strisciolina che avrei avvolto, bruciai il bordo, che si arricciò lievemente e imbrunì. Quando avvolsi sopra il sottocorpo il mio prodotto, mi resi conto di aver trovato una soluzione decisamente d’effetto. La sera mi recai al club ed ebbi i complimenti di tutti. Al primo raduno di costruzione al quale partecipai, dopo soli tre anni da quando avevo cominciato a costruire, montai con questo sistema una emergente d’effimera. Non mi classificai bene, ma il giudice, durante le premiazioni, chiese di chi fosse quella mosca con il corpo strano, e raccontò a tutti che aveva il nodo di chiusura fatto male: quando l’aveva presa in mano per giudicarla, il nodo si era sciolto e la mosca era andata in pezzi; se non fosse successo questo, disse, la mosca si sarebbe classificata molto in alto.
Sinceramente non m’importò molto del problema del nodo di chiusura e neppure della scarsa classifica che avevo ottenuto. Fui felice del giudizio di merito dato sul mio sistema di interpretare il corpo.
Ho vinto molti raduni di costruzione, in seguito, interpretando mosche con questo sistema e mettendo un po’ più d’occhio (e un goccio d’Attak, per sicurezza!) nel fare il nodo. Vorrei anche sottolineare l’efficacia in pesca di questi semplici artificiali. Il body lucido conferisce a queste mosche un effetto attrattivo non indifferente. In acqua sono in apparenza gelatinose e il torace costruito da pelame morbido dona mobilità e vita. Trattandosi poi di un metodo non molto complesso, gli artificiali si prestano a essere costruiti velocemente e in serie, una volte preparate le pteroteche alari e la strisciolina per il corpo.

La costruzione

Il primo passo da fare è quello di preparare la strisciolina di plastica che fisseremo subito dopo la coda (che avremo già collocato al suo posto).
Per inciso occorre dire che ci sono due tipi di foglio plastico in commercio e che solo uno dei due è utile al nostro scopo. Capiterà infatti di imbattersi in fogli che, una volta a contatto con la fiamma, non si arricciano e imbruniscono ma, al contrario, prendono a bruciare e a colare senza creare il bordino nero che ci servirebbe per imitare il rigaggio. Di solito i rivestimenti plastici per documenti, comunque, vanno sempre bene.
A seconda della grandezza dell’artificiale imitato, bruceremo più o meno lievemente il bordo, che poi provvederemo a tagliare ottenendo una sottile strisciolina nera e arricciata su un lato. Una volta preparato un sottocorpo del colore da noi scelto, cominceremo ad avvolgere la plastica con due accorgimenti: dovremo stare attenti che la parte scura sia quella all’esterno e dovremo porre cura nel lasciare la parte arricciata all’esterno.
Durante l’avvolgimento della piattina di plastica potremo, a nostro piacimento, far fuoriuscire dal sottostante dubbing dei peluzzi laterali o addominali, in maniera da imitare le tracheobranchie presenti in molte specie acquatiche. In questa maniera, peraltro, conferiremo un’ulteriore impressione di movimento all’artificiale.
Terminata la costruzione del corpo, realizzeremo un dubbing con il pelame che più ci piace subito a ridosso del corpo stesso e poi vi fisseremo le sacche alari nel caso di mosche emergenti, le pteroteche nel caso delle ninfe, la testa (che io costruisco con foam ricoperto da dubbing) per le pupe emergenti di sedge. Se per quanto riguarda le emergenti di effimera e le pupe non vi sono differenze con le normali costruzioni da voi preferite una volta elaborato il corpo, per le pteroteche delle ninfe di effimera e per le ninfe di plecottero eccovi la mia soluzione, realizzata con il medesimo foglio di plastica.
Procedo innanzitutto a tagliare una sezione simile a un triangolo isoscele con i due lati uguali abbastanza più lunghi della base. Piego in due lo stesso triangolo e, sulla piega centrale, pratico un taglio che mi premetterà di creare, una volta aperto, la tipica “V” delle pteroteche di plecotteri ed effimere. Prima di riaprire il triangolo brucio il bordo che ho creato con il taglio, infine, una volta aperto, brucio tutti i bordi restanti. Se si tratta di un plecottero, realizzo e monto due o tre pteroteche di grandezza decrescente; se si tratta di un’effimera ne metto normalmente solo una. Monto le pteroteche una alla volta, fermandole con il filo di montaggio nei pressi della punta del triangolo. Dopo ogni pteroteca posiziono ancora del dubbing, non solo al fine di conferire movimento all’artificiale, ma anche per non far risultare le pteroteche attaccate una sull’altra. Il dubbing, infatti, conferisce spessore e rialza leggermente ogni teca alare rispetto all’altra. Realizzo la testa, visto che sono in tema, bruciando un pezzo di filo dello 0.80 e appoggiando la parte fusa (quella che di solito si utilizza per fare gli occhini agli artificiali) nei pressi del nodo di chiusura.
Con questo sistema di costruzione si possono realizzare una miriade di artificiali sommersi ed emergenti, dalla piccola ninfa di Baetis all’enorme ninfa di libellula, tutto con ottimi risultati non solo visivi e estetici, ma anche relativi all’efficacia in pesca.


ninfa di mosca di maggio: la sacca alare posteriore è un ovale e non un triangolo, le tracheobranchie laterali sono bianche, così come la zona preaddominale.

foglio di plastica bruciato ai bordi. Si noti lo spessore del taglio molto sottile. A seconda di quanto si voglia fare fitto il rigaggio, taglieremo in maniera più o meno sottile la striscia; al centro: triangolo di plastica piegato in due e bruciato dopo il taglio obliquo atto a realizzare la classica forma a “V” della pteroteca; a destra: pteroteca terminata dopo la bruciatura di tutti i bordi.

1) (a sinistra) Ninfa di Baetis niger; la pteroteca è colorata di nero,come quella delle ninfe “mature” poco prima dell’esclosione.

2) Ninfa piatta costruita in parte in extended body; sopra la pteroteca ho incollato una piccola piuma di storno per rendere meglio l’impressione della testa piatta dell’insetto

Ninfa di grande perla

Ninfa di Ephemerella ignita, abbastanza chiara e con la pteroteca molto grande rispetto al corpo.

Pupa emergente di sedge.
Costruisco questa mosca includendo in testa un pallino di foam sul quale monto il dubbing. Il risultato è un artificiale che staziona appena sotto la superficie e viene carpito spesso con fragorose bollate dalle trote.

Imitazione di ninfa di effimera in fase di schiusa

Effimera in fase di schiusa


Ivano Mongatti


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