Ami piegati



Testo e foto di Agostino ”Big Needle” Roncallo

Nel 1994 fu pubblicato su Fly Line un mio articolo dove proponevo di piegare verso l’alto il tratto vicino all’occhiello di un amo a gambo diritto, per conferire alla mosca maggiore equilibrio e stabilità in acqua.
Avvolgendo una hackle di gallo intorno al tratto di gambo dell’amo piegato verso l’alto, le barbe della hackle si disponevano sull’acqua con la stessa angolazione della piegatura.
Poiché piegavo l’amo con un angolo di circa 45°, le barbe della hackle di gallo si posavano sull’acqua non solo rivolte in avanti, ma anche disposte sui lati dell’imitazione impedendo possibili rotazioni laterali della stessa.
L’idea di piegare l’amo in quel modo mi era stata suggerita da un articolo del costruttore giapponese Tatsuhiro Saido, pubblicato nell’uscita di Febbraio 1992 della rivista Fly Fishermen, il quale piegava verso l’alto il tratto di amo prossimo all’occhiello per imitare le dun che galleggiano con la testa sollevata sull’acqua.
Pensai di aver avuto un’intuizione che avrebbe consentito anche ai costruttori meno abili di ottenere valide imitazioni di effimera, ma non avevo tenuto conto di due elementi negativi del montaggio che ne ostacolarono la diffusione.
Il primo era rappresentato dalla piegatura dell’amo: per compiere con successo l’operazione bisognava prima stemperarlo, tenendolo su una fiamma, piegarlo con pinze a punta sottile e ritemprarlo, altrimenti, a causa di una forte trazione, si poteva raddrizzare.
Ma piegare l’amo era il problema minore, il maggior inconveniente derivante dall’operazione era che la piegatura dell’amo influiva negativamente sulla sua efficacia di penetrazione, perché usare un amo piegato in quel modo equivaleva ad usare un amo con la curva parzialmente aperta.
Questo problema non si verificava se si piegava l’amo verso il basso, purtroppo però, con l’amo piegato in quel modo, se si desiderava che la hackle risultasse inclinata in avanti, si potevano costruire soltanto imitazioni reverse.
Confesso la mia delusione che tuttavia si rivelò utile perché mi fornì lo stimolò per creare montaggi di artificiali con hackles inclinate a piacere mediante l’uso di nottolini di foam, da me proposti in diversi articoli apparsi sulla rivista Fly Line e presenti nel libro che ne raccoglie i dressings.
Rimase il fatto che il problema ami piegati restò insoluto ed a me non piace lasciare le cose a metà.
Quello che avevo capito è che l’occhiello dell’amo piegato, per garantire un’efficace aggancio del pesce, avrebbe dovuto trovarsi in linea con l’asse del gambo; si trattava quindi di trovare il modo giusto di piegare l’amo per ottenere quel risultato.
Ci impiegai degli anni, ma alla fine capii come dovevo operare: presi una amo diritto a gambo lungo e piegai progressivamente il suo gambo verso il basso, partendo dai due terzi della sua lunghezza.

Prima piegatura

Effettuata la piegatura verso il basso, piegai verso l’alto, con un angolo di circa 45°, il tratto di gambo prossimo all’occhiello.

Seconda piegatura

In pratica ero sceso verso il basso con il gambo dell’amo tanto quanto ero poi salito, con il risultato che l’occhiello venne a trovarsi in linea con l’asse che aveva il gambo prima di essere piegato.
Avendo provato gli ami in pesca e verificata la loro efficacia, considero eliminato il maggior ostacolo ad una eventuale diffusione del montaggio, mentre, per quanto riguarda l’operazione di piegatura dell’amo, attualmente risulta più semplice da eseguire perché si trovano facilmente ami che si possono piegare a freddo.
Dopo averne testato un buon numero di diverse marche, adesso utilizzo gli ami grub della serie 700 della Personal Fancy.
Lo so che la Personal Fancy non è più sul mercato, tuttavia un amo del tutto simile al grub della serie 700 lo trovo nel negozio di Garue con il codice 240.

Grub 240

la forma di questo amo mi consente di sagomarlo facilmente nel modo che desidero. Utilizzando una pinza a punte fini, stringo il gambo del l’amo appena dopo la punta, dove inizia la curva, e, premendo sul gambo con il dito pollice, lo piego verso il basso quanto basta.
Eseguita la prima piegatura, stringo il gambo dell’amo con la pinza, in modo da determinare la lunghezza della parte che intendo rivolgere verso l’alto, e, considerando che la punta dell’amo si trova dal lato dove dovrei premere per dargli la giusta angolazione, invece di usare le dita, utilizzo un’altra pinza con le punte sottili.
Dopo la seconda piegatura, l’amo assume la forma definitiva.
Ovviamente , se l’ amo sagomato in questo modo, fosse prodotto industrialmente, sarebbe tutto più semplice e ne trarrebbero vantaggio coloro che non hanno la necessaria abilità manuale per piegare gli ami o quelli che, più semplicemente, non hanno voglia di compiere l’operazione.

DRESSING

Fasi di montaggio

1) Sulla curva dell’amo sagomato, fisso le code ed il materiale per costruire il corpo della mosca.

2) Eseguo il corpo della mosca.

3) Abbasso l’amo e lo blocco nel morsetto in modo che la parte di amo rivolta verso l’alto risulti in posizione orizzontale. Fisso nella piega dell’amo due punte di hackles di gallina o gallo, per imitare le ali.

4) Fisso accanto alle ali una hackle di gallo

5) Avvolgo la hackle intorno al gambo dell’amo cominciando ad avvolgere una o due spire della hackle dietro alle ali. Fisso la hackle accanto all’occhiello e taglio l’eccedenza.

6) Eseguo il nodo finale ed il montaggio della mosca è terminato.

Se osserviamo la mosca finita notiamo che ha delle caratteristiche che ricordano il montaggio Devaux e quello parachute.
Le barbe della hackle di gallo sono rivolte in avanti, come nel montaggio Devaux, ma, mentre in quel montaggio le barbe sono rivolte in avanti disposte a cono, quindi l’artificiale può ruotare e cadere di lato sull’acqua, quando vengono montate su questo amo, le barbe di gallo formano un collarino simile a quello del montaggio parachute, che si posa sull’acqua inclinato in avanti ed impedisce la rotazione della mosca con conseguente caduta laterale.
Dal punto di vista estetico ed imitativo sono soddisfatto della mosca: si posa sull’acqua nella stessa posizione che assumono le dun di effimera quando si fanno trasportare dalla corrente e, se è stata costruita con le giuste proporzioni e i giusti colori, è facile scambiarla per un insetto vero.



Agostino Roncallo


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