Turismo Pam: esempi da seguire!

27 Luglio 2009

Turismo Pam: esempi da seguire!
Ricollegandomi al cerchio di lunedì scorso sul no kill nel Belize, mi chiedo adesso se il turismo pam possa avere successo anche in Italia. Ci sono alcuni esempi che sembrerebbero avvalorare questa tesi: il Nera, la Valsesia, la Tailwater Tevere e il Piave a Perarolo.
Di tutte queste realtà, conosco bene quella di Perarolo, paese fantasma in cui fino a pochi anni fa non girava anima viva. Tutto il Cadore è ultimamente sprofondato in una profonda crisi dovuta alla spietata concorrenza dei cinesi nel settore dell’occhialeria, settore che qui in montagna aveva dato lavoro a migliaia di persone, tanto che molti comuni avevano del tutto trascurato gli investimenti nel turismo. Adesso le cose sono cambiate, ma è difficile ripartire da zero.
Però qualcosa inizia a muoversi. L’adozione di una gestione no kill senza immissioni ha trasformato la zona in una piccola capitale della pesca a mosca. Entro la mezzora di macchina da Perarolo le possibilità di pesca sono notevoli!
I pochi abitanti del paese sono oramai abituati a vedere girare i pam, che oltre a pescare vanno al bar a mangiare, si fermano a dormire, e a cenare. Non è difficile, dopo una giornata di pesca in Piave, andare al ristorante e incontrare altri moschisti provenienti da varie regioni italiane. Peraltro il Piave ha ospitato in questi ultimi anni pescatori a mosca provenienti un po’ da tutto il mondo!
Tutto questo perché si è capito il valore “commerciale” di trote e temoli, che tutti gli anni attirano un elevato numero di turisti pam.
L’adozione di una gestione tesa a salvaguardare certe specie, e a valorizzare un certo tipo di pesca, si sposa perfettamente con il ritorno economico che tale gestione è in grado di produrre. Non rimane altro che seguire questa strada e sperare che funga da esempio per tante altre località che tanto hanno bisogno di turismo, soprattutto in questo periodo di crisi.
Di tutte queste realtà, conosco bene quella di Perarolo, paese fantasma in cui fino a pochi anni fa non girava anima viva. Tutto il Cadore è ultimamente sprofondato in una profonda crisi dovuta alla spietata concorrenza dei cinesi nel settore dell’occhialeria, settore che qui in montagna aveva dato lavoro a migliaia di persone, tanto che molti comuni avevano del tutto trascurato gli investimenti nel turismo. Adesso le cose sono cambiate, ma è difficile ripartire da zero.
Però qualcosa inizia a muoversi. L’adozione di una gestione no kill senza immissioni ha trasformato la zona in una piccola capitale della pesca a mosca. Entro la mezzora di macchina da Perarolo le possibilità di pesca sono notevoli!
I pochi abitanti del paese sono oramai abituati a vedere girare i pam, che oltre a pescare vanno al bar a mangiare, si fermano a dormire, e a cenare. Non è difficile, dopo una giornata di pesca in Piave, andare al ristorante e incontrare altri moschisti provenienti da varie regioni italiane. Peraltro il Piave ha ospitato in questi ultimi anni pescatori a mosca provenienti un po’ da tutto il mondo!
Tutto questo perché si è capito il valore “commerciale” di trote e temoli, che tutti gli anni attirano un elevato numero di turisti pam.
L’adozione di una gestione tesa a salvaguardare certe specie, e a valorizzare un certo tipo di pesca, si sposa perfettamente con il ritorno economico che tale gestione è in grado di produrre. Non rimane altro che seguire questa strada e sperare che funga da esempio per tante altre località che tanto hanno bisogno di turismo, soprattutto in questo periodo di crisi.
Angelo Piller (Angelo) |