Rispondo: "Mi piace pescare, più precisamente pesco con la mosca artificiale".
il sottoscritto arrampicato sul dirupo a fianco di una cascata, bloccato in una fase di stallo ad un'altezza probabilmente sufficientemente mortale.
in Valtellina poco dopo l'apertura della diga mentre annaspando, con l’acqua che sale veloce, cerco di raggiungere al più presto la riva.
in Alaska, mentre mi trovo semisommerso dal ghiaccio in un lago sperduto.
in Canada con un grizzly che non troppo lontano mi guarda minaccioso.
sul Piave mentre affondo lentamente con tutta la mia (nuova) jeep nel bel mezzo di un guado troppo azzardato.
a Cape Cod, pure lì annaspando per rientrare dall'immensa spiaggia prima che la marea rientrante mi sommerga.
dozzine di faticosissimi guadi al limite e anche oltre, in correntoni da alluvione alla Real TV.
una rovinosa caduta sul ghiaccio in Rienza che mi costrinse dal dolore a rantolare a terra per una trentina di secondi.
risalire da solo, a buio pesto, una gola scoscesa con l’orribile sensazione che qualcuno ti stia seguendo.
ami conficcati un po' dovunque compreso un viaggio in ospedale con tanto di incisione per "l'estrazione".
guide cubane che mi insultano pesantemente per un nodo fatto male.
voli con aeroplanini non troppo affidabili.
immerso in bufere di neve con un vento che se ne frega quanto tu ti sia coperto.
incontri con tossici eroinomani intenti a lavare nel fiume la loro "attrezzatura".
ulteriori incontri improvvisi con vipere o inquietanti bisce, ragni più o meno pelosi e vespe isteriche.
improvvise grandinate superdotate.
temperature polari e quindi mani e piedi gonfi e congelati che dire doloranti è poca cosa.
frane di enormi massi evitate per un soffio in un canyon sulla Sava.
vermaioli sghignazzanti che mi lanciano apposta sulla coda.
acqua gelida all'interno degli stivali bucati: quasi una costante in tutte le stagioni.
tagli alle dita oramai sanguinanti.
il belly boat che in mezzo al lago lentamente si sgonfia e che se pinneggi troppo velocemente ti becchi i crampi e allora non raggiungerai mai la riva in tempo.
morsicate di lucci, ma anche i denti di grosse trote possono lasciare il segno.
sopportare stoicamente nuvole di zanzare perché coincidono con la schiusa serale.
storte e slogature varie.
incontri con bracconieri poco raccomandabili.
moschini islandesi e venezuelani che mi portano ad una dolorosa reazione allergica.
notti insonni per l'emozione di fare una pesca “nuova” e poi di giorno barcollare come uno zombie, per poi ovviamente cappottare.
fucilate ravvicinate di cacciatori seguite da una simpatica pioggia di piombini.
maniaci sessuali eccitati dai miei stivali e pronti a farmi provare la loro "canna".
fulmini poi non così troppo lontani.
dolorose scottature solari, insolazioni che portano a forti mal di testa.
guardiapesca pignoli e rompiballe che pretendono di farti attraversare il Rio delle Amazzoni solo per controllare il permesso.
vesciche su mani e piedi.
ginocchiate sulle rocce tali da farti sentire rimbombare il menisco.
una sete che uccideresti tua nonna con il machete per un sorso d'acqua…, acqua in cui peraltro sei immerso da ore.
prostitute mollicce ultra sessantenni dallo sguardo malinconico che, dopo il “coup de soir” mentre ti appresti a cercare la tua vettura, iniziano a comparire qua e là.
dirupi affrontati all’alba con il fiatone e la fretta di chi ha "fame" di pescare.
in Liguria su una barchetta a sfidare solitario tombarelli fantasma in balia di un mare furioso.
furti subiti nella macchina parcheggiata in prossimità del fiume.
cani rabbiosi che mi costringono a guadare il fiume…una volta vi riuscì anche una mucca!
fagiani che quasi inconsapevolmente calpesto e mi fanno venire un infarto svolazzandomi praticamente addosso.
ore e ore di camminata in più di mezzo metro di neve per raggiungere il torrentello sperduto...e poi bisogna tornare...o morire assiderati.
mal di schiena e crampi vari.
spine, rovi e ortiche.
cagarella improvvisa e...