AUT - Gail - riserva hotel Post

Racconto della mia prima avventura di pesca in Austria 
Austria  28/07/02 di Alberto Zornetta (Onepam)

Basta! Leggere e rileggere reportage di pesca in Austria o Slovenia, potevo solo fantasticare, sognare, davanti a un computer o sfogliando una rivista, posti stupendi, acque limpide, pesci fantastici, abbondanti schiuse…non vedevo l’ora di provare a pescare anch’io in questi luoghi, nonostante abbia solo 16 anni (non è mai troppo presto ... ).
Finalmente, dopo un’estenuante trattativa stile calcio-mercato, sono riuscito a convincere i miei genitori (che "odiano" la pam) a portarmi a pescare in Austria per una settimana, precisamente nella riserva dell’hotel Post, albergo situato nel paesino di Kotschach-Mauten (750m .s.l.m.), che gestisce ben 29 km di acque e 3 laghi di montagna.
La valle della Gail è ampia e verdeggiante, incantevolmente tranquilla. Il fiume, dal ponte in paese, si presenta subito in ottime condizioni ed io sono felicissimo perché non è raro trovarlo alto e velato a causa delle abbondanti piogge che cadono ogni anno in questa zona della Carinzia. Prima di partire quindi è meglio informarsi sullo stato delle acque (linea diretta dell’hotel per i pescatori: +43 4715 221-0) e seguire i bollettini meteo. Il pericolo di trovare acqua da neve è limitato: solo i mesi primaverili possono risultare a rischio, fino a metà giugno.
La Gail a valle del paese di Kotschach-Mauten.

La prima mattina mi sveglio di buon ora e dopo un’abbondante colazione all’hotel, fatti i vari permessi, vado finalmente a pesca!
Scelgo di affrontare il tratto più a valle della riserva sulla Gail, lungo 3 km, ricco di temoli e di trote iridee che hanno persino trovato in questo fiume le condizioni adatte per riprodursi e quindi è inutile dire che sono tutte semplicemente fantastiche.
La Gail qui non è bellissima: in parte gli argini sono regolati e il corso si presenta a forte corrente, anche se non mancano grossi massi che creano ottime postazioni di caccia per i pesci. Comincio sondando il sottoriva a secca: primi due lanci, primi due pesci, e capisco subito che la musica qui è diversa da quella italiana…
Una trota iridea di medie dimensioni.

Catturo in prevalenza iridee, non di grandissime dimensioni, e pochi temoli, che preferiscono piccole imitazioni scure. Le mie catture non eccezionali non devono comunque far pensare alla scarsa presenza di pesce di taglia, sono solo la conseguenza della mia tecnica, diciamo, ancora in via di perfezionamento ... Pesci, infatti, ce ne sono e neanche troppo smaliziati: pensate che sono riuscito ad ingannare un bel temolo sui 35 cm con un moscone da caccia sul 12! Verso sera, appena prima del momento magico, scoppia un furioso temporale che mi costringe a tornare in albergo per poi "fiondarmi" affamato in un buon ristorante.

Il giorno dopo mi sveglio e ammiro il sole che illumina la splendida vallata - la giornata promette bene!- A colazione conosco 3 bravissimi pescatori, che sarebbero poi diventati i miei compagni di pesca per l’intera vacanza.
Decidiamo di recarci nella parte alta della riserva sulla Gail, nelle cosiddette "gole", un luogo selvaggio, veramente affascinante.
Le stupende ''gole'' della Gail.

Il paesaggio che si presenta davanti ai nostri occhi è veramente spettacolare: il fiume, limpidissimo, scorre fra pareti in parte rocciose, in parte boscose, si allarga improvvisamente in una piana e si nasconde, ancora, tra alti costoni di roccia. Gli accessi, ma soprattutto gli inevitabili guadi, non sono dei più agevoli.
In questa zona la popolazione ittica è costituita in prevalenza da iridee selvatiche, anche se non mancano le trote fario.
Pesco con una mosca da caccia rossastra e i risultati non tardano ad arrivare: le trote, perlopiù iridee, grazie anche ad una bassa pressione piscatoria, bollano sulla mia mosca con continuità ed alcune di queste raggiungono taglie decisamente interessanti.
Assolutamente da non trascurare i piccoli "rami" laterali del fiume che a volte regalano le sorprese più belle.
Una trota iridea dalla bellissima  livrea.

Bhè, devo dire che la vacanza è cominciata proprio con il piede giusto: sole, fiume splendido, bei pesci, ottima compagnia, cosa posso chiedere di più?
Il terzo giorno trascorre piacevolmente sul fiume tra pesca e immancabili momenti di relax. Nel pomeriggio il cielo si fa minaccioso e nelle piccole buche a monte del paese, dove la Gail diminuisce temporaneamente la sua portata a causa di una piccola centrale idroelettrica, i pesci cominciano a bollare con una certa frequenza e allora, montando una piccola imitazione marrone in cdc, mi diverto moltissimo fino alle 19.00, quando si scatena il diluvio.
Fario catturata appena prima del temporale.

Piove forte per tutta la sera. - Sarà pescabile domani la Gail? –

Le mie speranze non si sono avverate, purtroppo; il fiume si presente la mattina di giovedì color caffè. Cosa posso fare? Fortunatamente la riserva dell’hotel Post è vastissima e comprende anche affascinanti torrenti come il Valentin, il Mulbach, l’Angerbach, oltre a 3 laghi situati in paesaggi incantevoli: il Valentinsee, incassato tra le rocce e dimora di enormi trote, lo Zollnersee, un bacino d’alta quota (che sconsiglio vivamente), e il Grunsee, meta della mia quarta giornata di pesca.
Il lago Valentin, le cui acque vengono sfruttate da una piccola centrale elettrica di proprietà dell’hotel.

Il tempo è pessimo: nuvole, vento, freddo e, a tratti, piove. Il lago Verde, così chiamato per il colore delle sue acque, è situato in un gradevole paesaggio alpino, a 1250 metri di altitudine ed ha un’estensione di 31000 mq.
Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, i pesci (fario, iridee, salmerini, trote lacustri e temoli) bollano ed io monto subito una piccola imitazione di formica alata, che si rivela veramente la scelta migliore, in quanto le trote, anche di ottime dimensioni, sembrano gradire.
Nel punto in cui il torrente Angerbach si immette nel lago l’acqua è limpidissima e i pesci si vedono molto bene. Noto che alcuni temoli stanno bollando proprio vicino a me, lancio una red tag sul 20, posa perfetta, Mr. Temolo sale ... c’è! La lotta è entusiasmante e dopo varie fughe e salti fuori dall’acqua si lascia fotografare. Che bello!
In quell’acqua trasparente vederlo salire…semplicemente fantastico!

Nel pomeriggio scompare l’attività in superficie e così mi dedico all’emozionante ma difficile ninfa a vista sempre alla foce del torrente con piccole imitazioni chiare, non quelle gold head, sembra spaventino i pesci.
In questo lago c’è anche la possibilità di uscire con una piccola barca a remi, dalla quale si può pescare a streamer con buoni risultati, scatenando l’aggressività delle iridee.

Siamo giunti così al penultimo giorno di pesca, il fiume non ne vuole proprio sapere di schiarirsi: la scelta della destinazione cade allora sullo Zollnersee, un bel lago alpino a 1770 metri s.l.m. Per accedere a questo specchio d’acqua bisogna pagare un permesso supplementare di 30 euro ma, personalmente, non lo rifarei. Il lago ci ha riservato una grossa delusione: in una mattina, in tre, siamo riusciti a prendere solamente una misera iridea a streamer, - meglio andarsene!-.
Passiamo allora il resto della giornata sulle rive del Grunsee, con risultati non troppo esaltanti. Ho tentato due lanci anche negli infrascati torrenti del comprensorio, che ospitano in prevalenza sospettose fario di taglia modesta.

Sabato il fiume si schiarisce, ma non è ancora del tutto limpido. Ma quanta pioggia sarà mai venuta?? Decido di provare ugualmente la Gail e, specialmente in mattinata, le catture di iridee si susseguono con mosche da caccia color oliva.
Concludo la giornata con un buon “bottino”: due temoli, moltissime iridee.
La vacanza volge rapidamente al termine e sono costretto a salutare un luogo che mi ha dato veramente tante soddisfazioni, avendo pescato pesci (in particolare i temoli) che fino a poco tempo fa potevo solo ammirare in fotografia e avendo conosciuto persone brave e simpatiche che condividono la mia grandissima passione.
Un giudizio sull’itinerario, quindi, molto positivo: con le condizioni adatte il fiume è stupendo, i torrenti e i laghi (che non devono costituire solo un ripiego) offrono entusiasmanti sorprese e in più, fattore non meno importante, l’hotel è molto accogliente e il paese vive immerso nella calma e nella tranquillità, circondato da una natura meravigliosa.

Informazioni utili:

ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

- La canna che ho maggiormente utilizzato per pescare è una 8’6’’ #5, con la quale potevo adattarmi a molte situazioni. Tuttavia sarebbe meglio pescare con un attrezzo leggermente più lungo, soprattutto nel fiume e nei laghi. Ottima invece una 7’6’’ #4 per i torrenti. Per quanto riguarda i finali, ho pescato quasi sempre con un tip dello 0,14, tranne che nelle "gole", dove con uno 0,16 si può stare più tranquilli.
La mosca secca che mi ha dato sicuramente le soddisfazioni maggiori è stata l’imitazione di formica alata, data l’abbondanza in zona di questo tipo d’insetto, ma funziona in genere qualsiasi tipo di imitazione scura, oltre alle immancabili sedge. Eccezionale anche la cernobyl ant, da utilizzare in corrente.
Per l’abbigliamento, indispensabili gli waders, non necessariamente le suole degli scarponcini devono essere chiodate.

REGOLAMENTI E PERMESSI:

- Nei 29 km di riserva dell’hotel possono pescare solo coloro che alloggiano nell’albergo, per un massimo di 20 pam al giorno. Obbligatorio il catch&release.
Il permesso di pesca per 6 giorni costa 188 € + 10 € per la licenza.

VIABILITA’:

- Prendere l’autostrada per Tarvisio (A23), dopo Udine uscire al casello "Carnia-Tolmezzo" e proseguire sulla ss52 per il passo di Monte Croce Carnico, che separa l’Italia dall’Austria. Superato il confine, procedere per 15 KM fino al paese di Kotschach-Mauten. L’hotel Post si trova di fronte la chiesa dell’abitato di Kotschach.

Per ulteriori informazioni, consiglio di visitare il sito http://www.flyfish.at .


Alberto Zornetta (Onepam)


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