AUT - Steyr Aprile 2001

Austria   07/04/01

Quando la realtà non delude le aspettative


Testo e foto di Beppe Saglia


Ho sempre associato l'apertura legale della pesca con l'inizio di una particolare quaresima, che tra digiuni e astinenze scorre lenta cullando fantasie di mosche di maggio e chalck streams, sedges e torrenti alpini, e che normalmente si conclude a maggio/giugno con un paio di uscite all'estero.

Quest'anno, complice il GAS con cui ho avuto in inverno i primi contatti, ed il suo "el comandante y leader maximo", Lord Fenner, la quaresima è finita anticipatamente il 5 aprile.

Adesione di massima a Montichiari, quindi subito sorpresa nel vedere come il Perfido (Lord Fenner per le new entry) organizza le uscite alieutiche. Una decina di e-mail con richiesta di conferme, informazioni dettagliate, prenotazioni, sistemazioni logistiche per camere e auto, orari, vettovagliamento, attrezzature, insomma, si scorre la check list e si parte sicuri.

Il 5 aprile ultimo messaggio a tutto schermo" Wasser ist OK! IGNITION". Si va.

Iridea dello Steyr.

Partenza scaglionata, prima Lord Fenner, Jerchov e Nick Adams, a seguire chi scrive (Beppe S.) con Web Master e Fabrizio.

Il viaggio è lungo, otto ore da Torino a Steinbach, con la solita spruzzata di neve al Brennero, ma a parte le carenze alcoliche (fiaschetta di whisky bruciata prima di arrivare al casello autostradale), corre veloce al ritmo scandito da scenari noti, a cui solo l’abitudine toglie la residua poesia. Dopo l’opulenta bassa lombarda ed il veneto del boom, è il trentino che prepara l’occhio ai panorami puliti dell’Austria.

Nel frattempo discorsi seri e cazzate si sprecano, mischiandosi a speranze per la vacanza ed a racconti del passato che ingigantiscono le sensazioni man mano che i ricordi si sfumano.

Nove in punto ci si trova sul ponte di Steinbach. Tutti di corsa a guardare l'acqua; sembra bella, con i livelli giusti.

Il colpo d'occhio non è male, con le luci del paesino che trascolorano in guizzi e riflessi fino a fondersi e confondersi nella lunga lama a monte del ponte pedonale e lo scroscio della cascata della nuova diga che mi suggerisce di chiudere gli occhi e gustarmi il suo rumore. Ma ormai l'esperienza me lo ha ampiamente insegnato. C’è poco tempo per le sensazioni in diretta; il disco fisso è comunque capiente, un save giusto per poterlo rivivere quando, prima di addormentarmi la mia mente si dissolve inevitabilmente su un fiume.

Bando alla poesia e assalto al vicino pub di Anne und Raimund, a gustare agnello e patate, a bere birra, e a guardare quella del tavolo accanto, che sono solo otto ore che non vediamo una donna, ma dai discorsi sembra già una vita. Faccio vedere al perfido una 4’ i per la #3 appositamente costruita per lui. Di fronte alla sua reazione schifata ritiro la canna, un'ultima birra e andiamo a letto.

Temolo dello Steyr.

Sveglia alle 7,30, colazione abbondante, permessi compilati direttamente dalla Anna, e siamo in pesca. TLTillatori a monte, tradizionalisti a valle.

Nonostante una settimana di preparativi (giubbotto in ordine, coda ingrassata, finale già pronto) riesco a farmi bruciare sul tempo da Fabrizio, che aggancia e perde il primo temolo (enorme, ma tutti i suoi pesci sono enormi!) mentre mi attardo ancora alla macchina a legare la ninfa. Già la ninfa, perché il fiume, per quanto bello e promettente a quest’ora del mattino è muto.

Prendiamo una decina di pesci battendo le veloci correntine a valle del ponte, e perdendone altrettanti. Infatti la ferrata sovente arriva in ritardo, causa il difficile controllo visivo e tensionale con la punta della coda. Sono pesci molto belli, fario ed iridee in eguale misura. Giunti alla diga dobbiamo giocoforza risalire e decidiamo di provare a monte del ponte. Ci incamminiamo sulla pista ciclabile che costeggia il fiume in sponda destra, sopraelevata rispetto allo stesso di alcuni metri e osserviamo il sottoriva. Notevole densità di pesce, con alcune trote già nervosette, segno che le danze stanno per iniziare. Proviamo a sondare alcune correnti sino a giungere all'estremo nord della riserva in un tratto molto bello e molto produttivo; grossi massi disseminati su un fondale maturo e profondo circa 1 mt. Posto splendido.

L'autore in azione.

Allungo la Palù oltre al limite della decenza (saranno 12/13 ft), e sondo al tocco gli anfratti muschiosi tra roccia e roccia. Dietro ogni masso c'è una trota, la grossa ninfa in pelo si rivela micidiale. Catturo svariate iridee sui 40 cm. dalla livrea stupenda, toniche e combattive. Sto pescando come coloro i quali spesso ho denigrato. Una bollata nel sottoriva opposto ci consiglia di tornare a valle.

Rincontriamo Nick Adams verso le 11.30. Poco propenso a pescare a ninfa, dice di non poterne più dello Steyr e chiede informazioni su eventuali musei da visitare (?!), salvo ricredersi un’ora dopo quando nella lunghissima lama sopra al ponte inizia l’attività di superficie. Libidine.

Lo Steyr da il meglio di sé. Schiusa mista come non vedevo da tempo. Cominciano a scendere degli ecdionuridi (ecdyonurios venosus) e a sfarfallare delle leuctre (leuctra fusca), ma ho un sobbalzo nel vedere stagliarsi l’inconfondibile siluette dell’eperus (epeorus torrentium), foriero di grandi soddisfazione in madre patria. Osservo però che incredibilmente scendono indenni e l’attività dei primi pesci si concentra su piccole beatidi chiare (Centroptilum pennulatum?). Due tentativi con l’imitazione più simili che ho, una con quella che non mi ha mai tradito (ovviamente sino a quel momento), quindi scelta irrazionale al 100%, rosina sul 16 ed inanello tre temoli ed una trota uno dopo l’altro. La misura della selettività del pesce me la da Fabrizio, quando stufo dei rifiuti mi chiede che mosca uso. Tra noi, in tanti anni di pesca insieme si è creato un codice etico comportamentale, che pone tale evento (il chiedere appunto direttamente il tipo di mosca) nel punto inferiore della curva della dignità, ben sotto al classico "posso provare a tirarci una volta?". Ma siccome la PAM è tutto ed il contrario di tutto, ci pensa il buon Nick a sconvolgerci catturando un temolo con mosca sul 12 e finale dello 0.20!!!

Fabrizio che recupare un pesce.

Verso le 14.30 commetto un errore micidiale. Cedere ai morsi della fame, coinvolgendo i compagni di pesca in una sosta al night club (ebbene si, a Steinbach ci saranno cento abitanti, ma c'e un night club che di giorno sforna eccellenti panini di pecora e cipolla di cui non ricordo il nome), che si rivelerà purtroppo lunghissima, privandoci di una buona ora di presumibili bollate. Peccato di gioventù che non si ripeterà il giorno dopo. Torniamo al fiume, ancora qualche pesce a secca, poi l'attività decresce, facendoci optare per la ninfa con la quale cerchiamo inutilmente di insediare le grosse trote viste sotto il ponte pedonale. Il rendez-vous con Lord Fenner, Jercov e WB, avviene a sera proprio mentre Nick Adams allama e salpa (a ninfa!!!) un temolo stimabile sui 50 cm. Anche loro si sono divertiti catturando in abbondanza.

La sera è stata caratterizzata da un frugale pasto, preparato direttamente da noi nella cucina che Anna mette a disposizione del G.A.S.

Salsiccia cruda di Bra, selezione di quattro diversi salami crudi, freschi, stagionati e sotto grasso, lardo della vena alle erbe, spaghetti alla carbonara cucinati dal perfido in dosi massicce, verticale di formaggi comprendente formaggi di Langa, erborinati d'alpeggio, caprini francesi stagionati in grotta, Castelmagno, Braciuck, il tutto annaffiato da ottima selezione di barbere astigiane affinate in barrique, barbaresco e sautern. Sigaro offerto dal Lord più dopo-sigaro offerto dal farmacista (il famigerato Jechov, che te lo immagini in un modo e te lo ritrovi proprio così, grande simpatia e battute esilaranti).

La seconda giornata di pesca, inizia con la stessa divisione in squadre. Io, Fabrizio e Nick partiamo a piedi dal ponte, stavolta con canne più consone alla nostra filosofia, decisi a scoprire il fiume e a sfruttare al massimo il momento della secca. Un rigiro di corrente in testa ad una lunga lama ci regale diverse catture a vista. Fabrizio allama un paio di temoli veramente notevoli. Incrocio Jerchov che sta scendendo e noto la buona padronanza che ha nel controllo della ninfa sia nel lancio che in acqua.

Salgo da solo, mi gusto un paio di Km di Steyr a dir poco stupendi. Il tratto più bello, incassato tra due rive boscose, largo 30mt, acqua verde azzurra trasparente alta circa 120/150cm, senza inquinamento visibile, fondo ghiaioso non scivoloso, candido, pesci in quantità, nessuno che pesca oltre noi sei.

Vedo il Perfido da lontano, con la canna piegata, e lo raggiungo mentre salpa una bellissima iridea. Il tempo di slamarla e mi passa la canna in mano. Ero curioso di provare la sua Scott 10‘ per la #4, ma non pensavo fosse cosi micidiale. Mi è bastato tenerla in mano e mentre ne osservavo le finiture, una trota ha provveduto a suicidarsi da sola senza che io facessi assolutamente nulla. Potenza del lato oscuro, e potenza delle sue micidiali ninfe tungs (SGS). Comunque sia, canna, mosca o poteri particolari il Perfido a ninfa con lo strike indicator se la cava molto bene. Dalle paratie del canale sottostante la vecchia cartiera, ha allamato in rapida successione una mezza dozzina di splendidi pesci, mentre io cercavo disperatamente di far affondare il mio ninfone con risultati deludenti.

Sorcio del fiume.

Raggiunto il Web Master, che pesca handicappato per problemi alla schiena, ci siamo soffermati in un tratto molto caratteristico tra le due chiuse, con livelli bassissimi, su pesci estremamente selettivi, allamandone parecchi, mentre una fitta pioggia iniziava a cadere.

Panino al volo, e ancora qualche chance a secca in una bella lama purtroppo con dieci cm d'acqua di troppo, tanto da non riuscire a reggere stabilmente la corrente. Unica concessione alla TLT, dieci minuti di lanci sottoriva e sottofrasche (non sempre sotto), quando già avevano smesso di bollare. Poi ritorno in paese e ultime catture. Io e Jerchov a secca nella lama a monte della diga immersi sino alle ascelle, gli altri sotto al ponte, giusto per prendere quella bella da portare a casa e farci uno splendido sugo per i rimanenti spaghetti, questa volta sotto la direzione di Fabrizio, che in cucina se la cava alla grande.

Vi risparmio il menu, ma abbiamo stravaccato come la sera prima.

Io in particolare non ce l'ho più fatta a ritornare in paese e andare a compiere innominabili performances piscatorie dal ponte. Non scendo nei dettagli, il GAS non deve essere ricattabile. (Fabrizio e Jerchov si.)

Il giorno dopo mesto ritorno a casa, con svista colossale sulla deviazione per Milano. Solo quando nei pressi di Modena è comparsa in cielo l’immagine pia di Padre Brown, mi sono reso conto di aver sbagliato strada e di aver allungato il tragitto di almeno duecento Km.

Un'altra cattura dell'autore.

Che dire in conclusione?

Il fiume è splendido, ricchissimo di pesce e di micro fauna. E' un tratto tutto pescabile, senza nessuna difficoltà di lancio, né con particolari problemi di dragaggio. Non ha il fascino né il contesto ambientale delle grandi risorgive (Unica, Test, Gacka), ma è sicuramente molto meno battuto e più generoso di catture (nei giorni scorsi, il quardia-pesca, che come controllo si è limitato ad una discreta conversazione con il Perfido, ci ha riferito della cattura di una fario superiore agli otto chili). Il costo è commisurato al valore del fiume e alla pressione ittica.

La compagnia del GAS si è rivelata ottima, il Perfido è molto meno alieno in pesca che come opinion leader in PIPAM, ma questo era presumibile. Jerchov è spesso irresistibile, Fabrizio un animale da compagnia, Andrea Cuccaro l'unica persona perbene o almeno normale (anche perché rigorosamente a dieta!), ma uno, uno su tutti si è rivelato un mito, l'imperturbabile Nick Adams (d’ora in poi BUBU), ovvero "Ma se in Austria parlassero olandese (?!)"

Alla prossima.

23 aprile 2001

Un sottoriva molto interessante.


Beppe Saglia (Servizi giornalistici del G.A.S.)



© PIPAM.com

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