ITA - Una giornata a sgombri in Adriatico
![]() di Adriano Nicotra (Adriano Cortina)
La mia prima esperienza.
![]() Non ero mai stato a sgombri e quando, durante un’uscita in Unica, Angelo ci propose di organizzare una pescata a questo pesce azzurro ci trovò tutti d’accordo, un po’ di saltwater tanto per cambiare sarebbe stata una novità interessante.
Sono passati solo una ventina di giorni dalla decisione di andare a pesca dello scomber scombrus ed eccoci a Porto Levante, a sud di Chioggia, pronti ad affrontare una giornata che si è rivelerà intensa e divertente. ![]() La spedizione è composta (da sinistra a destra) Fabio “Red”, Angelo “Angelo”, Paolo “Imac” Luca “Luca.fly” e, naturalmente, il sottoscritto dietro la macchina fotografica (“Adriano Cortina” ndr).
Il luogo dell’appuntamento con il comandate dell’imbarcazione, Paolo, è alla darsena. Dopo i soliti convenevoli il comandante ci spiega che il periodo migliore di pesca per questo pesce va da marzo ad ottobre per cui ci assicura che in questo periodo (giugno), di sgombri in Adriatico ce ne sono in abbondanza ... il tutto sta nel riuscire a prenderli. Normalmente gli sgombri vivono in branchi in acque profonde ma quando si avvicinano alla costa non disdegnano salire in superficie per ciabarsi di sardine. Lo sgombro ha un corpo robusto e affusolato rivestito di piccolissime squame ed è un veloce nuotatore ed un vorace predatore fornito di una bocca molto grande con denti piccoli ma acuminati. Pur non essendo di grosse dimensioni (al massimo può raggiungere i 45 centimetri) è un pesce molto divertente da pescare, sopratutto quando se ne agganciano due o tre in contemporanea. ![]() Carichiamo tutta l’attrezzatura in barca, molliamo gli ormeggi e partiamo: sono circa le 9:00 e c’è già un caldo bestiale! Visto che il ritorno è previsto nel pomeriggio ed in cielo non c’è neanche una nuvola mi cospargo subito tutta la faccia di crema protettiva onde evitare di abbrustolirmi come una costina!
Mentre l’imbarcazione prende il largo iniziamo a preparare le canne e, vista la mia inesperienza, chiedo consiglio agli altri su che attrezzatura usare ed alla fine opto per una canna 9’ coda 8 e come coda decido di usare una “Teeny Saltwater ts 250”. Azzeccare il grado di affondamento della coda è fondamentale per pescare con successo. A volte gli sgombri si trovano diversi metri sotto la barca, altre volte ancora, in prossimità della superficie dell’acqua anche se, solitamente, dopo un po’ che si brumeggia, i pesci tendono a salire. ![]() Paolo, il comandante, ci spiega che inizialmente, occorre fare affondare le mosche il più possibile senza dover fare lanci lunghi, una volta raggiunta la profondità si deve "strippare" molto velocemente, come quando si pescano le cheppie.
Il finale utilizzato è molto semplice uno spezzone di monofilo dello 0,28 su cui vegono realizzati due barccioli sempre dello stesso diametro. Dopo una ventina di minuti la barca rallenta, alziamo la testa e vediamo un gruppo di imbarcazioni ancorate una vicino all’altra in mezzo al mare, capiamo subito che siamo arrivati in zona di pesca. Neanche ancorati, Angelo è già con la coda in acqua, peccato che il brumeggio doveva ancora essere buttato! Comunque, qualche minuto dopo avere pasturato, la prima cattura la fa proprio lui. Il branco di sgombri è già sotto la nostra barca. Monto subito due streamerini di colore bianco su finale del 0,28 e lancio, nel frattempo “Imac” inizia a catturare con costanza e riesce anche a fare la prima doppietta di sgombri. Dopo svariati lanci senza catture, capisco che qualcosa non va. Il cappotto con questo caldo proprio non lo voglio! ![]() Mi avvicino agli altri che continuano a tirare su sgombri in maniera continua e sistematica, e con fare apparentemente disinteressato, butto l’occhio sulle loro mosche.
Noto subito che sono di dimensioni più piccole delle mie e con varie colorazioni. ![]() Chiaramente io mi ero preparato solo streamer piuttosto grossi e tutti di colore tendente al bianco… perfetto!
Per fortuna, o colpo di genio, mi sono portato la borsa da costruzione con il morsetto e mi infilo subito sotto in cabina per costruire qualche mosca “giusta” nonostante il caldo allucinante. Intanto il resto della banda continua a tirar su pesci e a prendermi per i fondelli. Grondante di sudore e con la barca che ondeggiava, riesco a fare queste quattro mosche che fortunatamente mi risolvono la giornata. ![]() Paolo con il suo brumeggio speciale è riuscito a mantenere per tutto il tempo gli sgombri in attività. Lui li pesca con la sarda catturandone uno ad ogni lancio. Incuriosito poso la canna da mosca e gli chiedo se mi fa provare.
Devo dire che mi sono divertito come un matto mentre gli altri inizialmente mi guardavano schifati poi, visto la frequenza delle catture, hanno provato anche loro. *8) La giornata è trascorsa velocemente, tra catture divertenti e battute molto pesanti. Ancora mi domando cosa avrà pensato di noi Paolo il comandante…mah! ![]() Devo dire che questo tipo di pesce mi ha stupito per la sua combattività.
E’ incredibile come pesci di dimensioni tra i 25 e 35 cm facciano delle fughe così potenti, poi quando se ne catturano due o tre insieme il gioco si fa più divertente. Per prendere più sgombri in una sola volta, è importante non recuperare subito alla prima abboccata, in modo che i pesci possano attaccare gli altri artificiali del finale. La giornata è stata coronata da un buonissimo prosecco ed un ottimo pranzetto preparato dal comandante. Si è trattata di un’esperienza di pesca che consiglio a tutti i pam, perché è qualcosa di diverso dalle solite uscite: tecnicamente non troppo difficile, può essere molto fruttuosa come catture, poi con la compagnia giusta… il divertimento è assicurato! ![]() Adriano Nicotra
P.S.: Per quanto riguarda gli sgombri vorrei precisare che è molto difficile riuscire a fare il catch & release dato che l'attacco è molto deciso e molto frequentemente sanguinano per cui credo che l'unica cosa da fare è dargli una "fine gloriosa" in padella per cui mi permetto di consigliarvi due ricettine che non sono male:
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