SWE - Viaggio premio in Svezia

Svezia 26 Aprile - 01 Maggio 2007



di Antonio Fadda (Popeye)

Tutto è iniziato in Valsesia, l’incontro organizzato dal Pinna Blu, in cui si è tenuto l’annuale convegno della Thymallus, ho partecipato volentieri all’incontro ed al convegno, partecipo spesso a questi convegni perché mi tengono al corrente su argomenti che mi interessano particolarmente, in questa occasione poi vi era la possibilità di incontrare molti vecchi amici e tanti amici di Pipam, ebbene nel corso di un frugale pranzo mi si avvicina il mitico Balboa e mi dice, partecipi anche tu?.....stiamo facendo una lotteria per aiutare il club, la Shimano offre prodotti e come premio finale, un viaggio in Svezia…ovviamente acquistai il biglietto per aiutare il club, senza pensare minimamente al premio.
Nel pomeriggio l’ultimo estratto fu il numero 49, numero che da oltre mezzora tenevo tra le mani e che stavo per buttare in quanto, tutti vincevano vari prodotti ed il sottoscritto niente, ebbene per una volta un po’ di fortuna mi ha fatto tornare a casa molto contento e…il 26 aprile…..partenza!.
Passato a prendere gli amici Franco e Bepin che mi accompagnavano in questa gita, appuntamento con Raf e lo zio Max a Orio al Serio 18.00, in autostrada una spaventosa coda, fortunatamente nell’altra corsia, non annunciava niente di buono, giunti all’aeroporto i posti parcheggio erano esauriti quindi corsa alla ricerca di un parcheggio dove lasciare la macchina per una settimana, all’aereoclub la cosa si risolse, alla modica cifra di 9 eurini al giorno un posticino all’aperto in un’area enorme lo trovammo.
Partenza puntualissima ore 20.35 ed arrivo altrettanto puntuale in un piccolo aeroporto a sud di Stoccolma.
Ritiro delle auto prenotate carico bagagli e partenza per l’Alvkarleby Fiskecamp dove giungemmo se non ricordo male 3 ore dopo verso le 02.30 della mattina, ritirate le chiavi ci accomodammo nei lodge a noi assegnati, piccoli ma caldi, ho dovuto usare un po di olio di vaselina per entrare nella cameretta in cui io e Franco, su letti a castello avremmo passato indimenticabili notti in lotta con i tappi per le orecchie per cercare di smorzare il frastuono atroce che produceva la nostra laringe, e Franco con gli scossoni che davo al letto nel girarmi, 145 kilogrammi che si rivoltano sono una sorta di terremoto, specialmente per chi dorme nel letto superiore, Bepin invece si “accontentò” di dormire nel divano letto che era posto nella unica stanza che fungeva da sala da pranzo, forse l’unico che qualche sonora dormita è riuscito a farla, seppur anche lui munito di super tappi per le orecchie.
Appena chiusi gli occhi ecco subito le 4.00 di mattina, la luce entrava a piene mani dalle finestre schermate, per modo di dire da una tendina bianco azzurra che a tutto serviva meno che a oscurare l’ambiente, a quell’ora mi sono fiondato dal letto e sono subito andato a controllare il fiume che distava pochi metri
Tutto calmo, arietta insistente ma non fredda, saranno stati 15 gradi, bene pensai tra me e me, si prospettano ottimi giorni di pesca, il programma per il primo giorno prevedeva una visita ad un negozio di pesca situato a Gavle, circa una trentina di Km dal camping, pranzo al camping dove nella reception era ricavato un simpatico ristorantino self-service dove con 55 Kr circa 7 euro puoi saziarti con le specialità del catering locale.
Pomeriggio dedicato a istruzione sul campo, ovviamente canna a due mani, qui già le cose cominciavano ad apparire meno semplici…. eppure in palestra e su prato con la 15 piedi lanciavo benissimo…..ci è voluta tutta la pazienza dello zio Max per far di noi, un branco di rincoglioniti adepti della 7e mezzo coda 4, in pietosi lanciatori con canne a due mani 13/15 piedi coda 9/11, ma tant’era la voglia di iniziare che subito dopo ci precipitammo lungo le sponde del fiume, che si presentava ampio e ben fornito di acqua nonostante Raf e lo zio Max insistessero col dire che fosse in magra.
Immediatamente posti di fronte alla cruda realtà della due mani, la lezione forse non era stata seguita con la doverosa attenzione, la Shooting head intermedia, non voleva collaborare, insieme a lei la punta affondante mi poneva in serie difficoltà, poderose figure barbine erano in agguato ad ogni tentativo di estrarla dall’acqua, over head proibita per cui ogni tentativo di imitare i pescatori presenti risultava uno sfracello di casino sull’acqua, finalmente con fare misterioso decisi di uscire dall’acqua prima che qualche “collega” me lo imponesse a forza di sassate, per essere il primo giorno era già abbastanza, a sera ci rifugiammo nel lodge di Zio Max e compagni e qui fu ammannita per tutti una colossale pastasciutta che fece vendetta del pasto meridiano....
Il giorno successivo mi applicai con cura e mi fu chiaro che prima di sollevare la coda era necessaria una rollata per far arrivare in superficie shooting head e terminale e, tra il cercare di capire il provare qualche risultato mi pareva avanzasse se pur con passi infinitesimali, a darmi un colpo quasi terminale fu il passaggio di un pescatore locale con al seguito una trotina che sicuramente superava i 60 cm.
la prima trota di mare della mia vita vista dal vero, bell’esemplare ma ecco che Roberto, in quel momento, arriva con la sua prima cattura e questo ci fa aumentare l’adrenalina ed io e lo Zio Max pensiamo a come cucinarla….acquisteremo un paio di griglie per metterle in parallelo, carta argentata per avvolgerla e ripieno di pomodorini……erbe varie…. sì sarà una buona cena…..così in effetti fu, quella fu la sola cattura del gruppo per il primo giorno di pesca.
Il secondo giorno, tutti a pesca alle 05.00, il sottoscritto invece preferiva rimanere sotto le coltri approfittando dell’assenza di Franco e Bepin e potendo così chiudere occhio…occhio che si svegliò di soprassalto all’udire un chiacchiericcio, uscito con idee malsane nei confronti di chi aveva osato disturbarmi la scena che mi si presenta è questa, Franco e Max che mostrano il trofeo, una sea trout veramente bella.
Anche qui ovviamente disquisizioni su come l’avremmo cucinata, la trota misurava 65 cm., nel proseguo della giornata il gruppo degli esperti , ovvero Davide, Raf, Max e Roberto, catturarono un paio di esemplari di misura leggermente inferiore che furono rilasciati.
La trota fece la sua superba figura, la sera sul desco della lodge di Max, cucinata con dovizia in umido, con un trito carote e scalogno, quattro foglioline di alloro, deposta sul trito appassito, rosolata leggermente poi l’aggiunta di pomodori, olive nere, una spruzzatina di aceto di mele….40 minuti …sublime….
Poi via…. Altra notte di passione , sveglia ore 4.30, sempre per gli amici Bepin e Franco, io non riuscivo a scollarmi dal letto, sono un pescatore anomalo???
Giornata dedicata alla pesca con risultati piuttosto deludenti, da parte mia, dal lato catture, un persico reale di 25 cm addentò la mia tube fly di circa 12 cm, grandi camminate lungo le rive del fiume anche per conoscerne meglio le potenzialità.
La sera un’occhiata alle mosche di Roberto un po’ d'istruzioni su elementi di montaggio SH e varie da parte di Max e via a continuare a segare quel bosco che ogni sera procurava gli incubi a Franco e Bepin…
La mattina successiva si apre la porta del lodge e Bepin mi viene incontro, sul primo momento mi riesce difficile capire come mai non sia a pescare….poi capisco una cattura over size… stava fotografando un pescatore locale il quale in barba al divieto lanciava over head, catturando un esemplare di Bepin da 70 kili che doveva immediatamente rilasciare stante le proteste del catturato
Essendo imparentato con un ginecologo, mio cognato, mi sono subito offerto di intervenire chirurgicamente e dopo aver tentato di far ubriacare il paziente, cosa peraltro impossibile stante la bassa gradazione alcolica delle locali birre (2,2 gradi alcolici) ho optato per un po’ di ghiaccio che è servito a raffreddare e desensibilizzare la parte, una pinza un po’ di coraggio ed ecco girata la punta tranciato l’ardiglione e sfilato l’amo senza il minimo dolore, applicato un cerotti di Winnie the Pooh, cerotto sottratto alla dotazione dei figli di Raf.

Nella giornata la temperatura si abbassava repentinamente passando dai 23 gradi ad 1 grado e verso tarda serata, oltre al solito ed insidioso vento, si aggiungeva un gelido principio di nevicata.
Una cosa che mi ha colpito è che le canne da pesca la notte non venivano ricoverate nel lodge, al sicuro, tutti lasciavano canne e attrezzatura sul terrazzino.
Non so se da noi la cosa sarebbe possibile, comunque i giorni passano e l’ultimo giorno di pesca faceva felice Franco novello adepto alla double hand, che catturava una sea trout di ben 70 cm che vedete nelle foto a seguire anche questa ha contribuito alla nostra sussistenza cotta con dovizia sulla brace.

Nel pomeriggio una visita ai dintorni , una stazione per la raccolta e la spremitura dei Salmoni


Una vecchia trappola per la cattura dei salmoni


Foto di una pool di pesca, in cui bisogna rispettare la precedenza e applicare la regola di un lancio, un passo


foto di gruppo Davide, Bepin, Raf, Zio Max, Roberto


L'ufficio della associazione che gestisce il fiume. Sullo sfondo salmone di 26 kg catturato nella zona del campeggio.


In attesa del proprio turno per entrare nella pool



L’autore in un raro momento di relax in attesa del pasto di mezzodì



La reception e il ristorantino


Baracche attrezzate con legna, scure e sega, con caminetto a disposizione di tutti coloro che volevano utilizzarle, erano dislocate in molti posti


Giunge purtroppo il momento della partenza..


Nel frattempo ci fa una piacevole visita un’effimerina che lascio a voi individuare tra le varie famiglie.


Ore 11 si riprende il viaggio per il ritorno che ci vede lasciare questo meraviglioso e verdissimo paese con nel cuore la voglia di tornarci…e ci torneremo , oh! se ci torneremo.



Antonio Fadda


© PIPAM.com

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