CZE - Muškarení Vltava

Repubblica Ceca   10-21 agosto 2006


di Carlo Riccardi (Carlo Peute) e Nanael

Ormai da parecchio tempo ho potuto apprezzare la gentilezza e la disponibilità delle genti del centro/est Europa, ma quella voce era davvero troppo: “can you catch a fish just for me?”….Puoi catturare un pesce solo per me?
Sì avevo capito bene! Jana, biondo e angelico esempio di bellezza ceca lo stava proprio chiedendo a me e per di più nel mezzo di un parco naturale di una bellezza mozzafiato.
Si sa che la tensione gioca brutti scherzi al Pam e così il Peute, (cioè io ), da una boccata al toscano, stira bene il finale, controlla che la Technia 10 piedi sia a posto, monta una secchina che tante soddisfazioni stava dando e sotto gli occhi azzurri di Jana lancia a discendere in una correntina tanto promettente e infatti la mosca percorre pochi metri ….e ….una…..due….tre…….ben tre ferrate banali sbagliate su pesci discreti; la mia reputazione come pescatore era ai livelli minimi! Non potevo sbagliare ancora, si sarebbe stufata considerando la pesca una cosa noiosa,.... lancio…..posa…zac, ferro e…preso…preso…preso…queste le mie parole mentre seguo il volo del piccolo pinnuto verso il prato, estratto dall’acqua da una ferrata tanto pronta quanto esagerata.
Sul prato giace scodinzolante un temolo di circa 7 cm, forse 5…dettagli… lei è contenta, sorride e venendomi incontro mi regala una bottiglia di ottima birra Gambrinus.
Una birra per un temolo che più piccolo non si può mi fa fermare a riflettere se non sia il caso di poggiare la canna e accodarmi al gruppetto di campeggiatori compagni di Jana che mi stanno invitando a bere con loro.
Detto, fatto….e mentre il buon Nanael in lontananza continua a volteggiare la coda, il sottoscritto si concede una bevuta vicino al fuoco riflettendo sul senso dei verbi e sul quanto avrei voluto che al posto di quel “prendere” ci fosse stato un “dare”, ma questi oscuri e censurabili pensieri lasciano spazio alla serenità di quell’attimo.
Nanael ci raggiunge ed entra nel gruppetto dimostrando una resistenza all’alcool notevole; l’esordio alcoolico di Alberto gira sulle 3 bottiglie (da 66 cl. ovviamente), raggiungendo nei giorni successivi punte di eccellenza con 5 bottiglie che non gli impediscono peraltro di mantenere un ottimo controllo nel lancio e nella ferrata.
Io lo seguo a ruota; la scusa che la birra è leggera ci aiuta a mantenere a debita distanza l’umano senso di colpa!
Dobbiamo ricambiare tanta ospitalità e infatti il giorno dopo eccoci sul torrente a preparare bruschette e patate al cartoccio per tutti.
Una bella parentesi nella nostra vacanza di pesca in Repubblica Ceca!
Eh già… perché la trasferta in terra Ceca aveva un chiaro, alieutico, scopo; il fiume Vltava che scorre nella Boemia del sud, a pochi kilometri dal confine tedesco.
Dopo un lungo viaggio iniziato in una Milano ormai buia, lasciandoci alle spalle un tramonto rosso fuoco......
...... arriviamo a Frymburk dove in un’agenzia turistica in 5 minuti facciamo la licenza nazionale e il permesso per le acque da salmonidi. Arriviamo alla nostra meta dopo altri 15 km circa, prendiamo possesso delle stanze affacciate sulle rive del lago di Lipno; siamo distrutti, ma la voglia di pescare è tanta e quindi rapida occhiata alla cartina e partiamo alla scoperta della Vltava.
La zona in cui pescheremo è la parte alta del fiume che scorre tra Lenora e Volary, circa 25 kilometri a nord del lago; la Vltava è suddivisa in vari tratti perfettamente segnalati ognuno dei quali gestito da un club locale; in questa vacanza pescheremo i tratti 33P e 34P, ritenuti i migliori in questo periodo dell’anno.
Fa fresco, direi freddo, ogni tanto piove e il fiume, largo un 15/20 metri, si presenta davanti a noi in un color the, tipico di questi luoghi.
L’acqua è limpida e l’alveo è incastonato in un panorama davvero unico; un’immensa foresta di abeti ci circonda, siamo soli……beh soli non proprio visto che la passione dei cechi è la canoa!!!
Sono dei simpatici rompiballe; singoli, coppie, famiglie intere con cagnolino, discendono il fiume con ogni temperatura, con la pioggia, con il sole, con il vento; salutano sempre e si divertono…..conviviamo!
I temoli e le trote sembrano – e dico sembrano non avendo metri di paragone – non risentirne troppo; qualche minuto dopo il passaggio degli amici canoisti i pesci riprendono la loro attività probabilmente più influenzata dai livelli alti del fiume e dalla temperatura.
Capiamo immediatamente che il periodo migliore – e ci verrà in seguito confermato – deve essere la tarda primavera per le trote e l’autunno che, a detta dei pochi pescatori locali incontrati, regala temoli di taglia interessante.
Il primo pomeriggio prendiamo confidenza con il fiume e sotto una discreta pioggia catturiamo a secca qualche temolo non grosso (massimo 28/30 cm) e qualche trota; la pesca a ninfa, che tanto appassiona entrambi, stenta a dare i risultati sperati; notiamo subito che le ninfe vincenti devono essere piccole, ben costruite e non troppo pesanti per non alterare troppo il movimento in acqua; pheasant tail su amo 16, con torace in pavone o Ice dub in diversi colori risultano le più catturanti assieme alle microninfe (amo 18) di Nanael costruite in tonalità scura e addirittura nera.
Un discorso a parte, ma lo scopriremo dopo qualche giorno visitando un negozio specializzato nella pesca a mosca gestito da un ninfarolo, nazionale ceco, merita l’utilizzo delle ninfe ceche, utilizzate nelle misure di amo 8 e 10 che si riveleranno ottime sia per i temoli che per le trote, a patto di utilizzarle con la tecnica giusta e cioè, appunto, pescando “alla ceca”; 3 ninfe, mosca pesante in punta o di mezzo, e le altre due lasciate libere di muoversi guidate dal pescatore fra i sassi del fiume. Nanael prende subito confidenza con queste ninfe e nei momenti di stanca riesce a catturare buoni esemplari quasi sempre usando una ninfa ceca di tonalità verdastra con hot spot arancio.
Ancora una volta la parola d’ordine è flessibilità; cambiare spesso tecnica permette di adeguarsi al meglio a ciò che i cicli del fiume propongono al pescatore; ninfa, secca, emergente, tutte le tecniche a nostra disposizione vengono utilizzate e permettono di mantenere un buon ritmo di catture.
Ostinarsi a pescare in un solo modo ci avrebbe privato di parecchio divertimento; eh sì la Vltava si dimostra da subito un fiume ostico e con pesci difficili, è necessario pescare davvero bene per convincere i pinnuti a prendere le nostre imitazioni. Secca a discendere e ninfa con piccole imitazioni si rivelano le tecniche più redditizie; nulla la resa dello streamer.
I primi giorni i nostri buoni propositi di prendercela con comodo naufragano nella voglia di immergere le lenze in acqua; colazione e via a provare nuovi posti. Dobra è stata la nostra scoperta più felice. Dobra non è un paese, Dobra è una direzione…una direzione che solo il gusto dell’avventura ti permette di seguire; un’unica, stretta, strada ci accompagna in mezzo al nulla.

Qualche casa, due cani incazzosi e ciclisti, tanti ciclisti che si dirigono nel mezzo dei boschi. Qui deve esserci un accesso al fiume, lo sappiamo, ce lo hanno confidato ma noi non lo troviamo; vediamo una ferrovia stile vecchio west e iniziano a fioccare le idee; “dai seguiamo la ferrovia…prima o poi arriveremo all’acqua” oppure ..”attraversiamo quel prato”…..peccato che fossero kilometri di boschi……incontriamo anche un guardacaccia che guida da pazzo e che parla solo ceco; Nanael cerca di spiegare qualcosa ma i due idiomi non s’incontrano e ci salutiamo. Capiamo solo che abbiamo rischiato di restare chiusi dietro ad una sbarra che chiude la strada! Siamo ormai prossimi all’abbandono quando vicino ad una casa notiamo un gruppo familiare con una carrozzina che s’incammina verso il bosco…..che sia quella la nostra porta per il paradiso? “Nanael guarda il fiume la in fondo….” dico ad Alberto…che però non pare fidarsi molto del mio senso dell’orientamento peraltro notoriamente scadente.
A volte però le certezze vengono scardinate: quella macchietta d’acqua era proprio il fiume, peraltro a pochi minuti dalla strada ma perfettamente celato da una folta (eufemismo) vegetazione. E’ stupendo! L’acqua corre serpeggiando in mezzo ai prati e ai boschi, siamo davvero soli, piove, piove sempre più forte e fa freddo…porca miseria (in realtà l’esclamazione era leggermente più colorita) ancora canoe….io risalgo mentre Nanael scende.
Passa un’oretta che regala sporadiche catture, si prepara a piovere. L’idea di andare a chiudersi al caldo ci sfiora solo il tempo di un istante, un’effimera, due, tre, dieci..……parte la schiusa…..i pesci cominciano a muoversi numerosi, ninfano, poi bollano, poi ninfano ancora, le catture si fanno decisamente numerose.
Una pheasant tail e una ninfa ceca beige e arancione risultano le insidie sommerse più catturanti, mentre una piccola dun con corpo in quill di pavone viene presa nella pellicola superficiale, ma solo se presentata a discendere.
Come spesso accade il momento centrale della schiusa non regala molto, i pesci sono ovunque, io pesco stando sulla riva mentre Nanael tenta d’insidiare alcuni temoli (tanti) appena a valle…..la pioggia si fa fitta, le mani sono intorpidite dal freddo ma non ci fermiamo. Al termine della schiusa i pesci riprendono a mangiare decisi; sappiamo che questo momento durerà poco, ma catturiamo eccome se catturiamo; tanti temoli, anche qui non enormi, ma decisamente divertenti. Sono pesci che non si lasciano ingannare facilmente e la soddisfazione che segue una ferrata ben assestata è evidente sui nostri volti.
Tutto ha una fine e anche questo momento di frenetica attività si esaurisce; il fiume sembra morto, non tocchiamo più un pesce..guardiamo l’orologio….sono circa le 5 del pomeriggio e questa sarà una costante della Vltava: a la cinqo de la tarde, minuto più minuto meno, l’attività e la voglia di collaborare dei pinnuti cala drasticamente e con buona pace dei nostri sensi si può tranquillamente chiudere tutto e dedicarsi ad altro. E noi lo facciamo…ci sediamo assaporando un toscano, accompagnandolo con una birra e guardiamo intorno ammirando le bellezze di questo selvaggio fazzoletto d’Europa.
Un timido sole fa capolino, siamo fradici ma contenti; ci sentiamo una via di mezzo tra pionieri e grandi pirla…..provateci voi a spiegare alla signora che ci vede risalire cosa ci fanno due vestiti da marziani, bagnati, che parlano una lingua strana in un posto dove non c’è nulla e per di più con un freddo barbino? Noi ci abbiamo rinunciato.


INFORMAZIONI GENERALI

Viaggio

Aereo
L’aereo è abbastanza scomodo; in ogni caso gli aeroporti da considerare sono Praga, Vienna (stessa distanza), Bratislava o Linz via Vienna o Norimberga. Le distanze degli scali sono comprese tra i 160 e i 200 kilometri circa; ovviamente per raggiungere il posto di pesca sarà poi necessario noleggiare un auto.
Auto
Da Milano sono circa 850 kilometri gran parte dei quali in autostrada. Si attraversano 3 confini (austriaco, tedesco e ceco) tutti all’interno della Comunità Europea, quindi nessun problema per auto, assicurazione etc.
In Austria (per transitare sulle autostrade austriache è necessario il bollino; per 10 giorni il costo è di circa 10 Euro) e Germania attenti ai limiti di velocità e in Repubblica Ceca occhio alle luci che devono davvero essere sempre accese (sono inflessibili). Molta attenzione anche alle bevute pre-guida. In Repubblica Ceca il prezzo della benzina è di circa 1,15/1,30 Euro al litro. Un’ultima avvertenza; le strade, specie fuori dai centri più popolati non sono larghe; alta la presenza di animali selvatici che possono sbucare; con un po’ di prudenza tutto sarà sotto controllo.

Dormire e mangiare

C’è davvero l’imbarazzo della scelta; noi abbiamo pernottato a Horni Plana, circa 25 km dai luoghi di pesca.
Questo è uno dei pochi paesini dove esiste qualcosa che si avvicini ad un divertimento; si possono trovare sistemazioni anche a Volary e Lenora (circa 8/10 Km dal tratto alto della Vltava) ma qui non c’è davvero nulla.
Due le sistemazioni; hotel (il nostro dignitoso 3 stelle in mezza pensione è costato circa 18 Euro al giorno) e pensione (prezzo medio della camera circa 8 Euro). Unica nota dolente; la cena come tanti paesi dell’area centro/est europea viene servita dalle 18 alle 20, quindi non molto idonea alla nostra voglia di stare sul fiume.
Poco male; l’investimento per la cena (circa 10/13 euro birra – birre –..incluse) non è certo eccessivo e può essere affrontato senza troppi rimpianti. In realtà ci siamo accorti, come descritto nel testo, che l’attività del pesce termina attorno alle 17/18 con tutto il tempo – per chi volesse – di tornare in hotel per la cena.
I ristoranti si trovano ovunque, quindi a voi la scelta; noi possiamo consigliarvi il nostro punto di riferimento per la cena e cioè un ristorante dietro la piazza principale di Horni Plana….come riconoscerlo anche senza nome? Semplice attorno è tutto moooolto buio…le uniche luci sono quelle del ristorante. Non fatevi scappare l’ottima carne e le tante zuppe ed innaffiatele con un’ottima birra ceca (Gambrinus su tutte).
Unico avvertimento; non presentatevi a mangiare alle 11 di sera, resterete con la vostra fame. A Horni Plana il limite utile per cenare erano le 22.00…ma proprio al limite limite.

Licenze e permessi

Per pescare in Repubblica Ceca è necessaria la licenza nazionale che vale 3 anni (costo circa 200 corone – 1 Euro circa 30 corone) e il permesso per le acque da salmonidi che danno il diritto di pescare in 44 riserve in Sud Bohemia. Il costo del permesso salmonidi per una settimana è di 1700 corone, circa 56 Euro. Le licenze si possono fare in molti punti di distribuzione (negozi, agenzie viaggi, hotel, pensioni etc.) disseminati nella regione; per la lista completa si veda il sito dell’associazioni pescatori della Sud Boemia (www.crscb.cz) ricchissimo di utili informazioni per il reperimento dei permessi e per le zone di pesca.
Nessuna formalità e/o pagamento preventivo sono necessari; si paga alla consegna della licenza. Tempo stimato per la formalità 10 minuti, saluti compresi.

Attrezzature

Canne:

Veramente gusti personali. Io pescavo con la Technia 10 piedi coda 5, mentre Nanael usava la stessa canna ma 10,6 coda 3/4 che si sono rivelate favolose sia a secca che, soprattutto, a ninfa. Del resto le canne nel bagagliaio erano altre due 10, quindi scegliete l’attrezzo sulla base delle vostre preferenze.

Mosche

Secche: emergenti in cdc colore naturale, amo 16/18 – dun in cdc
Ninfe: Pheasant tail, amo 14/16 con torace in pavone o ice dub di vari colori - ninfe ceche amo 8/10, ninfe violacee con rigaggio rosa e torace nero, accompagnate da testina in tungsteno argento nonché piccole ninfe (amo 18) con corpo in filo e torace in pelo, molto imitative. Non dimenticate qualche pezzo grosso (amo 6/8/10) con palla in tungsteno e piombo da usare per portare in pesca le altre mosche.

Carlo Riccardi


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