USA - Florida keys, Everglades, Tarpon e altre sciocchezze...

Stati Uniti   Aprile 2009



Testo e foto di Alberto Galeazzo (Faina) e Paolo Fortunati (Pablo)



Canna bassa e concentrazione …. l’esplosione può avvenire da un momento all’altro...


E’ caduta una porta in acqua? No, no è solo l’atterraggio di un grosso tarpon (stimato 100 lb) che dopo alcuni spettacolari salti si slamerà!...


Il tarpon ha una bocca ossea che non permette all’amo, nella maggior parte dei casi, di conficcarsi in profondità. Insomma una vera, piacevolissima tortura, che finisce solo quando il tarpon ammara tra le sapienti mani del nostro compagno di pesca o della guida…

Attesa, ricerca e pochi lanci fanno della pesca al tarpon nelle Florida Keys qualcosa che ci ha stregato!

“Bogata a mano” da parte di Mark su un baby tarpon delle Everglades

Finalmente, dopo tanto tempo, quest’anno mi si è presentata l’occasione di provare queste nuove emozioni. Prolungate ricerche dei pesci nelle flat della Florida, estenuanti e silenziose pause, con la mosca nella mano sinistra, coda srotolata, sempre pronti al lancio che deve essere il più preciso e veloce possibile visto che il pesce potrebbe scorgerci da un momento all’altro e rovinarci così l’attesa.
La prima domenica di Marzo, mi reco all’apertura della trota in Brenta. Sono un po’ amareggiato perché ho appena scoperto che non potrò andare a pesca a Christmas Island, per problemi di voli aerei; ne parlo con Paolo Fortunati (Pablo) che incontro casualmente nel piazzale adiacente il fiume. Dopo pochi momenti vedo uno strano bagliore negli occhi del mio caro amico il quale mi sussurra: “Faina, anch’io sono a piedi, volevo andare in Florida a provare i grossi tarpon, ma purtroppo sono solo…”. Non sto qua a dirvi che il giorno dopo Paolo avrebbe cominciato le ricerche per i voli e le sistemazioni con destinazione Islamorada, e per le Everglades.
Insomma, nel giro di una settimana abbiamo prenotato i voli, le guide di pesca (fondamentali per la ricerca dei pesci dalla barca, mai pescabili in questi luoghi da riva) e la vettura per gli spostamenti necessari dall’aeroporto di Miami per Islamorada e Homestead (i nostri alberghi si trovavano in queste due località).

La nostra vettura parcheggiata di fronte al negozio World Wide Sportsman (notare le strisce per la delimitazione del parcheggio)

Dopo aver fatto scalo tecnico a New York (già lì il vento forte ha iniziato a martellarci), ed essere atterrati a Miami, andiamo a ritirare l’auto all’Avis (un grande monovolume della Dodge Gran Caravan SE) ottima tra l’altro per tenere sempre le canne montate in auto … e ci dirigiamo in direzione Sud, verso Key West.
A circa un’ora e mezza di auto arriviamo alla nostra prima destinazione: Islamorada, la capitale mondiale per la pesca a mosca in mare! Qui vi hanno pescato tutti i più grandi e famosi pescatori americani, quelli che hanno fatto la storia della pesca a mosca dei grandi tarpon, dei bonefish e dei permit.
In questa cittadina tutte le attività gravitano attorno alla pesca. In ogni angolo si vedono continui riferimenti alla pesca: le insegne dei negozi, le cassette postali, i disegni alle pareti dei bar, le foto appese nei locali, gli alberghi, persino le strisce dei parcheggi hanno qualcosa attinente la pesca. Gli americani del resto sanno che un buon marketing va a braccetto con il business.

Murales in rilievo

E ci sono pure riviste settimanali free inerenti la pesca nelle isole Keys

Già il primo mattino io e Pablo andiamo subito a fare alcune spesucce al World Wide Sportsman, il più bel negozio di pesca che io conosca.

World Wide Sportsman visto dall’alto, notare sulla sinistra l’ascensore per accedere al secondo piano del negozio

Qui, un appassionato di saltwater flyfishing rischia veramente di farsi del male: mulinelli, canne, accessori (code di topo, finali, borse e marsupi forbici, pinze, boga grip, scatole, mosche, etc), abbigliamento tecnico, ogni ben di Dio!! Pensate che c’era persino una signora, che dipingeva a mano gli eventuali capi acquistati (per la modica somma di 60 $), e una grande vasca con i pesci più caratteristici della zona, tra cui tarpon, snook, bonefish e redfish.
A causa di un fortissimo vento, che ha continuato a martellarci incessante per le quattro giornate che abbiamo trascorso a Islamorada, non siamo riusciti a pescare nelle flat adiacenti il nostro albergo (di cui avevamo sentito parlare bene). Volevamo infatti provare a pescare i bonefish “fai da te” (senza le guide) di primo mattino, prima di uscire in barca a pescare i tarpon con la guida.
Nel pomeriggio appuntamento con la guida Bob Jones (www.jonesfishing.com) per un primo briefing e per dirci l’orario di ritrovo, ma soprattutto ci ha spiegato tutte quelle piccole astuzie necessarie per una proficua pescata.

Le nostre canne pronte sul porticciolo da Bob

Il mattino seguente, dopo una ricca colazione al “Mangrove Mike’s Cafe” (www.mangrovemikes.com) a base di hamburger, pancake, uova, bacon, succhi di frutta vari e l’immancabile caffè, ci troviamo con Bob al porticciolo di Papa Joe’s Marina di Islamorada.

Flat!

Dopo pochi convenevoli, ma soprattutto dopo aver testato le giunzioni mulinello-backing, backing-coda, coda-finale, finale-bimini, partiamo alla ricerca dei grossi tarpon.
Alle 8 siamo già in pesca, purtroppo all’ancora, per il forte vento che impediva alla guida di manovrare l’imbarcazione nel modo giusto. Eravamo posizionati appena fuori da una flat, dove cioè l’acqua comincia a essere blu intenso, perché lì, in teoria, dovevano esserci i tarpon di passaggio dall’oceano… Infatti passa meno di mezz’ora, ed ecco che scorgiamo le prime sagome di grossi pesci venire nella nostra direzione.

Il nostro sogno, rollata di un grosso tarpon!

Nemmeno il tempo di pochi falsi lanci che la mosca di Pablo, dopo una posa silenziosa e pochi e delicati recuperi, viene ghermita da un bel tarpon stimato sulle 60-70lb. Il pesce scarta immediatamente verso sinistra, allontanandosi dal branco, apre le fauci e ritorna verso i compagni, e solo allora Pablo ferra energicamente. Il tarpon fa una piccola fuga, e con impeto salta fuori dall’acqua. Pablo ferra ancora, ma il pesce (gran bastardo) salta nuovamente e con tutto il corpo fuori dall’acqua compie evoluzioni da contorsionista da circo. Risultato: primo big tarpon slamato. Non vi dico l’adrenalina, ma soprattutto le offese a quel povero pesce, e non solo a lui..
Bene, se questo è l’inizio pensiamo proprio che ci sarà di che divertirsi… Invece nei tre giorni a seguire i tarpon si faranno desiderare, forse troppo, per essere nel top del periodo qui a Islamorada.
Anche se probabilmente il maggiore responsabile di questo è stato il forte vento che ha soffiato giorno e notte sui 20 nodi!!! Pazienza, bisognerà ritornare per verificare.
La guida ci ha comunque portati sempre sui pesci, che però spesso hanno solo seguito le nostre mosche. Le gambe hanno tremato più di una volta vedendo i tarpon seguire gli artificiali fin sotto la barca, ma buon per loro, senza mai afferrarle.
Razze, squali, tartarughe, delfini, permit, e pure un branco enorme di jack crevalle hanno fatto da contorno alle nostre giornate di pesca.

Squalo in perlustrazione

Il penultimo giorno di permanenza a Islamorada, dopo esserci accordati con Bob, abbiamo provato a pescare i tarpon al cambio di luce. Purtroppo il vento, ancora troppo forte, ci ha permesso di pescare solo a scarroccio, impedendoci ogni forma di lancio…
La pesca si svolgeva in questa maniera: arrivati nella zona in cui l’oceano entra nella laguna tramite dei canali che dividono le varie isole Keys, si spegneva il motore dell’imbarcazione, si srotolava parecchia coda (circa 25 mt), e ci si lasciava trasportare dal vento. Come esca una specie di muddler minnow, nero, in pelo di cervo e coda in coniglio, fatto lavorare a pelo d’acqua. L’attesa, un po’ noiosa, veniva ripagata dopo poche passate, proprio quando tocca il turno di Pablo. La coda si arresta improvvisamente, e Paolo prontamente ferra con la mano sinistra, anche questa volta in maniera molto decisa e ripetuta. Nemmeno il tempo di manifestare la mia sorpresa, che un gigantesco tarpon si fa vedere in tutto il suo argenteo splendore, saltando a pochi metri dall’imbarcazione. Questa volta sembra ferrato in maniera adeguata, e infatti non si slama dopo i primi salti, anzi fa una fuga pazzesca e velocissima, per almeno 60- 70 metri .

Toad fly, immancabile per la pesca dei tarpon alle Florida Keys

Mosca da bonefish

Il Tibor Gulfstream di Paolo stride, con un rumore quasi infinito. Appena il pesce rallenta un attimo, Paolo comincia a recuperare. Il pesce salta di nuovo, fa un’altra fuga, salta per un’ ultima volta, rompendo inesorabilmente (e stranamente) il bimini da 60lbs. Un vero peccato perchè questa volta il tarpon era stimato sulle 120 lb (almeno 100 lb ad essere pessimisti). Un vero peccato anche perché Paolo aveva comprato quel bimini il giorno prima da World Wide Sportsman (era della Rio) riponendovi molta fiducia.
Ma come dice il mio caro amico Zanetti sulla pesca dei tarpon-“ Meglio esagerare nelle dimensioni dello shock tippet, arrivate pure a 80lbs”-
In effetti nella pesca serale in quelle condizioni sarebbe stato più adeguato un finale di nylon diretto da 80-100 lbs.

Da sinistra Paolo, Bob, e Alberto per la foto di rito prima di ripartire

E così lasciamo Islamorada con un bel cappottino, e tanto ma tanto vento nelle orecchie, spostandoci circa di 40 miglia verso Homestad, la cittadina più vicina al parco nazionale delle Everglades. Qui il paesaggio caraibico lascia spazio a una classica cittadina americana di periferia, e le acque del mare e delle lagune non si possono certo definire di color turchese.
Per la pesca invece, le Everglades, sono conosciute a livello mondiale come uno degli hot spot per i grossi tarpon, gli snook e molte altre specie di pesci marini.
La sveglia per il ritrovo con la nostra guida, Mark Giacobba, squilla alle 4 in punto, dopo una notte insonne a causa di un vicino deciso a procurare “bei ricordi” alla sua compagna!
Un’ora di auto e arriviamo a Flamingo, unica località rimasta in piedi dopo il passaggio di ben tre uragani nel 2005, che hanno distrutto praticamente tutto! Fugace colazione acquistata presso il piccolo market vicino all’imbarcadero e via verso la nuova avventura.
Dopo circa quaranta minuti di navigazione sotto costa ci troviamo all’interno di un dedalo di canali che solo un profondo conoscitore può solcare senza perdersi. Mi hanno colpito i boschi di mangrovie alte, in certi casi, ben più di 20 metri.

Acque salmastre

Canali di mangrovie

Rollate all’alba, il silenzio era rotto solo dal rumore dei pesci intenti a cacciare

La guida spegne il motore e comincia a spingere la barca con la sua lunga “pole”, visto che il fondo non supera mai i 3 metri. Poco dopo cominciamo a vedere delle schiene di tarpon in lontananza. I pesci sono immensi e si distinguono ad ogni loro “rollata”. Ne scorgiamo l’enorme testa, l’intero corpo e la coda, e ogni volta lo spettacolo ci lascia tutti ammutoliti. Sono pesci che superano abbondantemente il metro e mezzo di lunghezza.
Il silenzio all’interno dei canali è “quasi da montagna in alta quota”, interrotto solamente dal rumore delle cacciate dei tarpon e dal canto di qualche uccello.

Falco pescatore intento a cibarsi

Durante le primissime ore della mattina i tarpon si nutrono in prevalenza di gamberi, meglio ancora durante i cambi di marea. La tecnica di pesca è molto semplice a dirsi, ma è molto difficile da farsi. Si deve aver la fortuna che un tarpon rolli vicino alla barca (15- 20 metri ), aspettare che rientri con la testa sott’acqua (dopo aver respirato), aspettare di vedere le bolle d’aria che rilascia per capire la direzione di cruising, lanciare la mosca a circa uno due metri dalle bolle, lasciare affondare leggermente e cominciare infine un lento recupero.
E qualora la coda si blocchi, ferrare energicamente con la mano sinistra senza sollevare assolutamente la canna.

Combattimento con un grosso tarpon

Maestosa esplosione creata dal grosso pesce incannato da Pablo!

Ecco tutto quello che ho appena descritto sopra siamo riusciti a metterlo in pratica solo una volta e per l’esattezza Pablo, il quale ha ferrato, combattuto e purtroppo perso un tarpon enorme. I big tarpon, durante i nostri giorni di permanenza, si sono fatti un po’ desiderare, sebbene ne avessimo visti parecchi rollare, ma altro discorso è allamarli, e altro ancora portarli in barca!
Terminata la caccia al grande tarpon in tarda mattinata, andavamo a “giocherellare” con attrezzature più leggere (canne per coda 8-9) su pesci più piccoli all’imbocco delle lagune della baia. Jacks e mackerels erano i nostri bersagli preferiti e in seguito ci spostavamo verso lagune più interne.

Pablo con un piccolo spanish makarel

Alberto con un piccolo jack

Per raggiungere le lagune interne si devono attraversare canali larghi dai 60- 70 metri fino ai 2- 3 metri . Le sponde sono ricoperte da vegetazione, in particolar modo da mangrovie di altezze variabili dal metro fino ai 15- 20 metri (in questo caso si tratta di veri e propri alberi).
All’interno dei canali il vento, onnipresente nei giorni della nostra vacanza, era presso che assente vista la fitta vegetazione. Il silenzio era quasi “assordante”, interrotto solo dal canto di qualche uccello, e dalle cacciate dei pesci.
La pesca in questi luoghi è davvero divertente, si deve lanciare il nostro streamer a ridosso della vegetazione, meglio se sotto e solitamente i pesci attaccano durante i primi metri; non si deve mai comunque perdere la concentrazione fin quando non si ha lo streamer fuori dall’acqua. Non di rado infatti abbiamo “sbagliato” dei pesci proprio sotto alla barca, perché distratti.

Inizio dell’inferno verde!!!

Paolo e Mark che cercano di districare la barca dalla fitta vegetazione

Dentro all’inferno di: piante, radici, zanzare, tafani, serpenti… ma da lì a poco avremmo trovato il nostro paradiso..

Snook

Snook discreto direi

Baby Tarpon

Oltre ai canali, abbiamo anche pescato due laghi, creati dalla fittissima vegetazione di mangrovie. Per raggiungerli abbiamo dovuto fare delle vere e proprie acrobazie, quasi da Camel Trophy. Infatti i canali immissari e emissari di questi laghetti (non più grandi di 1- 2 km quadrati), sono completamente coperti e chiusi da queste piante.
Per attraversali abbiamo dovuto spesso spegnere il motore, vista la scarsa profondità e la fitta presenza subacquea di radici e tronchi e tirarci letteralmente in avanti attaccandoci a liane, rami e radici che ci circondavano dovunque.
Non sto qui a dirvi la robusta presenza di insetti. In testa alla classifica fastidiosissimi tafani, seguiti da zanzare, mosquito, ragni e bisce, che abbiamo avuto il piacere di vedere da molto vicino.
Dopo circa una buona mezz’ora di questa intricata faccenda, siamo giunti al lago.
La nostra vista viene appagata da parecchie rollate e cacciate che rompevano la superficie quasi ovunque nel lago di un colore marrone scuro, dovuto al tannino delle mangrovie in decomposizione. Nemmeno il tempo di rinfrescarci con un po’ d’acqua che catturiamo i primi pesci.

Baby Tarpon e una faina

Snook di Pablo

Una bella riossigenata e poi via libero come un pesce!

Snook, Mark e la faina molto felice

Silver = Tarpon = Spettacolo

Tarpon e snook. Purtroppo anche i baby tarpon sono parecchio, s…cortesi, slamandosi con molta facilità facendosi ammirare in salti acrobatici, anche se qualche bella cattura è stata fatta.

Salto di un baby tarpon

Nel primo lago abbiamo catturato anche dei gar, un pesce direi quasi preistorico, una sorta di luccio con la testa da coccodrillo, che spesso anticipa gli altri pesci negli attacchi; infatti noi facevamo quasi di tutto per non agganciarli, visto che nel mirino avevamo i tarpon.

Gar, notare la dentatura e le strane squame

Gar

L’ultimo giorno della nostra permanenza nelle Everglades, Mark ci ha portato nel suo posto preferito (lo è poi diventato anche per noi): un altro lago non più profondo di 1,5 mt di acqua cristallina. La sorpresa stava nella presenza oltre che degli onnipresenti snook, anche dei redfish. Un pesce che non credevo di poter catturare in questi luoghi.
Per questo predatore la tecnica di pesca è completamente diversa da quella che avevamo praticato i giorni precedenti. La guida spinge l’imbarcazione con la sua lunga pole cercando di individuare il pesce che è in ricognizione in cerca di gamberi e granchietti. Il pescatore deve lanciare a pochi metri dal suo muso, recuperare l’esca a lunghe bracciate finche il pesce non si dirige verso l’artificiale. Solitamente gli attacchi sono avvenuti nel momento in cui si smetteva di recuperare. Abbiamo provato, disubbidendo a Mark, a recuperare con brevi strippate, ottenendo solo degli inseguimenti da cardiopalma, ma non catturando il pesce. La pesca in questo lago è quanto di più bello mi ricordi di questa vacanza. Pesca a vista su pesci meravigliosi!

Una fase del combattimento con un grosso snook poi, purtroppo slamatosi…

Red fish

Altro red fish

Primo piano a un red fish e alla mosca

Il cielo in quei giorni e in quel luogo era di un azzurro meraviglioso, quasi come questi pesci.

I redfish sono dei pesci molto belli che possono raggiungere taglie ragguardevoli e si pescano in caccia un po’ come i bonefish nelle flats. In queste lagune di acqua cristallina (ma sempre con fondo con gradazioni sul marrone), abbiamo visto e pescato su snook enormi (Alberto ne ha perso uno stimato 6- 7 kg ), redfish, mangrove snappers e squaletti.
Pesca veramente molto divertente con pesci abbastanza collaborativi. Certo ci è mancata la cattura del big tarpon, ma come abbiamo già detto in precedenza…é sicuramente un’altra scusa per tornare e rifarci! Insomma, nonostante il vento incessante e forte che ha spazzato tutti gli Stati Uniti Sud Orientali in quel periodo, direi che è stata una vacanza fantastica. Abbiamo scoperto un’ ottima sintonia tra compagni di viaggio, che ci ha permesso di fare un sacco di risate anche quando le catture scarseggiavano.
Insomma è stata un’ottima compagnia, in un ottimo posto da riprovare (Aprile 2010 arriviamo), con tutto sommato buone catture. Una bella esperienza insomma!

ATTREZZATURE UTILIZZATE


ISLAMORADA

Spot da Bonefish & C.
(Pablo) Canne SAGE RPLXi #9 e #10; abbiamo usato code 9 e 10 con vento forte (si può scendere ad una # 7 o 8 con meno vento).
(Alberto)
(Pablo) Mulinelli TIBOR RIPTIDE con code Scientific Anglers Bonefish (WF 9 F ) e Tarpon (WF10 F) tutte galleggianti + intermedie di scorta.
(Alberto)

Spots da Tarpon
(Pablo) Canne SAGE RPLXi #12 e LOOMIS CROSS CURRENT # 12.
(Alberto)
(Pablo) Mulinelli TIBOR GULFSTREAM e FINNOR FR12 Antireverse con code Scientific Anglers Tarpon (WF12 F) + intermedie di scorta.
(Alberto)

EVERGLADES

Spot da Baby Tarpon, Snook e Redfish
(Pablo) Canne SAGE RPLXi #8 e #9 + LOOMIS NAUTIKOS #8. Abbiamo usato code nove per i baby tarpon, code 8 per gli altri.
(Alberto)
(Pablo) Mulinelli TIBOR EVERGLADES e RIPTIDE con code Scientific Anglers Bonefish (WF 8 e 9 F ) tutte galleggianti + intermedie di scorta.
(Alberto)

Spot da Tarpon (Pablo) Canne SAGE RPLXi #10 + LOOMIS NAUTIKOS #10, si lancia parecchio, quindi una 12 potrebbe stancare, anche se con un big tarpon in canna….
(Alberto)
(Pablo) Mulinelli TIBOR RIPTIDE con code Scientific Anglers Bonefish (WF 10 F ) tutte galleggianti + intermedie di scorta.
(Alberto)

MOSCHE


Toad fly e gamberetti
Le mosche per i big tarpon, ma che usate con ami più piccoli si sono poi rivelate vincenti anche sui baby tarpon, snook e redfish

LINK UTILI


Noleggio auto:
AVIS (miglior rapporto qualità prezzo) www.avisautonoleggio.it     www.avis.com
Pernottamenti:
DAYS INN ISLAMORADA OCEANFRONT RESORT www.daysinnflakeys.com (bello con flat da bonefish davanti al resort)
DAYS INN HOMESTEAD (non il massimo , abbastanza triste anche se economico, suggerirei qualcosa di più carino)
Voli aerei:
abbiamo viaggiato CONTINENTAL con una tariffa pazzesca: € 320,00 ca. A/R da Milano con scalo a Newark (New York) www.continental.com

Gli alligatori sempre pronti ad un qualsiasi errore…

Dopo aver scattato queste foto, la mano, durante il rilascio del pesce, fuggiva via dall’acqua velocemente...


NEGOZI DI PESCA


WORLWIDE SPORTSMAN, Il più bel negozio visto in vita mia, al suo interno si può ammirare la barca di Ernest Hemingway: “Pilar”. Da qualche anno fa parte della catena BASS PRO SHOPS (www.basspro.com)
FLORIDA KEYS OUTFITTERS, Altro negozio molto bello, con l’esperienza del famoso Sandy Moret, con anche prodotti SIMMS, guide, ecc. (www.floridakeysoutfitters.com)

RISTORANTI


Islamorada:
PIERRE’S RESTAURANT, nel complesso del MORADA BAY BEACH CAFÉ’. (www.moradabay-restaurant.com) Una cena con i fiocchi, posto elegante, tavoli sulla spiaggia, un menù raffinato e ricercato, ingredienti di primissima qualità! (Suggerisco “Morada Bay Crab Cakes” favolose!!!! vedi menu nel sito!!!!)

ISLAMORADA FISH COMPANY RESTAURANT (www.fishcompany.com/Page/Islamorada-Florida.aspx). E’ situato proprio dietro il famoso negozio di pesca “WORLWIDE SPORTSMAN” ora della catena BASS PRO SHOPS, molto comodo perché con molti posti all’aperto che danno su una vasca collegata con il mare dove tarpon, squali e altri pesci “rollano” mentre si mangia!!!!! Ottimo pesce fresco e prezzi accessibilissimi.

OUTBACK STEAKHOUSE (http://www.keysdining.com/outback/index.htm). Qui abbiamo mangiato un favoloso e succulento “Prime Rib” da divorare con le mani!!!!!

Homestead:
CAPTAIN’S RESTAURANT & SEAFOOD
40SE1stAve
Homestead, FL 33034
(305) 247-9456
Ottimo rapporto qualità prezzo, abbondante e gustoso, il massimo dopo una giornata di 12 ore tra trasferimenti in macchina, barca e ore di pesca!

GUIDE


Mark Giacobba : www.gladesoutfitters.com
Bob Jones: www.jonesfishing.com


Alberto Galeazzo


© PIPAM.org

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