MDV - Pesca a mosca alle Maldive
Testo di Alberto Galeazzo
Foto di Alberto Galeazzo (Faina), Marco Puggioli, Graziano e Marco Mordini
Nei pressi di questa isola abbiamo fatto uno snorkeling eccezionale
A Gennaio 2018 vengo a sapere che un mio caro amico, con cui dovevo fare un viaggio di pesca a giugno, per problemi di salute, non potrà esserci per cui il viaggio salta.
Arriva febbraio e la fiera della pesca di Vicenza.
Mentre sono allo stand di PIPAM, ricevo alcune telefonate a cui non rispondo, non avendo sentito il cellulare squillare.
Nel frattempo incontro l’amico Marco Puggioli il quale mi dice: “Faina, ho prenotato per aprile alle Maldive e vado con la mia morosa. Lì si possono pescare a mosca i Giant Trevally e non spenderemo cifre allucinanti”.
Lì per lì non gli do tanto peso in quanto, essendo stato già alle Maldive in passato, ero consapevole del fatto che un prezzo basso solitamente vuol dire pesca “fai da te” o pesca “senza grosse pretese” ed in oltre sapendo anche che in quasi tutte le isole maldiviane, in cui sono presenti dei resort, la pesca da riva è vietata.
Rientro a casa e trovo un messaggio di Simone al cellulare che dice: “Ti ho cercato più volte oggi, era solo per dirti che sono rientrato dalle Maldive, vacanza con famiglia ed ho pescato GT ed altri pesci”.
Bandiera Maldiviana che sventola in ogni angolo dell’Isola, per una imminente festa.
A quel punto lo chiamo e scopro incredibilmente che Simone era stato nella stessa isola di cui mi aveva raccontato, poco prima, Marco.
Termino la telefonata e chiamo immediatamente Marco: “Sai se c’è ancora posto sull'isola? Verrei con voi.”… dopo poco più di un mese ero in volo per le Maldive a cercare di prendere i Giant.
Ricevimento al porto con tanto di fiori da parte del personale della guest house
Ho volato comodamente con Fly Emirates e dopo circa 10 ore di volo, con uno scalo a Dubai, siamo arrivati a Malè.
Gli ospiti della guest house vengono accolti all’aeroporto e trasferiti, tramite una barca veloce, sull’isola (circa un’ora e 40 di navigazione).
Al porto incontrerete Hape, e il suo staff, che vi accolgono per ritirare i bagagli che porteranno direttamente alla guest house.
La via principale del paese
Angolo del bar della guest house con grossi pesci (tra cui i GT) disegnati alle pareti
Da quel momento in poi non si dovrà pensare ad altro visto che nel pacchetto sono inclusi: vitto, alloggio, sistemazione in camere con bagno privato, acqua, calda, aria condizionata, bevande, salottino, giardino comune,
Imbarcazioni usate per portare in giro i turisti nelle varie escursioni
gite in barca alle isole deserte, gite alle lingue di sabbia, snorkeling. Solo il diving e le uscite di pesca sono a pagamento.
Agli ospiti viene offerta, ogni sera, la possibilità di scegliere le attività per il giorno successivo.
Donne chine al tramonto che puliscono la spiaggia
Bibite e cibo non sono mai mancati, ma devo ricordarvi, che essendo un paese di religione mussulmana, non si mangia maiale e qui le birre sono analcoliche, visto che la religione vieta il consumo di alcool.
Uomini che giocano a scacchi lungo le strade dell’isola
Donne maldiviane che chiacchierano sotto alle piante in riva al mare
Il tempo di riordinare le cose e subito ci siamo recati a fare un bagno ristoratore nella spiaggia adiacente alla guest house.
Prima, facendo una passeggiata per il paese, abbiamo notato che sull’isola c’è tutto il necessario per vivere lentamente e con decoro: il municipio, l’asilo, la scuola,
Le mamme vanno a prendere i bimbi all’uscita di scuola
i negozi di alimentari, la moschea, l’ospedale, il campo da calcio e da pallavolo, il porto ... ossia tutto il necessario per le circa 500 persone che vivono stabilmente nell’isola. La piccola comunità è coesa e priva di delinquenza, la maggior parte sono pescatori che poi vanno a rivendere il pescato a Malè.
Gli isolani che ho incontrato sono persone eccezionali, onesti, generosi, gentili, pacati, e disponibili.
Bambini che giocano allegramente con una altalena rudimentale
Le Maldive, per chi non lo sapesse, sono composte da un arcipelago di più di 1100 isole coralline nel bel mezzo dell’Oceano Indiano.
La loro risorsa principale è il turismo di cui circa il 60% costituito da europei di cui circa il 20% sono gli italiani.
La seconda risorsa per importanza è la pesca.
Per pescare i maldiviani usano le tipiche imbarcazioni a fondo piatto e costruite col legno di cocco, i cosiddetti Dhoni.
Dhoni barca spartana dal fondo piatto usata per la pesca professionale
La pesca
Per il giorno seguente la sveglia è fissata all’alba. Il ritrovo, con le guide, è al porto alle 6:00 di mattina per pescare tutto il giorno ed il rientro è programmato per le 16:00.
La pesca con le guide si pratica tutti i giorni della settimana fatto salvo il venerdì, il giorno di festa e di preghiera (equivalente alla nostra domenica).
Noi abbiamo prenotato le guide di pesca prima di partire, onde incappare in sold-out inattesi, visto l’esiguo numero di guide e barche a disposizione.
La guest house pensa a preparare dei frigo-box con cibo, frutta e bibite fresche per tutta la giornata e le fa trovare, pronte, alle guide che provvedono a caricarle in barca.
La guida sta per tagliare una fresca e dissetante anguria
Sono venuto qui alle Maldive alla ricerca del più grosso dei carangidi il Giant Trevally, più comunemente detto GT. Il suo nome latino è Caranx Ignobilis: tra le sue caratteristiche principali: la sua ”cattiveria predatoria”, la sua propensione a mangiare a galla e la sua “potenza esplosiva” una volta allamato.
Marco non riesce ad alzare la canna durante la prima fuga del GT
Sebbene la media delle dimensioni delle catture, pescando a mosca, si aggiri sui 10-15 kg, il GT può tranquillamente superare i 25 kg con punte di oltre 40 kg.
E’ un pesce, vorace e velocissimo, a volte, per poterlo ingannare si deve, oltre che recuperare a tutta velocità, retrocedere velocemente, per poter accelerare ancor di più la nostra esca o quando abbiamo terminato la riserva di coda da recuperare.
Questo GT enorme preso da Marco pescando a vista su una flat
Marco da una occhiata al GT poco prima del rilascio
I Giant Trevally, obiettivo principale della nostre battute di pesca, si pescano sostanzialmente in due modi differenti, a seconda del luogo dove lo si cerca.
Nelle lunghe flat si pesca camminando faticosamente con l’acqua che arriva alla cintura e si cercano i pesci che fanno incursioni dai lati della flat verso il centro.
Lunga flat maldiviana dove abbiamo incontrato più di un GT
L’avvicinamento e l’avvistamento sono tutt’altro che facili, in quanto si rischia di essere sentiti o addirittura visti.
La guida al centro e i due pescatori si posizionano (uno a destra e l’altro a sinistra) a sette-otto metri di distanza dalla guida.
Se si è fortunati li si vede girovagare lentamente tra i coralli.
Appena a tiro di canna, circa 20-25 metri, si lancia la nostra mosca di fronte al muso del pesce ad almeno 3-4 metri per evitare di spaventarlo.
Rocce coralline a ridosso dell’Oceano
Sulle rocce coralline il sistema di pesca cambia.
Si pesca a ridosso del reef, dove infrangono le onde dell’oceano.
Si è riparati dalla barriera corallina quindi si ha l’acqua altezza delle ginocchia.
Si sta fermi, aspettando il passaggio dei GT che cacciano in maniera molto evidente il pesce foraggio che “galleggia tra le onde”.
Il pesce foraggio è posizionato lì in attesa del cibo trasportato dalle onde dell’oceano e dal cambio della marea che crea delle forti correnti in entrata o in uscita.
Anche in questo caso i lanci saranno ridotti al minimo per evitare di spaventare i baitfish che a loro volta allarmerebbero i GT.
Soprattutto quando si pesca a ridosso del reef è fondamentale conoscere le maree, che come sempre in mare, mettono in moto la catena alimentare.
Brush Fly, la mosca perfetta per i GT
Le mosche che hanno avuto maggior successo con i GT sono state le Brushfly (lunghe circa 13-15 cm) nei colori: nero/viola (la più utilizzata nelle nostre uscite), nero/rosso e tan chiaro/tan scuro.
Per i Giant Trevally abbiamo usato canne di nove piedi per coda 12 e code galleggianti con un core specifico, ovvero con un core in grado di resistere come minimo a 50 lbs (ottime le Rio GT o le Airflo Super Dry GT).
Il finale migliore da utilizzare, pescando su bassi fondali, è risultato un nylon di 1 mm per 120 lbs, sarebbe ottimo anche il fluorcarbon ma, visto il suo peso specifico maggiore, si rischierebbe di incagliare sugli onnipresenti coralli.
Canne potenti e veloci, con mulinelli capienti e dalle frizioni a prova di grosse prede
Avvistati i pesci si deve lanciare rapidamente quindi la coda dovrà essere già srotolata e meglio se dentro uno stripping basket.
Non potranno esserci intoppi durante il lancio e la coda non si dovrà incastrare tra i coralli, pena la non riuscita dell’azione di pesca.
Quando si va a cercare nelle flat i GT, si possono incontrare anche altri pesci tra cui i triggerfish (balistidae), i bluefin, i golden treavally ed altri svariati tipi di pesce di cui non conosco il nome.
Bluefin
Golden spot Trevally
Questi pesci ovviamente hanno bisogno, per essere pescati correttamente, di altre attrezzature rispetto ai Trevally: le canne e finali dovranno essere, per forza di cose, più leggeri e le mosche molto più piccole (lunghe 3-5 cm).
Imitazioni di gambero in stile “Bongo Fly sono state le più catturanti
Noi abbiamo impiegato canne per coda 10 e finali dallo 0,35 allo 0,45 e sono bastati. Le code erano delle galleggianti e le mosche realizzate su ami, a filo grosso, dal 1/0 al 4. Ami più piccoli non hanno senso, visto la dentatura dei pesci e la loro possente difesa una volta allamati.
Purtroppo come spesso accade i pesci più belli non si sono fatti fotografare tagliando la lenza sui coralli.
Imitazioni di gamberi sono state le più catturanti per i vari pesci
La canna per coda 10 dovrà essere tenuta sullo zaino già montata, oppure la terrà la guida passandovela velocemente se dovesse avvistare uno o più di questi pesci.
Apparato boccale in primo piano di questo maestoso Giant Trevally
Il mio soggiorno alle Maldive è durato otto giorni di cui cinque con guida di pesca a caccia dei GT.
Nei cinque giorni guidati io e Marco abbiamo sempre incontrato i Giant oltre che gli altri pesci e, con un adeguato controllo preventivo delle maree e un pizzico di fortuna, siamo riusciti a catturare questi pesci da sogno.
Portare a riva un GT da 20-30-40 kg non è cosa facile, spesso si perdono, perché una volta allamati scappano a tutta velocità vicino alle piante di corallo affioranti, tagliando irrimediabilmente il filo.
Lo stesso dicasi per i trigger fish e i bluefin.
Io me ne sto sognando ancora uno da 5 kg che mi ha fatto impazzire e sul più bello, quando pensavo oramai di averlo preso ha tagliato il filo sull’unico corallo nelle vicinanze.
Marco mostra la lenza tagliata dalla possente fuga tra i coralli da parte di un GT
Marco invece credo stia ancora sognando il GT da 35-40 kg che ha mangiato la sua mosca uscendo completamente con il muso dall’acqua a pochi metri da noi (scene da film!) e che poi, durante il combattimento, ha tagliato il filo sul corallo (pare una litania, ma i pesci sono grossi e cattivi e alle loro prime fughe sono veramente incontrollabili).
In un’altra situazione un Giant ha portato via mosca, finale, coda e parte del backing.
Proprio per questo è consigliato, per questo genere di pesca, avere almeno due code da GT e una decina di mosche di riserva.
Marco durante gli ultimi preparativi, prima di una battuta di pesca
Sull'isola ho incontrato Graziano e Marco Mordini, i quali erano lì con famigliari e amici; ma visto che c’erano hanno portato anche tanta voglia di pescare.
Avevano però delle canne troppo leggere per i GT (canne per coda 10).
Quindi l’ultimo mio giorno di permanenza ho lasciato canne e mulinelli a Graziano e Marco ha tarato l’attrezzatura dei due Mordini Brothers per i GT, effettuando le giunzioni coda backing in maniera perfetta.
Graziano Mordini con un bel GT dalla coda mozzata
Il giorno della mia partenza le guide erano libere e i due hanno avuto la classica giornata della vita incannando, in un solo giorno, più di una dozzina di GT portandone a riva almeno otto.
Un numero pazzesco!
Marco con un GT pazzesco!
Volevo spendere due parole anche per la pesca a spinning dove qui trova il paradiso terrestre.
Ho parlato con un ragazzo tedesco che soggiornava nella nostra stessa guest house per la terza volta e mi diceva, con foto al seguito di catture, strabilianti (dai 5 ai 15 pezzi al giorno per pescatore) di GT, groupper, dogtooth tuna, snapper, pesci vela, barracuda e lampughe oversize.
Le uscite vengono sempre organizzate dal proprietario della guest house Hape, un ragazzo maldiviano che parla molto bene l’italiano avendo lavorato per svariati anni come animatore in un resort, che ha a disposizione svariate barche per accontentare tutti i suoi clienti/pescatori.
Cernietta
Colori pazzeschi
Il pomeriggio, verso le 16:00, una volta rientrati dalle escursioni o di pesca, non ancora sufficientemente stanchi, abbiamo pescato lungo le spiagge agganciando tra l’altro un paio di squaletti di barriera, aguglie, cerniotte e un paio di pesci che ci hanno raddrizzato gli ami.
Squalo pinna nera catturato nei pressi del porticciolo del paese
La sera, se non si è sufficientemente a pezzi dalla giornata trascorsa in mare e non si va a letto presto, si scambiano quattro chiacchiere, si fanno due passi intorno all’isola sulle strade di sabbia (l’asfalto è presente solo attorno al porto), ci si ferma a guardare le stelle, si va su internet, si telefona a parenti e amici italiani grazie al wi-fi compreso nell’offerta della guest house.
Il costo totale della vacanza di 9 giorni è tutto sommato abbordabile, rispetto ad altre mete, visto che in totale tra: voli aerei, barche, vitto e alloggio e cinque giorni di guide di pesca è attorno ai 2.000-2.200 euro a testa (a seconda dei costi dei voli e della stagionalità).
Il posto è ideale anche per famiglie e per eventuali non pescatori, in questo caso il viaggio costa circa 1.500 euro e comprende oltre che il vitto e l’alloggio anche le varie escursioni oltre che il volo da e per Italia.
Attrezzatura da pesca deve essere rigorosamente saltwater
Canne da pesca impiegate: 9' coda 12 per i GT , 9' coda 10 per gli altri pesci.
Mulinelli impiegati: di primissima qualità, resistenti alla salsedine ed in grado di contenere almeno 250 mt di backing
Code di topo: come consigliato, almeno 2 code del 12 e una coda 10. Entrambe le misure delle code devono essere galleggianti.
Link Utili:
Per viaggiare in tranquillità visitare il sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it
Come costruire le mosche da GT Brush Fly
Come costruire stripping basket
Potrete vedere i filmati su Pesca a mosca alle isole Maldive o visitando il canale you tube Alberto Galeazzo Faina fly fishing
Per informazioni più precise di pesca, su dove soggiornare e altre info non lesinate, contattatemi tranquillamente alla mia email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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