2.1 Le armi del luccio (prima parte)
Madre Natura deve avere avuto il suo bel da fare a progettare il luccio: la sagoma del pike risulta estremamente idrodinamica e strategicamente pinnata, ovvero si ritrova con una pinna dorsale arretratissima rispetto al corpo che, con la caudale in asse, gli consente di essere ritenuto un vero e proprio scattista delle acque.
Ma proviamo ad immaginare al rallentatore cosa accade al luccio prima di sferrare un attacco: quando il Pike (immaginatene uno grosso) percepisce la presenza di una preda nel suo raggio d’azione, tende ad inarcare il corpo o, come scrive Raynolds, a formare una sorta di S quasi come un serpente prima dell’attacco. Contemporaneamente le pinne dell’esocide si agitano e si dilatano. Subito dopo scatta violentemente in avanti come una molla, partendo da una velocità pari a zero, per raggiungere quasi i cinquanta all’ora in uno spazio ristrettissimo. Sempre grazie all immagine rallentata notiamo che…in fase di attacco il luccio tiene la bocca chiusa! Questo per mantenere la sua idrodinamicità fino alla fine. L’esocide aprirà la bocca solo nell’ultimo istante prima di raggiungere la preda. Inoltre, la bocca verrà aperta in proporzione alla stazza della preda quindi, se il luccio vorrà ingollarsi una papera (ne avete immaginato uno grosso, no?), dovrà letteralmente spalancare le fauci. Vediamo quindi che il luccio è una sorta di cecchino sempre pronto a tendere agguati: studia l’ambiente e sceglie la postazione migliore per effettuare l’imboscata, si camuffa e nasconde perfettamente, attende pazientemente il momento giusto per poi agire in un attimo. Proviamo adesso ad analizzare quei sensi che rendono il luccio un pesce così micidiale. Gli occhi del luccio ![]() L'occhio del luccio! Secondo Barry Reynolds, i lucci sono “sight feeders”, ovvero si nutrono soprattutto sfruttando la vista. La collocazione arretrata degli occhi rispetto alla testa, ostacola la visuale del luccio per quanto riguarda ciò che gli si viene a trovare davanti al naso. Andando più nello specifico, occorre innanzitutto sottolineare che il luccio possiede due campi visivi monoculari di circa centosessanta gradi e che i suoi occhi si muovono indipendentemente l’uno dall’altro. I due campi monoculari si possono sovrapporre per un angolo di circa venti gradi, dando così origine ad una visione stereoscopica, ovvero quel tipo di visione di cui facciamo uso noi esseri umani. Ed è proprio grazie alla visione stereoscopica che il luccio è in grado di mettere a fuoco ciò che vede. Ipotizziamo allora che il nostro esocide individui una sagoma nel campo monoculare. Questa rimarrà parzialmente indefinita fino a quando il luccio non sposterà la visuale passando alla visione stereoscopica. Questo cosa significa? Che se avremmo la fortuna di pescare un luccio “a vista”, sarà probabilmente più efficace presentargli l’artificiale di lato, in modo che d’istinto scatti a prendere l’artificiale senza che questi rientri subito nella visione stereoscopica. A volte sono questi piccoli particolari a decretare il successo nella cattura di un luccio sospettoso o difficile. Dato che ci siamo: come vedono i pesci? (…un paragrafo un po’ più “scientifico”) ![]() Vedo giallo! Gli occhi dei pesci non sono poi così diversi dai nostri: sono dotati di cornea, iride, cristallino e retina. Nella retina ci sono due tipi di cellule nervose, ovvero i coni ed i bastoncelli. Più elevato è il numero di bastoncelli e coni, migliore è la vista. Rispetto agli occhi umani, il numero di bastoncelli e coni nei pesci è inferiore, ragion per cui è lecito supporre che i pinnuti vedano bene, distinguendo perfettamente forma, taglia e colore, ma comunque siano incapaci di percepire gli stessi dettagli dell’occhio umano. Un altro aspetto da non sottovalutare assolutamente è la distinzione dei colori sott’acqua. Più la luce penetra in profondità, più viene “filtrata” dall’acqua, per cui si suppone che le nostre mosche tendano inevitabilmente a “perdere” colore man mano che affondino. Per la pesca a mosca in acque cristalline è un concetto relativo perché in ogni modo i nostri artificiali non verranno mai utilizzati così a fondo, ma in ogni modo è bene sapere come variano i colori sott’acqua, anche perché in caso di acque velate il “filtro” dei colori sarà accentuato. Vediamo quindi che le lunghezze d’onda che ci permettono di percepire i diversi colori vengono assorbite a seconda della profondità in cui si trova lo streamer. Il colore che possiede la maggiore lunghezza d’onda è il rosso con settecento nanometri (un nanometro equivale ad un milionesimo di metro). Con l’aumentare della profondità il rosso tende a diventare arancione, un colore che possiede una lunghezza d’onda di seicento nanometri, poi giallo e via così fino al blu e viola che possiedono una lunghezza d’onda di quattrocento nanometri. Si potrebbe quindi affermare che uno streamer rosso sarà in grado di assumere tutti i possibili colori a seconda della profondità in cui viene a trovarsi. Ma i pesci come percepiscono i colori? Le ultime ricerche hanno confermato che i pesci vedono i colori, e questo è oramai un punto fermo. A quanto pare, i pinnuti hanno una certa sensibilità a percepire le lunghezze d’onda dell’ultravioletto, quindi tra i trecento ed i quattrocento nanometri. Come scegliere lo streamer più “visibile”? ![]() Acque pulite, cielo terso...cosa usare?....Secondo una teoria, in presenza di acque chiare e sole è meglio usare streamer dal colore naturale con pochi flash. Con cielo coperto il consiglio è quello di usare artificiali che si “notano”, quindi più visibili caratterizzati da una colorazione più accentuata. Infine, nel caso di acqua velata sarà bene fare uso di colori molto accesi dotati di flash dai mille riflessi. Per quanto riguarda la mia esperienza, nel caso di acqua velata mi sta bene la teoria dei colori brillanti, a cui aggiungerei comunque l’uso del nero o di streamer dai colori contrastanti, quindi nero/chartreuse, rosso/giallo…etc. Occorre in ogni modo tenere sempre presente che, se in acque pulite il luccio per identificare la preda farà uso soprattutto della vista come senso predatorio, nel caso di acque velate sarà comunque costretto a fare uso anche della linea laterale! |