2.Identikit

Il luccio, questo sconosciuto.


dipinto all'acquerello (*)

Origini

Il luccio fece la sua comparsa in Europa tra i sessanta ed i centoventi milioni di anni fa. La sua capacità di adattamento in ambienti diversi gli ha consentito una distribuzione quasi “mondiale”.
Egli, infatti, non solo tollera acque torbide caratterizzate da scarsità di ossigeno, ma è anche uno dei pesci che meglio riesce a sopportare improvvise quanto eccezionali ghiacciate.

Il genere ESOX si divide in diverse specie:

· Esox americanus (grass pickerel)
· Esox Lucius (northern pike)
· Esox masquinongy (muskellunge)
· Esox niger (chain pickerel)
· Esox reicherti (Amur pike)

Northern Pike (*)

Muskellunge (*)

Tiger Muskellunge (*) (ibrido sterile tra femmina di Northern Pike e maschio di Muskellunge)

In Italia è presente solo l’Esox Lucius (Northern Pike ), specie autoctona nel Nord e nel Centro, mentre è stata immessa nel Meridione e nelle Isole.
In uno dei prossimi capitoli distingueremo le differenze tra il ceppo autoctono italiano, e quello alloctono proveniente dall’est Europa. Per il momento, ci basti sapere che possiamo trovare il nostro amico pike soprattutto in prossimità di acque (anche salmastre) ferme o comunque con scarsa corrente, in alcuni tratti ricchi di vegetazione o ostacoli sommersi (tra cui anche sporgenze rocciose o simili), senza dimenticare gli importantissimi ”scalini”.
In ogni modo, il lago rimane l' habitat preferito dal luccio: i vasti spazi, le grandi profondità e l'abbondanza di cibo gli permettono di raggiungere taglie ragguardevoli.

Un primo ritratto


L'agguato (*)

La livrea del luccio è caratterizzata da un colore bruno-verdastro con variegature argentee, le pinne sono giallo sporco o aranciate.
L'esocide, sfruttando la sua colorazione mimetica, è in grado di cacciare rimanendo perfettamente immobile per poi, grazie alla sua vista e al sistema della linea laterale, scattare improvvisamente al passaggio di una preda.
La bocca molto ampia, caratterizzata da una miriade di denti acuminati (circa novecento!) rivolti all’indietro, gli consente di sferrare degli attacchi micidiali.
Lo scatto fulmineo è dovuto sia grazie alla presenza di una pinna caudale molto sviluppata, ma anche per la posizione piuttosto arretrata della pinna dorsale e di quella anale.
Lo scatto propulsivo minimo lo porta ad almeno due, tre volte la lunghezza del corpo.
Anche se solitamente il luccio non si impegna in lunghi inseguimenti, come vedremo nel capitolo sullo stripping, la regola è quella di recuperare lo streamer fino alla fine, perché il luccio potrebbe attaccare proprio quando si vede sfuggire la probabile preda.
Queste ultime possono anche essere composte da roditori !, rane, uccelli acquatici, piccoli mammiferi e persino altri lucci! Infatti, uno dei pericoli nell’immissione dei lucci in laghi, stagni o laghetti è proprio il rischio di “sovraffollamento” e quindi di accentuare la tendenza al cannibalismo.
In ogni modo, tramite il cannibalismo gli esocidi risolvono sia i problemi di competizione alimentare, sia quelli di competizione territoriale.

Taglie diverse...


There's One! (*)

Ho fatto una ricerca ben specifica sulle dimensioni raggiungibili dal luccio trovando una miriade di risultati diversi: da un minimo di un metro di lunghezza massima per 15kg di peso fino ad un massimo di 1,50m per 35kg di peso.
Considerando le foto di numerosi mostri che ho potuto visionare, e che comunque il mio luccio più lungo toccava i 105cm, azzarderei una misura massima di 1,40m per una trentina di chili. Mica male, no?
Reynolds scrive di un luccio record di oltre 55 libbre, per cui più o meno ci siamo.
Un ulteriore punto rilevante è che i maschi difficilmente raggiungono gli 80cm di lunghezza. Per cui, se catturerete un Big Pike sarà sicuramente una femmina.
Rimane il fatto che le dimensioni e la crescita del luccio saranno influenzate dall’alimentazione e dalla temperatura dell’acqua: secondo alcuni studi, in media raggiunge i venti centimetri durante il primo anno di vita.
La fisionomia del corpo dipende molto dall’ambiente in cui il luccio vive. Nel caso di scarsa corrente assume una forma più allungata, mentre in acqua ferma questa tende ad essere più tozza.

Il luccio rischia l’estinzione?


Acquario......no fishing! (*)

A quanto pare in Italia il luccio era il signore delle acque fino all’arrivo del persico trota o black bass, specie alloctona importata principalmente per la pesca sportiva.
Secondo una tesi, la diminuzione del numero dei lucci è dovuta proprio alla massiccia immissione dei black. Ultimamente si parla anche molto dell’influenza negativa del siluro nei confronti del luccio.
Un’altra teoria che tenta di spiegare l’attuale diminuzione dei lucci un po’ ovunque in Europa, riguarda la sparizione dei canneti litorali tanto amati dai lucci sia per la caccia, sia per la riproduzione.
Non mi sento di appoggiare questa tesi in quanto uno dei miei itinerari preferiti possiede tutt’altro che un abbondante vegetazione, eppure qui i lucci, peraltro purtroppo bastonatissimi dai “padellari” con il vivo e con il cucchiaio, continuano ad esserci.

Sono due i motivi che rendono difficili l’allevamento del luccio:

1. Una più che spiccata tendenza al cannibalismo.

2. La necessità di essere alimentati con organismi vivi.

Nel prossimo paragrafo, “Le “armi” del luccio”, cercheremo di approfondire quelle caratteristiche che rendono il luccio così “letale”!

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