Salwater STRIKE!



Word and photo Angelo Piller (Angelo)

www.Flyfishdolomiti.com



La pesca a mosca nel mare "nostrum" non è più una novità! Soprattutto in questi ultimi dieci anni il periodo delle mangianze viene atteso con trepidazione e, da settembre a gennaio, sono tanti i pescatori a mosca che si dedicano a tombarelli e c.
La classica domanda: "c'é schiusa?" viene sostituita temporaneamente da: "c'è la mangianza?" Quando la risposta è affermativa il pescatore a mosca inizia ad entrare in uno stato di frenesia curabile solo con un'imminente uscita in barca.
Quando in acqua dolce manca la schiusa di insetti, spesso si può pescare in caccia, ma se in mare manca la mangianza, allora la giornata può veramente diventare avvilente: ore e ore a cercare e seguire gabbiani dal volo stanco, avviliti anch'essi forse ancora di più dell' equipaggio che li sta "pedinando". Se però tonni e tombarelli incontrano branchi di acciughe, allora si può veramente scatenare l'inferno: grosse palle di povere acciughe che vengono sistematicamente attaccate...per non parlare dei gabbiani che si dedicano a veloci attacchi devastanti provenienti dal cielo. E’ risaputo che la vita dell’acciuga non sia proprio il massimo!
In questo “caos marittimo” fa la comparsa il pescatore a mosca che, se è esperto e capace, cercherà di non disturbare troppo la mangianza, avvicinandosi il più possibile in modo da arrivarvi a tiro con un lancio possibilmente preciso.

L’imitazione affonda più o meno lentamente e poco dopo il pescatore inizia a strippare. Le prime strippate, quelle nell’”occhio del ciclone”, sono le più importanti e quanto più lo streamer fuoriesce dalla zona calda,  più calano le possibilità di riuscire a catturare un predatore.



Proprio su questo aspetto, diversi anni fa durante un’uscita in mare, ebbi una folgorazione: se io riuscissi a stare in pesca più a lungo nella zona in cui si concentra la mangianza, le mie possibilità di cattura dovrebbero aumentare esponenzialmente! La prima soluzione fu quella di usare un’imitazione galleggiante. La cosa funzionava, però solo sulle mangianze di superficie, quelle in cui la maggioranza dei pesci veniva a mangiare a galla. Il passo successivo fu l’uso dello strike indicator, cioè di una sorta di galleggiante.

 

VANTAGGI NELL’USO DELLO STRIKE IN MARE



 

Il vantaggio è uno solo, ma decisamente fondamentale:

- Lunga permanenza dello streamer nel punto esatto in cui riusciamo a lanciare e che ovviamente coincide sempre con la zona caratterizzata dalla massima concentrazione di pesce. Le possibilità di cattura aumentano esponenzialmente! Anche se la barca scarroccia o se la corrente ci allontana dal punto di massima mangianza, CEDENDO CODA saremo in grado di mantenere la nostra imitazione nella zona “calda”.




SVANTAGGI NELL’USO DELLO STRIKE IN MARE

- Se non c’è attività di sorta e non ci sono mangianze, è una tecnica che da, salvo casi rarissimi, scarsi risultati.

- Quando si è in più persone a pescare e non tutti pescano con la tecnica dello strike, possono crearsi dei veri e propri garbugli di code. Colui che pesca con lo strike spesso monopolizza la palla di acciughe, proprio perché una volta piazzato, la sua imitazione e la sua coda rimangono costantemente in pesca, ostacolando l’azione di chi pesca a streamer in modo classico.


- Quanto più è lontano lo strike, tanto più difficile risulterà ferrare correttamente…e in tempo!

- In caso di mare mosso, il moto ondoso può nascondere lo strike. Quella che ci sembrerà una mangiata, sarà in realtà un’onda che avrà coperto lo strike.

 

TECNICA E TATTICA




Distinguiamo tre situazioni diverse:

Nella prima situazione abbiamo a che fare con una palla di acciughe che viene attaccata di continuo. Io l’ho definita “accesa”. Chi pesca in mare da anni avrà notato che spesso i predatori attaccano la palla di acciughe ai margini della stessa. Non dovremmo quindi lanciare proprio nel centro, dove comunque le acciughe saranno più fitte e quindi la probabilità di un attacco sul nostro artificiale sarà minore, bensì ai margini della palla.



Nella seconda situazione la palla da “accesa” può passare ad una fase “spenta”, ovvero in cui le acciughe non vengono attaccate. In questo caso, sarà comunque utile lanciare in prossimità delle acciughe e lasciare lavorare lo strike. Quando la palla da “spenta” tornerà ad accendersi, noi, con il nostro streamer, saremo già lì!




La terza situazione, quella più difficile, si verifica quando si incontrano mangianze sparse, cioè le acciughe sono presenti in numero inferiore e non si raggruppano nella classica palla. In questo caso sarà fondamentale riuscire a lanciare esattamente nel punto in cui riteniamo che ci sia la massima concentrazione di predatori.
A volte, e questo vale per tutte e tre i casi appena elencati, un movimento dello strike provocato da uno recupero della coda (strip) o uno scatto della canna, sarà in grado di fare alzare la nostra imitazione che tornerà quindi ad affondare lentamente, provocando l’attacco del pesce. Riguardo alla ferrata, dobbiamo sempre avere la prontezza di riflessi di un pistolero nel Far West!

 

MOSCHE/ARTIFICIALI



Pescando con lo strike non ho dubbi: Gummy Minnow forever! Poi è comunque importante riuscire ad azzeccare taglia e colore delle acciughe che incontreremo in pesca.
Il Gummy ha una marcia in più rispetto ad altre mosche perché ciò che lo caratterizza è quello che con alcuni amici chiamiamo “effetto Los Roques”. Proprio a Los Roques, il Gummy Minnow faceva la differenza quando veniva lanciato di fianco al pellicano, una volta che questo si era tuffato dall’alto sulle nuvole di pescetti presenti in quelle acque. Il Gummy andava ad imitare i pesciolini tramortiti dal tuffo dell’uccello, pesci che finivano quasi subito nella pancia dei selettivi bonefish che in quei magici secondi perdevano qualsiasi diffidenza. Lo stesso accade durante le mangianze nei nostri mari: i predatori, durante il loro fulmineo passaggio, tramortiscono diverse acciughe che iniziano lentamente ad affondare…fino a quando non diventano facile bottino del tonno o del tombarello di turno.


Il Gummy Minnow, se non è stato piombato in modo eccessivo, imita alla perfezione un’acciuga che tramortita, affonda lentamente. Lo strike non consente al Gummy di affondare troppo (magari al di fuori della zona in cui sfrecciano i predatori), mantenendolo sempre alla profondità “giusta”! Sarà poi il moto ondoso a fargli mantenere una parvenza di vita perfetta per stimolare l’attacco del predatore. Riguardo alla profondità da dare al Gummy rispetto allo streamer, questa va da un minimo di venti centimetri ad un massimo di circa un metro. Solitamente io inizio a pescare con circa sessanta centimetri di profondità, poi mi regolo a seconda delle singole mangianze.

 

QUALE STRIKE?

Le caratteristiche dello strike indicator devono essere due: visibilità e facilità nel lancio. A volte è necessario lanciare venti e passa metri di distanza, per cui lo strike indicator deve essere il più leggero possibile. Tra quelli presenti in commercio, mi sono trovato molto bene con i Thingamabobber di taglia grande. Ve ne sono di diversi colori e sicuramente la nostra scelta cadrà su quelli più colorati.

 

ATTREZZATURA

Non scenderei sotto una canna nove piedi coda dieci. Anche una coda dodici va benissimo. Nel caso di tonni “seri”, si sale anche di potenza della canna. Ovviamente la coda di topo deve essere galleggiante. Il finale avrà una lunghezza di nove/dieci piedi.

 

CONCLUSIONE

La pesca con lo strike in mare non deve essere concepita come la tecnica che fa la differenza, ma piuttosto come una arricchimento del nostro bagaglio tecnico, una “freccia” in più da scoccare in certe situazioni ben specifiche.

 

Angelo Piller (Angelo)



© PIPAM.it

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