La mia parachute
20/09/01
di Agostino Roncallo, disegni di Pietro Lucchini
Come semplificare un dressing valido
senza perderne efficacia, anzi. Relativamente alla pesca a mosca, mi considero un uomo fortunato; dopo oltre venti anni che coltivo la passione per la costruzione delle mosche artificiali, continuo ad avere ancora idee per nuove imitazioni.
Credo che ciò dipenda dal fatto che i miei dressings non sono il frutto di occasionali e fortunate intuizioni, ma di un processo evolutivo improntato alla razionalità per cui da un accorgimento costruttivo o da un montaggio ne deriva un’altro con una logica così semplice da apparire naturale. Avendo fiducia in questo processo, sono convinto di riuscire a concepire buoni artificiali ancora per molto tempo (attualmente sto scrivendo un libro che tratta di innovativi dressings in Cul de Canard - n.d.r. avendo avuto il privilegio di provarne alcuni ve ne posso grantire la validità), ma, per ora, considero la mia parachute, realizzata con l’ausilio di un nottolino di materiale sintetico espanso simile al foam, uno dei migliori artificiali che ho realizzato. Il montaggio parachute è così antico e conosciuto che credo inutile descriverne pregi e difetti; rimane il fatto che non è di facile realizzazione. La difficoltà nasce dal dover fissare in posizione orizzontale, sopra il gambo dell’amo, l’hackle di sostegno dell’imitazione senza avere a disposizione una solida base intorno a cui avvolgerla. Ne consegue che non sempre l’hackle si dispone in modo corretto e che il suo montaggio non risulta particolarmente robusto. Conosciamo le soluzioni adottate per ovviare all’inconveniente, ma il risultato è che, salvo alcune eccezioni che confermano la regola, non è facile trovare in commercio mosche parachute di alta qualità. Utilizzando un nottolino di materiale sintetico fissato sull’amo in modo semplicissimo ho messo a punto un montaggio con cui si ottengono imitazioni con caratteristiche che, a mio parere, sono superiori a quelle ottenibili con gli altri montaggi parachute. Il nottolino sintetico si può ricavare dal comune foam reperibile nei negozi di pesca, ma se si vuole ottenere il massimo dei risultati occorre impiegare il materiale sintetico di cui sono composte le tessere di una sorta di puzzle per bambini che consente di formare un tappeto o costruire solidi geometrici. Scoprii la sua esistenza vedendo mia nipote che ci giocava e notai subito che il materiale di cui erano composte le tessere era simile al foam, ma più compatto e robusto. Inoltre le tessere erano spesse un centimetro e, poiché da tempo cercavo un materiale con quelle caratteristiche, mi recai in un negozio di giocattoli dove comprai il puzzle, notando che risultava prodotto in Cina e che la confezione portava il marchio della Comunità Europea. Servendomi di un bisturi e di un righello, tagliai le tessere in sezioni di varie dimensioni e cominciai a sperimentare i possibili modi d’uso del materiale. Il dressing che segue è una conseguenza di quella sperimentazione. Dressing
Blocco nel morsetto un amo diritto ed inizio ad avvolgere il filo di montaggio intorno al gambo, partendo dall’occhiello. Giunto sulla curva, monto una coda di barbule di hackle di gallo, disposta a raggiera, e realizzo il corpo dell’imitazione. Mi sposto con il filo di montaggio nel punto in cui posizionerò le ali e fisso in successione una hackle di gallo e un tratto di striscia del materiale sintetico citato poc’anzi, di sezione quadra, lungo un centimetro e largo quanto il torace dell’imitazione, posizionato per lungo e bloccato sul gambo dell’amo a metà della lunghezza. Dispongo un tratto di polipropilene sopra alla striscia di materiale sintetico e, con due spire di filo di montaggio, lo blocco a metà della sua lunghezza facendolo affondare e verticalizzare nel materiale sintetico. Creo un dubbing con del pelo o del materiale sintetico e, incrociando sotto al nottolino di materiale sintetico con alcuni passaggi ad otto, realizzo il torace dell’imitazione.
Avvolgo l’hackle di gallo sotto al nottolino di materiale sintetico, la fisso accanto all’occhiello dell’amo, ne taglio l’eccedenza e termino l’imitazione eseguendo la testa su cui metto una goccia di vernice. Tolgo l’imitazione dal morsetto, taglio le eccedenze del nottolino di materiale sintetico e, con un taglio orizzontale, stabilisco l’altezza dell’ala. Il nottolino di materiale sintetico, oltre a fornire una solida base intorno a cui è possibile avvolgere l’hackle di gallo, permette una migliore disposizione delle barbule sul piano orizzontale ed evita che l’hackle, durante l’uso dell’artificiale, possa allentarsi allungandosi lungo l’ala come una molla scarica, inconveniente tipico del comune montaggio parachute.
Non è indispensabile servirsi di hackles di qualità; si possono utilizzare anche quelle economiche e, siccome ne bastano pochi giri per sostenere le imitazioni, si ottengono artificiali particolarmente trasparenti ed imitativi. Usandoli in pesca, ne apprezzerete la galleggiabilità che gli consente di tornare a galla quando, per vari motivi, scendono sotto la superficie dell’acqua: se prima dell’uso vengono ingrassati a dovere, possono competere in galleggiabilità con le mosche in Cul de Canard. Ho sempre ritenuto la parachute una grande mosca che per le difficoltà che si incontrano nel costruirla non viene utilizzata nella misura che merita: spero che il mio montaggio possa dare un contributo alla sua diffusione fra i pescatori a mosca. Agostino Roncallo
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