Deflusso Minimo Vitale
Uno dei temi di discussione più importanti per la gestione delle risorse idriche, soprattutto delle acque correnti, è quello della definizione del deflusso minimo vitale (DMV). Pur non potedo essere considerato solamente un concetto strettamente fisico o matematico, dato che influenza in maniera determinante l'ecosistema fiume, l'Autorità di bacino del Po è giunta a formulare un'equazione per definire la minima quantità d'acqua che deve essere in alveo perchè il corso d'acqua possa sopravvivere. |
Anche se tale equazione semplifica enormemente il complesso equilibrio biologico di un corso d'acqua, ha dalla sua la facilità dell'applicazione, l'economicità (non richiede lunghe e costose campagne di misurazioni sul campo) e permette di tener conto di diversi fattori importati come le precipitazioni, l'altitudine, la qualità ed il valore naturalistico del corso d'acqua fissando anche un minimo assoluto in relazione con la superficie del bacino pari a 1.6 litri al secondo per chilometro quadrato. In un momento in cui le captazioni d'acqua sono eccessive e selvagge potrebbe essere già qualcosa. Si vuole ricordare anche che il DMV non corrisponde necessariamente al rilascio ma alla quantità che effettivamente scorre in alveo.
Qui di seguito riportiamo anche l'equanzione modificata nel piano di stralcio dall'Autorità di Bacino del Magra : DMV = SB * R * P * A * Q * N * G * L + M dove, oltre ai parametri dell'equazione definita dall'Autorità di bacino del Po, ne sono stati introdotti altri 3 :
Tabelle per il calcolo del DMV per il bacino del Magra
Ma il DMV da solo non basta ! Visto che il calcolo del DMV deriva dal compromesso tra le necessità dell'ecosistema fiume e lo sfruttamento dello stesso da parte dell'uomo, il fiume ne esce impovertito. Al DMV bisogna associare altre norme che pongano un limite allo sfruttamento, individuino zone da preservare, impongano un'adeguemento all'esistente e facciano realizzare tute le rampe di risalita per i pesci necessarie. |