AUT - Steyr

Austria    16/10/98

Una serie di amici di PIPAM si sono incontrati
per un'uscita di pesca: ecco il report


di Angelo Piller, foto A.Piller e A.Cuccaro


Lo Steyr.

Dopo mesi di rinvii dovuti ai capricci del tempo, che quest'autunno ha rovinato le uscite di pesca di un'infinità di moschisti, finalmente venerdì 16 ottobre sono partito alla volta di Steinbach, sperando di potermi deliziare con i pesci dello Steyr e di fare la conoscenza con gli altri due pirati telematici della mosca: Claudio e Eddy.

Appuntamento al buio, si può ben dire anche perché nessuno dei tre partecipanti conosceva gli altri due, da qualche mese amici di trote e temoli virtuali e basta.

Fatta conoscenza con Eddy a Bressanone, (mi accorsi subito di avere a che fare con un assatanato moschista di un certo calibro) ci siamo poi fiondati su per l'autostrada del Brennero.

In Austria, dopo diverse ore di macchina, abbiamo passato l'uscita di Steyrmuehl, che per chi non lo sapesse porta direttamente alla Traun, e siamo usciti alla successiva, cioè Vorchdorf.

Grazie ad una cartina stradale cecoslovacca dell'anteguerra siamo poi arrivati verso le undici di notte a Steinbach.

Qui, entrato in una specie di fumosa locanda dei cacciatori chiesi l'ubicazione dell'abitazione a noi destinata, ma questi sorridendo ci dissero che avevamo sbagliato paese e che di Steinbach ce n'erano diversi.

Ci sbarazzammo della cartina "ceca" affidandoci ad una mappa di recente acquisto, e dopo mezzora finalmente arrivammo a destinazione. Un salto veloce al fiume (dal ponte illuminato si scorgevano alcune belle trote, attive anche di notte) e poi "a casa". Le chiavi delle stanze giacevano sugli scalini. Nel silenzio assoluto ci demmo appuntamento per l'indomani.

A colazione conoscemmo così Claudio e Franco, assidui frequentatori dello Steyr.

Purtroppo non ci diedero buone notizie: l'acqua del fiume si era alzata nuovamente, tant'è vero che sorsero dubbi se pescare o no. Quando, poco dopo, osservammo lo Steyr ci rendemmo conto della sua pescabilità, anche se le condizioni non erano certo le migliori. Il fiume è in ogni modo molto bello, e ricorda vagamente il basso corso del Trebbia. Grosse e lunghe lame da temoli si alternano a veloci correnti, il tutto circondato da una natura adorna di quei colori che il solo mese d'Ottobre è in grado d'offrirci. Lasciammo le macchine sotto il ponte a monte di Steinbach, poi ci dividemmo. Claudio mi avrebbe mostrato la parte alta del fiume, mentre Eddy e Franco sarebbero rimasti più in basso. Voltandoci verso valle mentre camminavamo, notammo subito Franco alle prese con un discreto temolo. Un certo nervosismo che mi accompagna sempre quando inizio a pescare in un fiume a me sconosciuto portò il sottoscritto a ciccare le prime due trote che salirono a bollare la mia Devaux 699. Claudio mi aveva portato in uno dei suoi posti preferiti e senza iniziare a pescare dava consigli su dove lanciare onde catturare i pesci più belli. Iniziai a catturare parecchie trote dalla livrea stupenda, prima fario ed in seguito iridee. La misura però non era eccezionale, le più grosse avranno toccato i trentasei centimetri o poco più. Ho quindi proseguito con la ninfa a salire, catturando così soprattutto iridee. Poi Claudio mi spiegò che sullo Steyr questi pesci argentei riuscivano persino a riprodursi. Una cosa è certa: l'acqua era gelida!

Pescammo quindi a ninfa a scendere (purtroppo l'acqua era troppo alta per lanciare verso il sottoriva opposto), e Claudio riuscì ad allamare diversi pesci tra i quali un bel temolo che gli sfuggì durante la lotta. In seguito tornammo al ponte della statale. In questa zona, risalendo la riva sinistra, riuscii a far bollare diverse trote e qualche discreto temolo, usando mosche costruite in solo cul de canard di taglia piccola. I pesci avevano iniziato a bollare, ma la pacchia durò un'oretta al massimo.

Lo Steyr vicino al ponte del generale.

Tornammo in paese, e dal ponte vedemmo Eddy e Franco, ognuno con la canna piegata.

Claudio mi portò a monte del ponte. Qui pescammo a secca a discendere, e quando mi accorsi che Mister Red Tag stava catturando anche troppo, annodai al finale la mosca magica catturando subito un paio di trote.

Infine ci trovammo sotto il ponte del paese in mezzo al fiume insieme agli altri due disperati. Eddy, concentratissimo aveva trovato una mosca, un emergente per la precisione, che gli fruttava parecchio e da buon amico di pesca me ne regalò un esemplare. Intanto Franco, con una calma proverbiale castigava alcune fario che bollavano presso la riva opposta.

Mi posizionai in modo da sfruttare al meglio la corrente creata da un piccolo torrente che si gettava nello Steyr ed iniziai così a catturare una fario dopo l'altra, qualcuna veramente bella. La mia fase di catture fu momentaneamente interrotta da un grido di Claudio che con la canna piegata combatteva con un temolo di ben quarantasette centimetri, unico pesce sacrificato.

Eddy ed io continuammo così fino a buio, catturando parecchie fario. Sotto delle frasche riuscii a spaccare su di un grosso pesce, probabilmente un temolone che era salito ad assaggiare il mio Cul de Canard. L'eco delle mie imprecazioni sta ancora rimbombando tra le montagne della valle!

La sera, dopo una doccia calda, ci ritrovammo tutti nella sala della Haus Loibl. Qui, insieme agli amici austriaci di Claudio e Franco, bollammo tutti avidamente sulla pasta con i funghi e sul risotto alla salsiccia preparati in modo ineccepibile da quest'ultimo. Per non parlare della polenta con il formaggio, del salame e della grappa artigianale portata da Eddy. Il tutto in un'atmosfera calda e più che amichevole, ricca di battute e pacche sulle spalle come se ci si conoscesse da anni, mentre ventiquattro ore prima eravamo estranei gli uni agli altri. La magia della pesca a mosca non si limita al fiume, infondendo un senso di complicità e di amicizia persino tra persone che non si conoscono o che non parlano la tua stessa lingua. Conobbi Ernst, altro fanatico moschista che invidiai per tutte le splendide acque che aveva a portata di canna e soprattutto per l'iridea che aveva catturato durante la mattinata. Tre chili e trecento grammi!

La sera, riscaldati dall'ottima grappa, ci mettemmo a lanciare in cortile, provando così l'azione di un paio di canne. Alla fine, stanchi ma soddisfatti, ci salutammo (Claudio e Franco sarebbero tornati in Italia mentre noi avremmo affrontato la Traun di Gmunden), ripromettendoci nuove uscite per l'anno prossimo.

Un tenolo dello Steyr.

Lo Steyr oltre ad essere un fiume molto bello è sicuramente più che valido per la pesca con la mosca. Purtroppo una giornata di pesca non è sufficiente per conoscere e giudicare un fiume. Peraltro, noi abbiamo pescato in condizioni di acqua alta che a mio avviso è quasi sempre negativa per l'esercizio del nostro hobby, soprattutto per quanto riguarda la pesca "a secca".

Le catture non sono mancate, probabilmente con i livelli normali avremmo catturato pesci di taglia superiore. L'unico neo di questo splendido fiume è il costo del permesso. Infatti, per coloro che non fanno parte dell'Oesstrreichische Fischgesellschaft, il giornaliero ammonta a ben 220.000£! Decisamente troppo. Comunque Eddy ed io abbiamo già programmato per l'anno prossimo un nuovo "assalto" ai pesci di questo fiume austriaco, questa volta però sperando di trovare le condizioni ideali. Ancora un ringraziamento a Claudio ed a Franco per averci fatto da "pazienti guide", per gli ottimi sigari e per la succulenta cucina.


Angelo Piller



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