ITA - Il Piave a S.Stefano di Cadore

Italia 15/08/2006
foto, filmato e testo di Angelo Piller (Angelo)




QUALCOSA E' CAMBIATO!



Qualcosa è cambiato! Non è solamente il titolo di uno spassosissimo film con Jack Nicholson, ma in questo caso riguarda qualcosa di tremendamente più importante: le mie uscite di pesca!
Da qualche anno, infatti, ho preso l'abitudine di catalogare ogni singola uscita con una foto, schedata insieme alla data ed ad un brevissimo commento. Confrontando le ultime "annate" ho potuto costatare un netto calo delle uscite slovene/austriache a favore di quelle italiane.
Incredibile ma vero, la gestione delle acque a me vicine in questi anni è migliorata notevolmente. Nella "libera" si pesca discretamente, mentre alcuni tratti catch and release sono stati allungati, per non parlare di alcune "novità"!
E' il caso del Piave a S.Stefano di Cadore: bello e selvaggio!

UNA GESTIONE INTELLIGENTE


Nel 2005, dopo nove anni di bandita, la zona è stata aperta alla pesca a mosca, ovviamente catch & release! Se poi consideriamo che è in vigore la regola del numero chiuso, ovvero max quattro persone, il tratto diventa ancora più interessante.
Colui che ha spinto per la trasformazione da zona di bandita a tratto C&R è Ferdinando Gant, già promotore della zona C&R sul Padola, a quindici minuti di macchina da S.Stefano. Lo scorso inverno (2004), prima che aprisse la pesca, feci un sopralluogo nel nuovo catch. Sprofondando nella neve, riuscii comunque ad esaminare il fiume e riconobbi con soddisfazione alcune grosse familiari sagome piantate sul fondo.
Quando vi feci la prima uscita di pesca, le aspettative non furono deluse: trote fario anche di quaranta e passa centimetri gradirono le mie ninfe e a fine giornata credo di essermi tranquillamente avvicinato ai mitici cinquanta centimetri.
Catturai pesci selvaggi abituati a nuotare nelle veloci correnti e che una volta allamati davano il meglio di sé con salti e veloci fughe in cui l'imperativo era lasciarli andare o rompere il finale!
Per non parlare di quando mi ritrovai in canna alcune grosse iridee, probabilmente "residui" di vecchie semine effettuate più a monte.
Da quello che ho potuto costatare, il fiume è popolato per il novantacinque per cento da fario e da un cinque per cento scarso di iridee.

MORFOLOGIA


Il tratto in questione fa parte del Bacino uno "Comelico e Sappada", e va dalla confluenza del Padola nel Piave fino al secondo ponte della SS 52 Carnica.
La struttura del fiume è quella di un grosso torrente di montagna con una buona portata d'acqua.

Probabilmente esagero (anche perché la statale vi scorre di fianco e lungo il suo corso non mancano vecchi muraglioni in cemento), ma quando penso a questo tratto, mi viene sempre in mente il corso d'acqua in cui è stato girato "In mezzo scorre il fiume" di Robert Redford.
Lame e correnti anche impetuose si alternano continuamente, formando in alcuni punti profonde buche, spesso popolate dai pesci più belli.
I punti di accesso più comodi sono due: la zona subito sotto S.Stefano in cui il torrente Padola si getta nel Piave…
…e il ponte presso la statale in cui il C&R (per chi arriva dalla galleria) ha inizio. Arrivando al ponte, proprio sulla destra c'è un piccolo e scosceso sentiero (occorre prestare attenzione!) che vi porterà direttamente sul fiume.
Partiamo dunque da qui per descrivere velocemente il tratto C&R: Risalendo altri trecento metri incontrerete un secondo ponte in ferro.
Una bella cattura effettuata sotto il secondo ponte.
Poco più su ha inizio quella che probabilmente è la buca più ampia del catch.
In questo tratto sarà comunque sempre meglio sondare con particolare attenzione le zone più profonde in cerca della grossa fario!
Continuiamo a risalire ed affrontiamo un Piave che scorre veloce, alternando brevi lame a innumerevoli correnti spumeggianti ed interessanti salti d’acqua.
Raggiungiamo quindi una seconda lunga massicciata, luogo in cui sono state catturate bellissime fario.
Risaliamo ancora trecento metri ed arriviamo alla fine della riserva, poco sotto Santo Stefano.



TECNICHE DI PESCA


La tecnica a mio avviso più proficua e divertente è la ninfa a risalire (attenzione, è consentito l'uso di un unico artificiale!), ma anche lo streamer a volte è in grado di smuovere le trote più grosse. Per le ninfe solitamente prediligo le solite gold bead, dall'otto al quattordici con corpo in fagiano o doubbing di lepre tinselato.

La pesca con la mosca secca può dare dei discreti risultati a partire dal mese di luglio, pescando con grossi terrestrial o imitazioni di tricotteri fatti dragare. Per pescare a galla è comunque meglio accertarsi che i livelli non siano alti e che l’acqua non sia velata.
In primavera il fiume è strapieno di astucci di tricottero!
L'insetto più comune è sicuramente il tricottero, il fondale ne è ricoperto e le schiuse avvengono soprattutto in settembre, anche dopo la chiusura della pesca. Ritengo comunque che qui il Piave regali ottime soddisfazioni se pescato a ninfa, possibilmente possedendo un buon bagaglio tecnico, proprio perché non è un itinerario “facile”.
A settembre il numero delle esuvie sui massi è impressionante!
Il mio consiglio, se si è in quattro o in due, è quello di pescare il Piave dividendosi le sponde, soprattutto a partire dal secondo ponte.
La larghezza del Piave consente di pescare risalendo dividendosi le sponde.


STAGIONI


Per quanto riguarda la stagione di pesca, questa apre solitamente la prima domenica di marzo e chiude l’ultima domenica di settembre. Ad inizio stagione si pescherà con la neve in un atmosfera particolare, quasi estrema.
Occorre fare particolare attenzione alle buche ricoperte dalla neve!
Solitamente a fine aprile inizia un periodo di acqua di neve che può durare anche tutto maggio ed oltre, a seconda della quantità di neve presente sulle montagne.
Durante il mese di marzo si pescherà ovviamente durante le ore più calde della giornata.
Da giugno in poi la pesca è eccellente, ovviamente se non piove. Temporali e forti acquazzoni sono in grado di velare velocemente l’acqua, per cui prima di partire telefonate sempre al gestore della riserva per informarvi sui livelli.


COSTI E REPERIBILITA' PERMESSI


I permessi valgono per mezza giornata, in altre parole dal mattino fino alle 12.00 e dalle 12.00 fino a sera. Il costo è di 16 Euro e c'è un numero chiuso di max quattro pescatori. Il martedì ed il venerdì non si pesca.
I permessi vanno ritirati presso l'abitato di Padola da Ferdinando Gant o presso la Cartolibreria Gant. Tel: 3294329864 oppure 043562559
Se vi capitasse di incontrare sul fiume “non-pam” o qualche pseudo-bracconiere,
telefonate subito a Ferdinando che in un batter d’occhio manderà le guardie a controllare.
Ogni corrente va “testata” perché potrebbe regalarci una bella sorpresa!
Il fatto che ci sia il numero chiuso consente di pescare meglio, anche perché il tratto di fiume è lungo solamente un chilometro. Mi auguro, che in futuro la zona C&R venga ulteriormente estesa.

ATTREZZATURA


Attrezzatura consigliata: nove/dieci piedi coda cinque/sei per la pesca a ninfa e streamer. Otto, nove piedi coda quattro, cinque per la secca.
Per quanto riguarda il tip, eviterei di scendere sotto allo 0,16 e se attaccate il trotone che si getta in piena corrente non cercate di bloccarne la fuga, spacchereste il finale in un attimo!
Non è certo un itinerario poco impegnativo: le catture raramente saranno numerose, ma comunque la taglia media è piuttosto elevata e la possibilità di trovarsi in canna una grossa trota ruspante non è poi così sporadica.
In bocca alla fario!

Filmato di Angelo Piller (Angelo)
Filmato
2006 - S. Stefano di Cadore
0' 15"

Itinerari vicini 
 
C&R sul Padola: venti minuti
C&R sul Piave /Boite a Perarolo: trenta minuti
Lago di S.Caterina e lago di Misurina: dieci e trenta minuti
Piave a Belluno: quarantacinque minuti
 
Come arrivare

- da Belluno si segue la strada che porta a Cortina. Una volta arrivati a Tai di Cadore seguite le indicazioni per Sappada.
- dal Brennero uscire a Bressanone e seguire per Sesto di Pusteria, quindi seguire per il passo Monte Croce.
- dal Friuli, uscita Tolmezzo e seguire per Sappada, quindi S.Stefano di Cadore. 



Angelo PIller

© PIPAM.com

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