ITA - Le carpe del Brugneto

Italia 07 Agosto 2007



di Alessandro Ghillino (Abik)

II lago del Brugneto è un bacino artificiale costruito tra il 1958 ed il 1959 dall'AMGA di Genova sbarrando il torrente Brugneto, il principale affluente dell'alto corso del fiume Trebbia in provincia di Genova. Si trova a circa 800 m di altitudine e, con una capienza massima di 25 milioni di metri cubi, costituisce la principale riserva idrica della città di Genova.

(da www.altavaltrebbia.net)

Il lago si estende nella Val Brugneto (nel territorio dei comuni di Propata, Rondanina e Torriglia), ornata da cime di una certa importanza per l’appennino ligure, come il Monte Antola (m. 1597 s.l.m.), e percorsa dall’Alta Via dei Monti Liguri.

Alba sul lago

Questa è la terra dei miei nonni, e questo è il “mio” lago… è il lago dove sono nato, parlando di pesca, è stata la mia infanzia e la mia giovinezza, nei tre mesi di vacanze estive. E sui suoi affluenti ho imbracciato per la prima volta una canna da mosca, effettuando i primi maldestri volteggi tra le fronde e lasciando le prime mosche appese ai rami.

Piana sotto Albora

Ovviamente, nel corso degli anni ho seguito l’evoluzione del lago, adattandomi ai suoi cambiamenti e modificando la mia tecnica di pesca per adattarmi ai nuovi pesci, e da un po’ di anni d’estate percorro le sue sponde insieme ad alcuni amici in cerca di carpe da insidiare a mosca, a vista...

Carpe a vista

Una Regina a riva!

Martedì 7 agosto. Mi sveglio alle 6, apro la finestra e guardo il cielo. Come da previsioni, è un po’ velato, segno del prossimo cambiamento. E’ infatti previsto il passaggio di una perturbazione per il giorno successivo, e questi cambiamenti climatici spesso mettono in movimento le carpe, per cui ho deciso di andare a fare un giro.
Dopo una veloce colazione, preparo l’attrezzatura (9’ #8 in cinque pezzi, coda WF5, una scatola di ninfe, una bobina di 0,20 fluorocarbon, e... la macchina fotografica) e mi incammino sul sentiero. Alle 7 sono sul posto di inizio della mia camminata, e comincio a scrutare l’acqua vicino alle rive in cerca dei segnali tipici delle carpe in “mangianza” (nuvole di polvere in acqua, movimenti superficiali causati dal “tailing”). Niente, calma piatta.
Dopo più di mezzora ho già percorso alcune centinaia di metri di sponda, ma non ho ancora avvistato una carpa. Molto strano, normalmente qualcuna si incontra sempre.
Ad un certo punto noto un movimento vicino a riva... è lei! sarà sui 3 kg, sta soffiando sul fondo in cerca di cibo. Mentre mi avvicino stile ninja per arrivare a distanza utile di lancio, scorgo un’ombra in acqua, con la coda dell’occhio... mi giro, in tempo per vedere una lunga sagoma scura che mi passa di fianco. Una carpa enorme.
Mi blocco, immobile, anche se so che mi ha già visto. Infatti si gira verso di me e mi guarda. E’ incredibile quanto le carpe in quegli ambienti ed in quelle condizioni siano sensibili a quanto succede fuori dall’acqua: basta un movimento troppo rapido (e a volte neanche quello) per vederle fuggire a pinne levate!

Lo “Squalo” a riva!

Stavolta però probabilmente decide che non sono un pericolo, e continua il suo giro. Mentre passa, rifletto che è un po’ strana per essere una carpa, stranamente magra. Ma le carpe di questo lago sono tutto fuorché grasse, per cui non ci penso più di tanto: il mio problema ora è solo come fare a farle arrivare vicino una ninfetta.
D’un tratto, si abbassa sul fondo e inizia a frugare in cerca di cibo. Come si fa in questi casi, lancio tanto per lanciare, senza una grossa convinzione che quel grosso pesce possa veramente essere interessato alla mia mosca. E quello, in risposta, si dirige nel punto in cui è scesa la mosca... il tempo si ferma, vedo la scena come al rallentatore... la grossa testa si abbassa dove dovrebbe presumibilmente trovarsi la mosca e dopo attimi interminabili si alza. Ferro con decisione, ma non troppo convinto che abbia l’esca in bocca. E invece c’è!!!!!!

Si parte!!!

Un attimo dopo la canna è piegata fino al manico e la bobina del Danielsson gira all’impazzata. Ripresomi da un attimo di stupore, stringo la frizione (ormai sono quasi al backing) e comincio a gestire il pesce. Non tira tantissimo, non come normalmente fanno carpe anche molto più piccole. Strano, ma in questo momento non ho molto tempo per pensarci.
Dopo una ventina di minuti (forse) il pesce è vicino a riva, inizia la parte più difficile. La sponda è infatti a picco, fatico a trovare un posto dove avvicinarlo. Per sei o sette volte lo porto a riva, e per nove volte riparte... ma la decima no, riesco a salparlo!!!

Fine della lotta...

Ora capisco molto, non è una carpa, è un Amur!!! e che Amur: 89 cm di lunghezza per 48 di circonferenza. Grazie ad internet, riuscirò a stimare il peso in 7.1 kg. Perchè ovviamente quel pesce è ancora lì, rilasciato dopo un manciata di foto ricordo.

Eccomi con la Cattura!!!!!

Ancora incredulo, mi fermo un attimo seduto sulla sponda ad osservare questo lago, che non manca mai di darmi soddisfazioni inattese. Sono stato in Slovenia, sono stato in Canada, sono stato in Patagonia, ho preso pesci grossi e bellissimi, ma per fare il mio record, dovevo tornare a casa...
Dopo un po’ di tempo, riprendo a camminare sulle sponde, scrutando l’acqua. Non passano che pochi minuti che vedo un’altra carpa in attività. Per l’agitazione, sbaglio il lancio e la carpa fugge velocemente; la successiva invece si slama dopo un paio di minuti di tira e molla.
Mi impongo un sigaro di riflessione e poi riparto. Questa volta, quando vedo la Regina, non sbaglio nulla: al primo lancio le sono davanti al muso, a pochi centimetri, lei vede la mosca e la succhia velocemente.
Ferrata potente e siamo di nuovo in ballo! Questa tira come una furia, dopo pochi secondi vedo il backing assottigliarsi pericolosamente. Decido allora di stringere la frizione, e dopo alcuni minuti di strenua lotta è a riva.

carpa Regina

E’ una bellissima regina, lunga e slanciata (66 cm), che stimerò sui 3.3 kg. Un Signor Pesce, anche se dopo l’Amur fa una figura decisamente più tranquilla.
A questo punto, decido che è ora di tornare: oggi il mio lago mi ha dato tanto, tantissimo, è ora di raccontare un po’ di storie agli amici e mostrare con orgoglio le foto!!!

Tecniche e tattiche

Prima una doverosa premessa: le seguenti considerazioni provengono da anni di esperienza personale, condivisa con amici pescatori (in particolare Michele, “il Maestro”!), e, fatte le dovute considerazioni, credo possano valere per gli innumerevoli bacini idroelettrici italiani che subiscono in estate oscillazioni tali da creare ambienti idonei.
Le carpe di questo lago sono molto selvatiche, quindi difficili e sospettose. La vita che conducono non è per niente semplice (ricordiamoci che siamo quasi a mille metri di altitudine), per cui sarà piuttosto difficile imbattersi in pesci-barile: hanno tutte una conformazione slanciata ed una muscolatura forte e tonica, ben diverse da quella delle loro parenti delle cave e degli stagni del piano... Avversari degni di ogni rispetto!

Un’altra Regina

La tecnica è molto semplice: si cammina lentamente lungo la riva tentando di individuare le carpe “in mangianza” (mi perdonino i pam di mare...) sotto riva, e quando se ne individua una si lancia l’imitazione a pochi cm dal suo muso e si attende.
“...tutto qui? allora è molto facile, dovè il problema?!?!?”, verrebbe da dire.
Beh, intanto bisogna scegliere il tempo ed il luogo giusti, preparare un’attrezzatura di un certo tipo e comportarsi in un certo modo. Vediamo i singoli elementi.

Tempi

La stagione migliore, per mia esperienza, va dai primi di giugno a fine agosto, quando le carpe si avvicinano a riva per cercare il cibo caduto dalle sponde. Attenzione però: a giugno è facile trovarle in frega, per cui ci si presenterà uno spettacolo impressionante, con decine e decine di carpe di dimensioni impressionanti, assemblate in spazi ristretti nei bassi fondali. Per una volta, facciamoci violenza e lasciamole tranquille, se possibile, accontentiamoci di ammirare questo spettacolo della natura.
L’orario migliore è nelle prime ore del mattino, fino a quando non esce il sole. Meteorologicamente, i periodi migliori sono in genere quelli di tempo bello stabile.

Luoghi

I posti migliori sono le sponde a picco o quasi, molto scoscese ed impervie, per una serie di motivi, primo tra tutti il fatto che gli unici pazzi ad avventurarsi in quelle zone sarete voi...

Inoltre, in questi luoghi i pesci sanno per esperienza che è abbastanza facile reperire cibo caduto dalle rive e rotolato in acqua.

Attrezzature

Non andiamo troppo per il sottile, io uso una 9” #8, in grado di contrastare le fughe di una bella carpa, finale di 3 - 3,5 metri con tip in fluorocarbon 0,20 (3x), mulinello con una buona frizione e tanto, tanto backing...!

E vai di frizione!

Per quanto riguarda la coda, non scenderei sotto una 5: è infatti fondamentale arrivare in acqua senza far troppo rumore.
Non dimentichiamoci dei buoni occhiali con lenti polarizzate, la macchina fotografica, un metro e, se volete, un dinamometro o bilancino: la cattura eccezionale può avvenire in qualsiasi momento.

Michele in azione con una 3,6 kg sull’ovetto...!!!

Ovviamente, io parto dal concetto del catch & release totale, anche perchè vorrei vedervi a portare una carpotta di qualche kg per magari un’ora di sentiero in salita...!!! Ricordiamoci che un pesce rilasciato è un pesce in più, e consentirà un po’ di divertimento a chi verrà dopo di noi.
In questi posti è sempre meglio andare in due, non si sa mai: una scivolata può essere estremamente pericolosa, per non parlare dell’aiuto in caso di salpaggio di un pesce di buone dimensioni da quelle sponde. Inoltre, la copertura dei telefoni cellulari non è completa e sempre garantita...

Il “Maestro” con la sua cattura

Strategie

La carpa è un pesce particolarmente sospettoso e vede molto bene fuori dall’acqua, per cui, una volta avvistata, sarà cruciale la fase di avvicinamento, che dovrà avvenire il più possibile vicino al pelo dell’acqua per non essere troppo visibili.
Un classico segnale della presenza di carpe in attività è dato da una nuvoletta di polvere in acqua in prossimità della riva, sollevata dal grufolare delle carpe sul fondo. Altri segnali sono i movimenti irregolari dell’acqua dati dal “tailing” delle carpe a pochi centimetri dalla sponda, o più semplicemente una grossa sagoma scura che si muove lentamente.
Un buon lancio direi che è intorno ai 10 metri. La precisione e la silenziosità nella posa sono essenziali: una posa più lontana di 20-30 cm da dove il pesce sta grufolando difficilmente darà effetti, a meno che la carpa non si stia muovendo in quella direzione, come una posa troppo rumorosa farà fuggire precipitosamente il pesce.
In generale, consideriamo che abbiamo non più di due o tre lanci utili su una mangianza; oltre, il rischio di spaventare il pesce è piuttosto elevato.
Se la carpa si alza dal fondo, rimaniamo assolutamente immobili: ci sono buone speranze che, se non ci nota, si rimetta a cercare cibo poco più in là.
Se la carpa si sta muovendo a mezz’acqua, è molto difficile che prenda la nostra mosca, anche se a volte l’ovetto bianco ha dato risultati miracolosi!

Mosche

Si pesca per lo più a ninfa, anche se so che alcuni insidiano le carpe anche a galla, in determinate condizioni.
Io utilizzo mosche che siano ben visibili anche 40 cm sott’acqua, quindi con colori chiari e/o fluorescenti. Di seguito due dressing, banali nella loro semplicità (sorry, io costruisco solo mosche molto semplici) ma estremamente efficaci.

Ninfa gialla (da un dressing di Michele Cordin)
- amo: dritto da ninfa, misura 8/10
- filo di montaggio: nero
- coda: marabou giallo intenso/giallo fluo, lunga circa metà del corpo dell’amo
- sottocorpo: due o tre spire di piombo
- corpo: ciniglia giallo fluo
- testa: nera, col filo di montaggio

Ninfa gialla


Ovetto - amo: grub, misura 12
- filo di montaggio: bianco/giallo
- corpo: un ciuffetto di egg yarn color crema o giallo
- testina dorata 4 mm in ottone
Suggerimento di montaggio: dopo aver fissato lo yarn sul gambo dell’amo, effettuate alcuni giri di filo in orizzontale sotto il materiale, in modo da lasciare ben scoperto l’amo. L’effetto sarà da fiocco di pane.

Ovetto bianco – estremamente efficace su pesci sospettosi

La pesca nel lago del Brugneto

Originariamente, la vocazione del lago era decisamente salmonicola: basti pensare che il torrente Brugneto ed i suoi affluenti erano decisamente ricchi di fario di ogni taglia, ed il lago si trova ad una altitudine tale da garantire acque sempre fresche ed ossigenate.
Nel corso degli anni la natura del lago è però profondamente mutata, a causa di diversi fattori ambientali.
Il deposito di sedimenti di varia natura sul fondo (foglie morte e terra principalmente), l’aumento della temperatura delle acque e oscillazioni periodicamente notevoli dei livelli medi annui sono andati a modificare profondamente l’ecosistema, provocando la progressiva scomparsa del barbo, della tinca e del persico trota, la rarefazione della trota, e contemporaneamente il proliferare di specie che quando ero ragazzo erano piuttosto rare, come ad esempio la carpa.
In tempi più recenti sono state introdotte nuove specie, come il persico reale e soprattutto (mannaggia...) il gambero “americano” ed il pesce gatto, che ora infesta ogni tratto, come ben sanno i pescatori che ancora si ostinano ad insidiare le carpe con il granoturco.
L’unico pesce il cui livello di presenza è sempre rimasto abbastanza costante è il cavedano.
Degno di nota, al fine del recupero della qualità della fauna ittica del lago, è il grande lavoro che stanno portando avanti da anni gli amici dell’Associazione Pescatori Val Trebbia www.valtrebbia.too.it, che sta cominciando anche qui a dare i primi risultati concreti. Il Trebbia è ormai ritornato ad essere una grande realtà, sul lago c’è ancora molto lavoro da fare, che viene portato avanti con il consueto entusiasmo.
Per finire, un’ultima considerazione: questa pesca è concepita come pesca di movimento, per cui niente pasturazione (che tra l’altro in Liguria è proibita). Si prenderanno meno pesci, ma la sportività a mio parere ne guadagna davvero molto.
E se qualcuno non avesse mai allamato una carpa sulla canna da mosca, provateci: è un’emozione indescrivibile!!!!!

Permessi e regolamenti

Per pescare sul Brugneto è necessario avere la licenza governativa ed il tesserino segna catture della Provincia di Genova.
Per qualsiasi altra informazione, contattatemi senza problemi al mio indirizzo email:
AgobikoChiocciolaTiscali.it

Alessandro Ghillino

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