NOR - Atto di fede...

Norvegia   Luglio 2007

di Valerio BALBOA Santagostino
foto di Balboa e Daniela Pallesi


La compagnia era estremamente stimolante e variegata. Carlo Turchetti, raffinata penna del settimanale economico "Il Mondo", pescatore da venticinque anni di salmoni atlantici, Alberto "Lupo" Notarbartolo, il gigante buono, anima di un conosciuto negozio di pesca a mosca milanese, soprannominato "Il Principe", per via del suo cognome siciliano che tradisce sangue blu, Daniela Pallesi, solare signora milanese, compagna di Carlo, e il sottoscritto.

La "spedizione", da sinistra: Carlo, Alberto e Balboa

Tutto ha inizio in autunno, quando, parlando con Alberto, decidemmo di fare una settimana al Salar in Norvegia. L'amico Odd Ivar, uomo Simms, guida esperta e gran pescatore, ci consigliò lo Stjordal, bel fiume da salmoni che sbocca nel fiordo di Trondheim, forse il golfo più famoso dell'intera Scandinavia. Si decide per Luglio. Ricordo il conto alla rovescia dei giorni che mancavano. Lo Stjordal, esclusa la parte iniziale vicino alla foce, larga e lenta, è un fiume di medie dimensioni. Per una trentina di kilometri, quanto è la parte pescabile a mosca, si snoda in una bella valle silenziosa, a tratti con ampie e comode rive di ciottoli, a tratti più chiuso e misterioso, con folta vegetazione ai lati. Quasi sempre comunque, con i livelli che abbiamo trovato, pescabile in wading.

Scorcio della 109

e della 16, una delle più belle

I suoi boschi sono popolati dai più grossi cervi della Norvegia, migrati in quella regione da altre parti, anche se, di questo nobile ungulato, non ne abbiamo visto uno. Il corso dello Stjordal, purtroppo, è frazionato in lunghi tratti privati presi in gestione da famosi lodge, come Hembre Gard o da professionisti del mondo della pesca a mosca, come Manfred Raguse, che, tra l'altro, possiede altre ottime acque scandinave. Vanno aggiunte inoltre settimane intere riservate ai legittimi proprietari terrieri e straordinarie pool private come Troiteholen, e fra tutte la junction Stjordal-Forra, un Kilometro di pura bellezza e di grande resa. Come tutte le junction d'altronde. Basti ricordare che la pool, in assoluto al mondo, con la media più alta di catture del Salar è la junction Tweed-Teviot a Kelso ( Scozia).

La junction Stjordal-Forra, dotata anche di barchetta e lodge privato

Le acque rimaste, con la licenza annuale e un costo di circa 700 Euro, equamente divise tra moschisti e spinningofili, o riservate a tutti e due, si possono pescare per tutta la stagione ( dal primo di Giugno al trentuno di Agosto ). Sono a disposizione anche dei permessi giornalieri, ma le pool si riducono drasticamente. Gli accessi al fiume sono segnati molto chiaramente tramite dei cartelli a forma di salmone, piantati sul ciglio della strada. Sono ben visibili e riportano il numero della pool di riferimento: bianchi per i permessi giornalieri e rossi per quello stagionale.

I cartelli di segnalazione

L'unico neo: un regolamento cartaceo che per capirlo bisogna essere laureati in matematica pure. Ci sono pool aperte nei giorni pari e non dispari, da mezzanotte fino a mezzogiorno e viceversa. Delle altri "revolving" ogni settimana o pescabili solo da una sponda. Fasce orarie ben precise off-limit. Giornate o addirittura intere settimane riservate al loro proprietario, che, come sempre succede, è in vacanza sullo Stjordal proprio quando ci vai tu. Come ad esempio la home pool del campeggio. La settimana "proibita" era proprio quella del nostro soggiorno!! Che sf… !!
E per complicare ulteriormente le cose, pool chiuse solo un giorno alla settimana per una manciata di ore, come la strepitosa lama sotto il ponte di Bruholen, dove Randi, l' "agè" titolare del Flora Camping, pescava ogni Giovedì a spinning, tra uno spiedino e una salamella alla brace.
L'abbigliamento tecnico di questa arzilla signora va assolutamente ricordato!! Panta collant neri aderenti, zoccoli Crocs arancione fluo e cannaccia in fibra di vetro dalla quale partivano ogni tanto, a casaccio, degli ondulanti arrugginiti e deformi. Eppure, "Lei", aveva preso parecchi salmoni nella sua vita.
Devo confessarvi che quella sera, mentre mi guardavo griffato dalla punta dei piedi al tupè, ho avuto un momento di riflessione..

Bruholen vista dal ponte

Per fortuna, al nostro arrivo, Odd Ivar ci ha portato per quattro ore a vedere il fiume spiegandoci le regole. Lo Stjordal, per grandezza, può ricordare il basso Sesia. A circa ¾ dalla sua foce, riceve le acque del Forra, pescabile con il permesso annuale anche con canna a una mano. Il Forra è un'altra perlina norvegese. Paragonabile a un bel torrentone di montagna, presenta lame con raschi, e qualche succulenta buca ( la 56 per esempio, 150 metri da avvicinare in ginocchio ).

La parte alta del Forra, acqua bassa e trasparente

Nonostante la sua portata d'acqua non sia eccessiva, sono stati catturati pesci di notevoli dimensioni. La prima sera, ormai ben oltre la mezzanotte, io e Lupo non abbiamo resistito. Dovevano essere "solo" un paio d'ore. Si sono tradotte nell'andare a letto alle cinque di mattina. Sveglia di nuovo verso le otto e via sul fiume.
La nostra giornata di pesca "normale" consisteva nel pescare alla mattina, leggera sosta all'una, e a pesca di nuovo fino alle diciannove. Pausa cena e ancora un paio d'ore sul fiume.
Dico "normale", perché poi, comunque, si aggiungevano anche le albe e le notti durante le quali, a Luglio, ci si vede benissimo. Insomma, i più arditi erano a mollo dalle 16 alle 18 ore per giorno.
Molti affermano che le ore migliori per il salmone atlantico sono le prime dell'alba e quelle del tramonto. Probabilmente è vero, anche se poi le catture possono avvenire in tutta la giornata, ma essendo una settimana sola all'anno, volevamo sfruttarla al massimo.
Di notte le pool rimangono completamente deserte, non devi ruotare con nessun pescatore, non devi cedere il passo, ti puoi muovere dovunque. Rimani solo con i propri pensieri. Il mormorio dell'acqua e gli uccelli notturni fanno il resto. Faticoso, ma pur sempre una bella sensazione.

Autoscatto alle tre di notte, durante un "raro" momento di riposo

Sono un po' fastidiosi i midge che, in questa stagione, come uno stormo di Stukas, ti puntano al tramonto e ti punzecchiano fino a notte. Ci siamo difesi con dei potenti antizanzara e la retina per il viso.

Mosche in "aria"

I primi due giorni i livelli non erano ottimali. Gran caldo e il fiume leggermente sotto tono. I radi nuvoloni erano forieri di pioggia, che però, tardava. Dal terzo giorno in poi invece, sporadici, ma intensi acquazzoni ci facevano ben sperare. In effetti i livelli si erano lentamente alzati.

Sotto l'acqua

Non trascuravamo anche di controllare, sul giornale locale, gli orari della marea, che avrebbe influenzato, con il suo flusso, le pool più vicine al mare. I salmoni tuttavia continuavano a tardare.

Lupo in azione

Il terzo giorno, alla numero 3 ( Svartholen ) subito promossa come "la nostra bit", abbiamo scorto dei pesci delfinare. Tensione al massimo. Ed è successo quello che finalmente tutti aspettavano.
Lupo sta pescando e al terzo lancio, strippando molto lentamente, aggancia un Salar. La mosca era una " smaltina", artificiale di ghilardiana memoria, costruita appositamente per il nostro viaggio da Fabio Consonni, uno dei grandi. Uno, due,..tre salti,….gone !!!! Andato !!! Azz… !!! no!!!! nooo!!!....non è possibile.
Quando si perde un pesce, l'espressione di delusione in volto, anche del più esperto pescatore di salmoni atlantici, è cento volte più eloquente della smorfia del più incallito giocatore di roulette quando vede che la pallina, entrata nel numero prescelto con una grossa giocata sopra, con un ultimo guizzo, esce. E' un dolore quasi fisico. Le mani tremano, il corpo freme e la lingua va a ruota libera disturbando tutti gli dei dell'Olimpo..
Okkey, tutto da rifare, nessun problema.

Carlo nella difficile scelta dell'artificiale

Poco dopo, è il turno di Carlo. Urlo, canna che si piega, fish on!! Lotta, fughe veloci, sapienti recuperi. Passa qualche minuto. L'esperienza dice che si è agganciato bene in bocca.

Carlo incannato

Ma accade l'imprevisto. Sdeng !! Il terminale a nodi si rompe sullo 0,50. Il mondo sembra quasi fermarsi. Tutti e tre ammutoliamo. Che è successo? E soprattutto come è successo? Abbiamo trascurato il controllo dei nodi? No, tutto era a posto. Esaminando bene il fondo davanti a noi, scopriamo che a circa tre spanne sotto il pelo dell'acqua c'era un masso sommerso dai bordi taglienti. Purtroppo il salmone, puntando verso quella direzione, aveva sfregato il tippet, rompendolo. Gone anche lui. Maledizione!!..
Quarto giorno. I livelli, almeno sulla carta, sembravano buoni, anche se dei bastoncini che fungevano da rudimentali idrometri apparivano sempre alla stessa profondità. Ci sono varie manovre quando non si sente una tocca o si è in presenza di pesci pigri. Cercare immissari che portano acqua fredda e ossigenata per esempio, scendere di diametro di filo, controllare il peso della coda in funzione della temperatura dell'acqua, cambiare mosca, variare la velocità di recupero, disturbare sbattendo la mosca sull'acqua, o utilizzarne una molto grossa che provoca fastidio, etc..
Tutte teorie alla fine. Parlando anche con pescatori che hanno dedicato a questo pesce trenta anni della loro vita, la risposta è sempre stata la stessa -" L'unica regola che vale, è che non ci sono regole"-
E forse è proprio questa l'essenza della pesca a questo pesce.

Carlo in azione

Durante un violento acquazzone, riparati sotto la capanna, Lupo, nel silenzio generale e con quella solennità che precede solo le grandi frasi, sbotta –" E' un atto di fede "-
Ilarità, applauso di tutti e virile abbraccio ad Alberto per l'uscita, che, in seguito, avrebbe dato il titolo a questo modesto racconto di pesca.

Carlo e Alberto ( a sin.) un attimo prima di pronunciare " E' un atto di fede "

Carlo prova a usare anche micro mosche montate su amo singolo. In uno streccettino sul Forra riesce a salpare un paio di piccoli grielse. E' un buon segno. Si ricomincia a prendere.
Quinto giorno. La solita notte in acqua per il sottoscritto. In mattinata, con Carlo, raggiungo la numero 109.

La 110

La 109, con la 110 e la 110A è uno degli stretch più lunghi messi a disposizione dall'associazione pescatori Stjordal. Una bella gicane all'inizio, una pozza larga e profonda con forti giri d'acqua, un canale abbastanza lungo e lento, una curva con raschio e ancora una lama interessante che finisce per allargarsi verso il mare. Una mezza kilometrata in tutto, circa.
Siamo in piena mattina e finalmente è il "mio" turno. Monto una "classica". Una Cascade fatta da Alberto. Tirone violento e deciso, urlo e si incomincia la lotta. Carlo abbandona immediatamente la canna e viene a darmi sostegno morale e tecnico. E' un bel pesce, lo si capisce immediatamente. Fughe, violente testate, e dopo un quarto d'ora circa di lotta un siluro di quasi 6 kili è sotto ai nostri occhi. La livrea è perfetta, freschissimo, le pinne integre, l'adiposa sembra una bistecca…un dipinto!! Che pesce!!
Le mani continuano a tremare per un bel po'. Le solite foto di rito e si ricomincia.

La cattura sul report giornaliero ci costa un controllo a sorpresa da parte di un orco più grosso e più brutto di Shrek che, mostrandoci ( su richiesta) un tesserino più simile all'abbonamento di Blockbuster, ci bofonchia qualcosa e si allontana.
Il sesto giorno è il turno delle trote di mare. All'alba ne aggancio una, seguita nel pomeriggio da un'altra di dimensioni superiori e dai colori perfetti. Anche Carlo ne cattura una e sempre alla pool 110.

Una trota di mare

La vacanza sta per finire. Tanta fatica e poche ore di sonno. Decido di passare in acqua anche la notte prima della partenza. Voglio sfruttare fino in fondo il tempo a mia disposizione e godere di emozioni che a Milano saranno impossibili da provare. Sono ancora nella fase "fisica" della pesca. Non mi spaventa la fatica, mi ero allenato per un mese, prima di questo viaggio. E la canna a due mani è perfetta per tenersi "in forma"...
Alle tre di notte, però, cedo alla stanchezza e comunque appagato, mi spalmo sul letto per una manciata di ore di riposo. Quei pochi minuti di lotta mi hanno ripagato completamente di sei giorni di fatica. Sul Forra, ribattezzato affettuosamente da Lupo "il Forrino", abbiamo avuto un paio di running-bait, ma il pesce non è rimasto attaccato.

A sinistra, la mosca "spiumata" da un attacco

Prevalentemente abbiamo utilizzato code "floating" e "intermediate", alternando polyleader I o Sink. Di mosche, è meglio non parlarne: le classiche tutte: Ally's Shrimp, Cascade, GP, Green Highlander, Blue Charm, etc…altrettanto possiamo dire per i colori e le dimensioni.
Sugli artificiali posso onestamente affermare che non abbiamo trascurato nulla, fino a spingerci a esperimenti molto arditi, come l'albero di Natale e le tube da riffle hitch.
La compagnia è stata affiatata e divertente. A questo proposito devo ringraziare Daniela, che sempre con il sorriso sulle labbra, divorando libri uno via l'altro, ci ha viziato e coccolato.

Le tipiche case sul fiume, a Trondheim

Imperdibili i gamberetti freschi sul molo di Trondheim
con grande soddisfazione anche dei gabbiani, che spazzano il guscio e la testa in un baleno


Da una foto appesa nel campeggio il mostro di sette kili dello Stjordal, che ricorda molto quello di Angelo e Faina sul Piave.


Filmato di Alberto Galeazzo (Faina)
Filmato
2007 Piave
4' 29"


Un'altra grande settimana in Norvegia, anche se avara di catture. E in segno scaramantico e propiziatorio, Lupo ha nascosto i suoi scarponcini sotto un pino, sicuro di ritrovarli la prossima volta..
E ci sarà sicuramente un'altra volta !!

ISTRUZIONI PER L'USO

SAS compagnia aerea per il biglietto
( Malpensa-Copenaghen-Trondheim / Trondheim-Copenaghen-Linate )

Camping Flora a Flornes ( Randi e Grim Fornes ) – 0047 74801116
( autorizzato a fare ogni tipo di permesso e licenza )

www.lakseborsen.com Sito dello Stjordal

Jan Sakshaug Sport - 0047 74834550 ( negozio di pesca a mosca a Stjordal )



Valerio BALBOA Santagostino


© PIPAM.org

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