BRA - Gotico e amazonico




Word and photo di Walter “Arcoiris” Maris Brugna 
Tempo di lettura: 15 minuti


  Primavera 2014


Il meraviglioso duomo di Milano.

 

Il duomo di Milano??? Cosa centra la maggior opera architettonica gotica milanese con la pesca in Amazzonia?
Si miei cari amici, la vostra domanda è più che pertinente....Due righe per spiegare.
Nella primavera dell’anno scorso il mio carissimo amigo Josè Francisco detto Zè , che vive in Brasile a Belo Horizonte capitale dello stato di Minas Gerais, dove anche io ho vissuto molti anni, mi telefona e mi dice che ha in previsione un viaggio a Milano.
Quale occasione migliore per reincontrare un grande amico e una persona, per me, davvero speciale!
Quindi ci dammo appuntamento sulla porta maggiore del duomo.
Grande fu l’emozione per Zè e la sua famiglia l’ammirare tanta bellezza architettonica, e maggiore ancora per tutti noi il reincontrarsi dopo qualche anno.
Cenammo assieme alle nostre famiglie, chiacchierammo di argomenti diversi e ricordammo i tanti viaggi e le tante pescate fatte assieme.
A un certo punto feci un commento sulla “saudade que eu tinha” (“ nostalgia”) per le magnifiche pescate che il Brasile offre e, diretto come è nel suo stile, Zè disse. “... o Maris o que acha voçe se a gente organizar uma pescaria na Amazonia, eu tenho uma meia ideia” (“che ne pensi se organizzassimo un grande viaggio di pesca in Amazzonia?”)
Il momento era solenne!!!
Chiesi al cameriere un’altra bottiglia di vino e domandai ”...o Zè onde acha voçe um lugar bom demais pra fazer uma pescaria inesquicevel...? (”Caro Zé, dove tu pensi che si possa fare una grandissima pescata?”)
“Sem duvida nao no rio Cururu e o rio Teles Pires, na pousada Mantega” ...mi rispose. (“senza ombra di dubbio nei fiumi Cururu e Teles Pires nella posada Mantega”!!!)
Ancora prima di finire il mio bicchiere di vino già avevo già deciso...” bom Zè eu topo...” (“Ci sto!!! Quando si parte?”)
E adessso...

 

...cue ci troviamo entrambi nel microscopico villaggio di Cururuzinho nella riserva indigena Caiabi non posso non ricordare quella serata a Milano!!!


I TRE GIORNI DEL CURURU

Le guide già ci aspettano nel grande Teles Pires, di cui racconterò in seguito, con barche in alluminio di sei metri super attrezzate per raggiungere la pousada Cururu del gruppo Mantega, sull’omonimo fiume.
Tre quarti d’ora di navigazione a monte sino a incontrare il Cururu, sul lato sinistro del Teles Pires. Il fiume scorre tranquillo alternando spiagge bianchissime dai bassi e trasparenti fondali...

 

...con curve a gomito dalle acque scure e molto profonde nel bel mezzo di un paesaggio naturalistico di notevole bellezza e grande importanza naturalistica, un vero paradiso.

 

E’ necessario risalire il fiume per più di un’ora prima di arrivare alle prime correnti davvero impegnative. Tutti devono scendere per alleggerire le barche affinche le guide possano trainarle a mano per superare le rapide che si formano per l’incontro delle acque con alcuni chilometri di terreno roccioso.

 

I “pedoni” devono scarpinare nel bel mezzo della selva tra insetti, umidità e caldo (davvero caldo!!!) per almeno un’ ora prima di ricongiungersi con i ragazzi delle barche che nel frattempo si sono fatti davvero una bella sudata oltre ad aver corso rischi seri per via delle pericolose mantas-rajas.
Dopo questa passeggiata si riparte navigando, ed il fiume riprende il suo tranquillo scorrere delle acque.
Un’ora dopo si arriva alla pousada Cururu Mantega sul lato destro del fiume.
Mantega nacque, esiste e resiste grazie alla lungimiranza di persone che vent’anni addietro compresero l’importanza della tutela e salvaguardia dell’ ambiente tutto, anche attraverso lo sfruttamento sostenibile.
La grande sfida di Mantega fu quella di avere il coraggio di superare e andare oltre le norme che regolavano lo sfruttamento della pesca nello stato di Parà.
Per essere precisi non dobbiamo dimenticare che siamo in Brasile e più specificatamente nella zona sud dell’Amazzonia, nello stato di Parà, uno degli stati più liberali per quanto riguarda lo sfruttamento totale e indiscriminato di territori e risorse.
La regola di Mantega fu chiara e precisa, se vuoi pescare da noi: No Kill.
E quindi anche adesso, dopo molti anni di grande pesca, rimane a livello mondiale una delle zone più ambite.
In questa zona il gruppo Mantega dispone di due pousadas e un “posto avanzato”. (nella seconda parte troverete tutti i riferimenti)
Un’altro aspetto interessante è che in entrambe le pousadas la presenza di flyfishermen è ancora da considerarsi un fatto raro, infatti quasi tutti qui si dedicano alle tradizionali pesche a spinning ed a fondo cercando di catturare il “pesce della vita”, come la splendida e coloratissima Pirarara, le argentee ed ambite Piraibas, il solitario e gigantesco Jaù, tutti pesci che possono superare i 100 kg.
La pousada ha solo quattro camere per un massimo di otto canne, ed offre “tutti i comfort... “

 

...relativamente semplici proprio per la zona in cui si trova. Si può contare anche sulla connessione internet.
Il carattere molto professionale di tutti i dipendendi della pousada non è cosa facile da trovare in Brasile, nulla è lasciato al caso e qui la serietà è cosa fondamentale perchè sei veramente perso nel nulla ed anche una banalità può diventare un problema.
Cominciando dalla cucina che per noi italiani è cosa assai importante, ovviamente brasil-amazzonica con inserti internazionali ma di ottima qualità anche da un punto di vista igenico alimentare.
Credetemi io faccio il cuoco da trent’anni e certe cose le noto. La giornata inizia molto presto con sveglia alle cinque per essere pronti a salpare verso le sei dopo abbondante colazione, ma per un’altra ora...

 

... tutto è avvolto da una nebbia irreale, ma familiare per noi della pianura padana!
Infatti sembra di essere a pesca al Serio, all’Adda o al Ticino in inverno ma con temperature bem più gradevoli.
Il nostro principale obbiettivo di questi tre giorni sono i coloratissimi Tucunarè Fogo - Chicla Mirianae -

 

Pescare Tucunaré non è complicato e nemmeno richiede una attrezzatura particolare. Normalmente io viaggio con una #8 e una #9 possibilmente canne con azione rapida. Le code necessarie sono tre: WF-#-F / WF-#-FI / WF-#-II / .
Se siete amanti della pesca con i grossi poppers: OutBond-Short WF-#-F.
Ovviamente tutte devono essere di tipo Tropical per avere una coda non ammollata dal caldo, che qui è cosa seria.
Il tippet non deve essere inferiore allo 0,50 meglio se di fluorocarbon perchè più resistenti alle abrasioni, ma soprattutto in grado di contenere la furia che i Tucunaré sprigionano....... nei primi 30 secondi vogliono solo infilarsi sotto ogni forma di ostacolo per potersi liberare!!
Durante i tre giorni di vagabondaggio nel fiume e nei suoi laghi io e Zè abbiamo fatto veramente buona pesca!!

 

L’amico Zè.

 

Io.
Abbiamo avuto anche la fortuna di assistere al fenomeno del “cardume”: grossi banchi di Tucunarè che si disputano la tua esca con ferocia inaudita. Parliamo di decine e decine di catture ogni ora, ma mai con pesci superiori ai 4 kg..... I grossi esemplari sono sempre solitari a parte nel periodo della riproduzione.
Qualche cattura....

 
 
 
 
 

Ma quando non hai questa fortuna allora devi proprio cercarteli, battendo per lunghi chilometri e molte ore il fiume, ogni metro, angolo, anfratto o tutto quello che faccia suppore la presenza di una tana. Lanciando centinaia di volte la tua esca fin dentro la foresta quasi dove manca l’acqua, o nel bel mezzo di rami e tronchi sommersi che saranno sicuramente letali in caso di attacco.
Più ti avvicinerai preciso e silenzioso con la tua mosca a grovigli di rami, ostacoli e tronchi semisommersi, maggiore sarà la possibilità di cattura.
Mai e poi mai devi aver paura di rischiare l’esca o la coda stessa (quindi portatene in abbondanza), loro stazionano sempre dove è impossibile arrivare.

 

L’esca come sempre è uno degli argomenti più controversi , ognuno è convinto di avere l’esca infallibile, la più adescante, il colore più accattivante, la forma più rivoluzionaria, l’ultima novità. Ma anche quest’anno io e Ze siamo giunti alla stessa conclusione di sempre:

 

NON ESISTE L’ESCA MIRACOLOSA!!! NON ESISTE PROPRIO!!!
Quelle che non ti tradiscono mai sono i Clouser Minnow ...

 

... le antiche Seaducer rivisitate in chiave personale...

 

... le Lefty-Deceiver e tutta quella serie di streamers fatti con EP Fiber, Buck Tail, Kraft Fur generalmente montati su ami # 02- 03 con colori chiari e contrastanti tipo: bianco e chartreuse, giallo e verde, arancione e bianco, rosso e giallo ecc. ecc.

 

Permettetemi però un sincero ringraziamento a Paolo Pacchiarini che mi ha fornito un’arsenale di mosche, wiggle e wave tails da intimidire chiunque.
Quello che veramene ha fatto la differenza è stata la comodità di poter cambiare rapidamente le tails con tutta la vastissima gamma di colori, le misure più adatte sono state S/M.
I pescatori di Tucunaré hanno un’altra convinzione assoluta: esca grande pesce grande. Ma anche questo non è vero.
L’utilizzo di esche di ragguardevoli dimensioni produce un aumento di peso, molto sforzo nel lancio e quindi poca precisione, e pescando nove ore al giorno con canne rapide si mette a serio rischio il proprio epicondilo.
Io ho i portamosche pieni di esche da 30 cm di qualsiasi forma e colore ma le uso solo in alcune occasioni.
L’unica esca miracolosa è la costanza nel cercarli, mai stancarsi di provare in tutti gli angoli possibili e meglio ancora in quelli impossibili.

 
 

Le barche misurano circa sei metri e sono dotate di due sedie girevoli ed estraibili, un cooler sempre ben fornito di bevande e cibi per qualsiasi evenienza, non vi è limite al consumo di benzina ed il motore a scoppio è di 40 cv, è sempre presente il motore elettrico che serve per quando si pesca.
Ogni barca ha la sua guida, in questo caso tutti ragazzotti baldi, forti e molto esperti dei luoghi di pesca perchè nativi della stessa “aldeia” di Cururuzinho e quindi di etnia Caiabi.

 

La riserva indigena Caiabi ed il Cururu sono come il paradiso terrestre, però bisogna prestare grande attenzione.
É sconsigliata la discesa dalla barca sulle sue bianchissime spiagge per l’alta presenza di jacarè....

 

...inoltre non è praticabile la pesca con piede in acqua nelle sue invitanti, trasparenti e tiepide acque per via delle mantas-raias dagli aculei velenosi e rostri taglienti......Un vero peccato!

 

Con l’aiuto della nostra esperta guida caiabi Manoel, abbiamo fatto anche belle catture di cachorras...(Payara)

 

... colorate jacundà...

 

... e-piranhas che ti divorano decine di mosche...

 

...prima e dopo i piranhas.
Ma questi divoratori di mosche sono gli unici pesci che si possono tenere per cucinare la tradizionale zuppa piccante della sera.
Normalmente si pesca sino alle 12,30 circa, poi si rientra alla pousada per farsi una doccia, prendere un aperitivo con i vari stuzzichini (petiscos), incontrarsi con gli altri pescatori e mentre si scambiano opinioni, suggerimenti, foto ecc. si pranza assieme con carne, pesce, molte verdure, riso e fagioli che non mancano mai, dessert, birre e bibite fresche.
Dopo questo nessun temerario si rimetterebbe nel fiume se non dopo una rigenerante pennichella, ma ogni barca decide la cosa più conveniente a seconda del risultato della pesca del mattino.

Io e Ze partiamo sempre verso le tre, e se la mattinata ha dato buoni risultati sui tucunaré ci piace andare a pesca di trairäo a vista con poppers, cosa che abbiamo fatto per due pomeriggi.
Attenzione ho detto trairäo e non traira, due pesci spesso confusi ma completamenti diversi.
Per me la più bella ed affascinante pesca che possa esistere.
Ma di questo vorrei parlarne in un secondo racconto assieme ai giallissimi Tucunare amarelos del Teles Pires.


 

Arcoiris da Crema



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