CAN - Ritorno al passato: diario di un viaggio “in paradiso”


Canada   Giugno 2009



Testo e foto Emiliano “Steelhead80” Di Cicco



Golfo di Nanaimo all’alba, che si affaccia sul Georgia Strait

Amo definire Vancouver Island…. la mia “seconda casa”! Ci sono stato tre volte, ci ho passato un anno intero della mia vita (…per ora!!! ), girandola in lungo e in largo, lasciandomi alle spalle tanti colleghi, amici, e un mare di esperienze… in pratica un “pezzetto del mio cuore”!
Quella terra ha per me un significato ancora più importante, più profondo, perché è lì che ho cominciato a “posare le prime piume”. Mi ritrovavo spesso a rivedere le foto di quei posti, così selvaggi e incontaminati, provando ogni volta un’intensa nostalgia.
Così finalmente, nel Marzo 2009, mi decido: con la scusa di parlare di future possibilità lavorative presso alcuni colleghi… mi concedo tre settimane di vacanze per il successivo Giugno, e mi preparo a ritornare sull’Isola.
Premetto che Giugno non è proprio il mese migliore per la pesca a Vancouver Island, ma l’idea di poter trovare alcuni fiumi con summer steelhead fresche di risalita mi aveva spinto a pianificare il viaggio per quel periodo. Inoltre avevo voglia di testare i miei eventuali “miglioramenti tecnici” ottenuti nell’ultimo anno e mezzo speso a pescare trote e temoli in Italia, in acque che poco hanno da invidiare quanto a difficoltà tecniche e scaltrezza delle prede.
Detto ciò, sabato 6 Giugno 2009 segna l’inizio di questa nuova avventura: viaggio con KLM, la compagnia per me più affidabile per quella rotta (…e per i bagagli, soprattutto!), anche se bisogna dire che da Giugno 2009 è disponibile un volo diretto Roma-Vancouver con Air Transat, a pezzi concorrenziali. Scalo ad Amsterdam e arrivo a Vancouver, dove tra le varie cose vedo un cartello recante la scritta: “Beautiful British Columbia: welcome to paradise”. Lì per lì penso di essere arrivato nel “paradiso in terra” per noi pescatori! Poi però ci ripenso… e mi chiedo se non sia invece quell’altro tipo di paradiso!
Appurato di essere ancora vivo e vegeto, passo la prima notte a Burnaby, presso i Lang, la mia “prima” famiglia adottiva. Il mattino dopo mi accompagnano al ferry e sbarco finalmente sull’Isola… la mia Isola!
Già l’odore del mare, a Departure Bay, mi riporta indietro al 2007. Poi passo davanti al mio vecchio posto di lavoro, la Pacific Biological Station, nella baia, e poi ancora dove, dopo lavoro, andavo a pescare i pink salmon dalla spiaggia… un turbinio di emozioni mi prende dentro!
Pam (…che sta per “Pamela” ), la mia seconda “mamma adottiva”, viene a prendermi al porto, e dopo avermi accompagnato a fare la “Non-Tidal fishing Licence” (80$ per noi “alien”, più 60$ lo “stamp” per le steelhead) mi porta a casa per farmi sistemare le valigie e pianificare le prossime settimane di pesca.
Per la cronaca, consiglio di servirsi presso Gone Fishin’, bel negozio sito a Nanaimo dove potete fare tutti permessi e trovare un vasto assortimento di materiali e attrezzature, oltre che buoni consigli e informazioni aggiornate. Inoltre dispone di altri due punti vendita, a Port Alberni e a Courtenay.
Lunedi mattina decido di passare al campus della Vancouver Island University (VIU): con la scusa di parlare con amici e colleghi dei prossimi impegni di lavoro, prendo informazioni sulle condizioni di pesca dei fiumi e dalle spiagge. Interpello il mio “guru” di pesca a mosca dalla spiaggia, Frank Dalziel (autore di alcuni libri sull’argomento e coordinatore presso la VIU del progetto di recupero delle searun cutthroat trout) che mi dice che il clima non è stato molto d’aiuto recentemente: dopo un lungo e pesante inverno, si è affacciata subito l’estate, scaldando repentinamente le acque, sia in mare che nei fiumi, rendendo la pesca piuttosto difficile in generale. Basti pensare che la temperatura del mare è passata da 12° a 18° in una sola settimana! Non demoralizzato da queste notizie, passo in un altro ufficio a trovare Frank Fucile, il mio “fishing buddy” nel 2007. Ci accordiamo e decidiamo di passare il pomeriggio sul tratto “FLY FISHING ONLY” del Cowichan River, vicino Cowichan Lake, per tentare qualche bella rainbow trout a secca.
Sono le 17:45 di lunedì 8 Giugno 2009, e mentre percorro i circa 900m del sentiero che porta dal parcheggio a Spring pool, mi pregusto il momento, sognato per quasi due anni: gli odori, i rumori, il bosco… tutto riporta la mente al 2007, quando ancora incosciente e inesperto percorrevo quella stradina per immergere le mie orrende mosche in quelle stupende acque. Ancora pochi passi e mi trovo di fronte Spring pool: una lama enorme, lunga più di 100m, con acqua piuttosto veloce… più veloce di quanto ricordassi.

Cowichan River, Spring Pool

Cowichan River, Spring pool, tail out

Nell’acqua bassa ci sono numerosi avannotti che bollano sulle piccole caddis che zampettano sulla superficie. Fa impressione pensare che, nonostante questa sia la pool più famosa del Cowichan, e il Cowichan uno dei fiumi più famosi di Vancouver Island, siamo soli nella pool! Fossimo in Italia… ci sarebbero almeno 10 persone!
Sono quasi le 18:00, è ancora presto: le schiuse di solito cominciano verso le 20:00, però decidiamo di provare ugualmente, tanto non abbiamo nient’altro da fare!
Divertente il confronto fra le attrezzature: da una parte ci sono io, canna 8ft #2 con finale di 15ft e tippet dello 0,12! Dall’altra Frank, munito di canna 9ft #6 con finale di 9ft e tippet dello 0,20! Come sono solito dire io… è proprio un altro mondo!
Ci immergiamo fino alla vita e cominciamo a lanciare in corrente. Monto delle parachute marroncine di taglia #12: nella mia esperienza del 2007 avevo avuto qualche risultato fuori schiusa con imitazioni di emergenti, sia tricotteri che effimere, quindi la parachute mi pare un buona idea. E in effetti lo è, considerando che alla fine della seconda passata, in mezzo alla corrente principale, sale qualcosa che in meno che non si dica mi “disintegra” il tippet dello 0,12. Ok… forse ci sono andato un po’ troppo leggero. Ritorno al caro 0,14, che comunque qui è considerato un’eresia... non so nemmeno se lo vendono!
Dopo poco, un’altra bollata: stavolta il pesce c’è, e porto a riva una discreta brown trout. In quel momento m’è venuto da pensare che nel 2007 avevo fatto decine di uscite cercando di catturare una brown (ce ne sono di veramente grosse nel Cowichan) senza mai riuscirci. Ora che invece cerco le “acrobatiche” rainbow, perché di brown ne prendo a sufficienza in Italia.. .., è il primo pesce che prendo. Mah, sarà la legge del contrappasso!
Prosegue la serata, in attesa della schiusa, con alcune belle rainbow sui 30-35cm che però tirano come treni (notare la pinna caudale… enorme!), mettendo a dura prova anche il tip dello 0,14.

Cowichan River, discreta rainbow trout… notare la pinna caudale!

Sono quasi le 21:00, comincia la schiusa: ogni giorno non si sa mai se schiuderanno le effimere (considerando il periodo, le Rithrogena Morrisoni) oppure le caddis, che fanno letteralmente impazzire le trote.
Quella sera ci sono toccate le effimere: e così cominciamo a vedere sciami enormi di effimere taglia #12-14 bruno rossicce che volano verso monte. Purtroppo, in questo caso è difficile vedere su cosa bollano precisamente le trote, perché la luminosità è tale da non permettere più una buona visione sull’acqua. Ci si affida all’esperienza, e di nuovo le parachute sul #12 e qualche emergente sul #12-14 fanno il loro lavoro.

Cowichan River, il sottoscritto con una bella rainbow

La serata finisce alle 21:45, quando il buio non permette più di vedere nulla, e soprattutto quando si realizza che ci sono da fare di nuovo 15 minuti di camminata in mezzo al bosco per tornare alla macchina, sperando di non incontrare orsi o puma! Nella mia ultima avventura sono stato altre 4 sere sul Cowichan, ma purtroppo il meteo non ha aiutato: ho pescato con 0,5m (la prima sera, la migliore) fino a 0,3m di livello, quando di solito l’ottimale sarebbe 0,8-0,6m. Questo si è ripercosso sulle schiuse, che iniziavano sempre più tardi, consentendo talvolta solo 20 minuti di pesca effettivi. Inoltre, l’unica serata che sono incappato in una bella schiusa di caddis, mi sono trovato a dividere la pool con una bella e grassoccia lontra di fiume che dal canto suo ha spaventato tutti i pesci... che dire… inconvenienti del vivere “into the wild”!
Contemporaneamente alle uscite sul Cowichan, ho cominciato anche a frequentare le spiagge della East Coast di Vancouver Island, alla ricerca delle searun cutthroat trout.
Per pescare in mare serve un’altra licenza (Tidal Water Licence) che può essere acquistata con validità giornaliera (circa 7$), tre giorni, cinque giorni od un anno (circa 100$), più eventuali “stamp” se si desidera trattenere qualche salmone.
Anche questa volta mi associo ai ragazzi del progetto di conservazione promosso dalla VIU e, dopo aver preparato il mio taccuino su cui annotare tutte le catture e le relative informazioni morfologiche e meteorologiche, ci dirigiamo verso i due spot da “campionare: la spiaggia di Nile creek, a Bowser, oppure la foce dell’Englishman river, a Parksville.

foce dell’Englishman River all’alba

Nile creek beach,The Powerline, al tramonto

Una cosa importante da valutare quando si effettua questo tipo di pesca è il vento, che è bene sia presente, ma in maniera molto lieve (direi non superiore ai 10-15km/h, possibilmente da Sud/Sud-Ovest)… diciamo quel tanto che basta per increspare la superficie dell’acqua, rendendo però ancora possibile il lancio e la localizzazione dei pesci che saltano, indice di attività degli stessi.
Altrettanto importanti sono le maree (la migliore è solitamente quella crescente, con luna nuova) e la presenza di foche (si… avete letto bene, “foche”) in quanto sono un buon indicatore della presenza di baitfish, segnalando dove è più probabile trovare le “cutties” in caccia.
Questa volta, a causa degli sbalzi di temperatura, i pesci si sono dimostrati piuttosto apatici, muovendosi solo all’alba e al tramonto, a prescindere dalle maree. Così, nelle varie sessioni di pesca durante le tre settimane di permanenza sull’Isola, mi sono spesso ritrovato in spiaggia verso le 5:00 ( l’alba era alle 5:15!) per pescare fin quasi alle 9:00, oppure dalle 19:30 fino a buio inoltrato, verso le 22:00.
In queste condizioni (come si suole dire… “blind fishing”), gli “attractor” patterns la fanno da padrona: io infatti ho pescato prevalentemente con una mia imitazione che tante soddisfazioni mi aveva dato nel 2007. Una via di mezzo fra un gamberetto e uno spider, tutto rigorosamente hot pink, montato su amo dell’8, a volte sostituito con un piccolo clouser minnow color steel blue/chartreuse quando notavo piccoli branchi di baitfish in zona.
Si lancia verso il mare aperto, o più spesso trasversalmente alla costa (di solito le cutties sostano molto vicine alla battigia) in attesa di sentire un attacco o vederne saltare qualcuna nelle vicinanze. È un tipo di pesca molto duro,sia fisicamente che psicologicamente, ma piuttosto… “contemplativo”: i vari Pam “marini” sanno cosa intendo! Si sta in acqua, spesso fredda, immersi fino all’inguine, o anche più, con la possibilità di lanciare quasi alla cieca per ore code dal 6 all’8, magari contro vento. Però certe albe o tramonti … non hanno prezzo!

Qualicum beach, Brantview point, alba

In tutti i modi, fortunatamente riesco a prendere 3-5 pesci ogni uscita, di taglia compresa fra i 18 e i 30cm, anche se nel frattempo sono riuscito a intravedere alcuni “odd” pink salmon saltare fra le onde, molto vicino a riva, in caccia di piccoli baitfish. Un po’ in anticipo rispetto al solito, ma la speranza di agganciarne uno era sempre l’ultima a morire! Purtroppo è mancata la cattura da ricordo come nel 2007, ma amici mi hanno raccontato di alcune cutties sui 50-55cm catturate verso la foce del Little Qualicum River in tardo Giugno…. una vera goduria!

Nile creek beach, una searun cutthroat trout

Come accennato all’inizio, uno degli obbiettivi del mio viaggio a Giugno era la possibilità di misurarmi con trote in diversi fiumi, oltre a Cowichan: così decido di spendere la seconda settimana vagando per l’Isola (alla fine del viaggio, dopo 3 settimane, avrò percorso più di 3000 km).
A questo proposito consiglio caldamente di acquistare il “Backroad Mapbook”, una guida completa alle attività outdoor, ricca di informazioni e corredata di mappe dalla precisione sconvolgente… quasi come le carte militari. Ce ne sono per tutte le province, Vancouver Island inclusa. L’anno scorso è anche uscita la versione più prettamente alieutica, “Fishing Mapbook”, che contiene le mappe di tutti i laghi dell’Isola, e una mappa più dettagliata di alcuni fiumi, con indicate le pool più famose.
Ritornando a noi, le mete del mio girovagare sono state:
  • Englishman river: un fiume bellissimo, famoso sia per le searun cutthroat trout sulla foce che per le steelhead in inverno, la cui pesca purtroppo ora è chiusa per tutelare l’ormai ridicolo stock residuo. Teoricamente ci sarebbero dovute essere anche tante rainbow e resident cutthroat trout, ma la realtà è che, al di fuori dei periodi di risalita, il fiume è praticamente vuoto.
    Lo percorro tutto, dalle sorgenti alla foce (è lungo circa 30km), scegliendo le zone più frequentate, ma in tutta la giornata riesco a malapena a tirare fuori una trotella lunga una spanna in un posto impossibile. A parte la contentezza di aver effettuato una cattura in quello spot impegnativo, resta la delusione di non aver visto praticamente un pesce per tutto il giorno.

    Englisgman River

    Englisgman River
  • Quinsam River: è la terza volta che ci pesco. A due passi dal Campbell River, questo fiume presenta una notevole (per l’Isola… si intende) pressione alieutica. Tuttavia supporta una discreta popolazione di cutthroat trout “residenti”, insidiabili con grosse mosche da caccia (Stimulator, Madam X, Chernobyl Ant,etc…) o più efficacemente con piccoli muddler su amo dell’8-10. Sono molto aggressive e combattive, ma spesso di taglia modesta, sui 20-25cm.

    Quinsam River

    Quinsam River, una delle numerose “residential”cutthroat trout
  • Little Qualicum River: come per il Cowichan, sono presenti sia rainbow che brown trout, soprattutto nella parte alta, subito a monte e a valle del parco.
    Dopo essere risalito sopra il parco percorrendo un sentiero che… “non esiste”, trovo il primo ingresso al fiume: al primo lancio subito un pesce, una discreta brown trout è salita sulla mia “onnipresente” parachute. Risalgo un altro pochino e un’altra brownie si lascia fregare dalla mia secchina. Da lì in poi… il deserto dei tartari! Gli accessi alla parte alta del fiume sono veramente pochi e piuttosto difficoltosi, e la conformazione del fiume, con grosse e profonde pools, non favorisce l’azione di pesca.

    Little Qualicum River

    Little Qualicum River

    Mi sposto nella sezione mediana del fiume, subito a monte dell’hatchery. Qui la situazione diventa imbarazzante: riesco a prendere solo delle rainbow non più lunghe di 12-15cm (forse… delle baby steelhead!).

    Little Qualicum River, piccolo plecotterino (Isoperla spp.?) che schiudeva copiosamente nelle serate di giugno

    A un certo punto mi accorgo che una discreta cutthroat trout (non più lunga di 25cm) parte all’attacco di una delle mie mini-rainbow allamate, mancandola solo grazie alla manovra del sottoscritto. Da lì realizzo che forse servirebbe un bello streamerone per catturare qualcosa di decente, ma avendoli scordati a casa (… troppo pessimista?), decido di cambiare nuovamente zona. Arrivo sulla porzione più bassa, dove nel 2007 ho catturato un numero spropositato di salmoni chinook e chum. Qui la situazione si dimostra identica alla porzione mediana e con il tramonto me ne ritorno mesto a casa.
    Nei giorni successivi, parlando con il mio maestro Courtney, realizzo che in molti di questi fiumi la pescosità risente tanto delle risalite di pesci dal mare, siano trote, steelhead o salmoni, mentre per il tempo restante rappresentano delle nursery per i futuri salmoni e steelhead.

  • Elk River: ciò che ho appena scritto sopra, trova conferma in questo fiume: posizionato a metà strada fra Campbell River e Gold River, presenta il tipico aspetto di fiume “stagionale”: fondo ciottoloso molto pulito, acqua trasparente “da bere”, e sponde libere da alberi e vegetazione varia. In mezzo a questa valle desolata scorre un fiumiciattolo praticamente sterile che, per poche settimane all’anno (diciamo … verso metà Giugno), si riempie di rainbow trout che dal lago sottostante risalgono il torrente per deporre le uova. Ci si trova così da un giorno all’altro con un fiume pieno di trote, tutte sui 30-40cm, che come piccole steelhead lottano con le forti correnti per compiere il loro dovere biologico.
    Detto ciò, passiamo agli aspetti alieutici: sebbene pescare a secca per me venga prima di tutto, e in queste condizioni può far gola usare delle imitazioni di stonefly in foam su amo del 4 (mi hanno raccontato che funzionano abbastanza bene!)… questo è il regno della ninfa! E infatti mi armo con la mia 10ft #3-4, ninfe pesanti su amo del 12-14 e pescando corto “a vista”, faccio la pescata del mese: quasi 40 trote in un pomeriggio, come a voler compensare le “imbiancate” dei giorni precedenti! Una vera goduria queste mini-steelhead che scartavano nell’acqua bassa per prendere le ninfe in corrente!

    Elk River

    Elk River – “mini-steelhead” risalita dal lago e pronta a riprodursi
Parlando di steelhead, veniamo all’obbiettivo principale del mio viaggio: le mitiche summer steelhead. Dico “mitiche” perché sono il sogno di ogni pescatore a mosca. Le winter steelhead sono generalmente un po’ più grosse come taglia, ma pescarle a mosca può diventare una questione problematica (seppur ancora possibile) a causa degli alti livelli dei fiumi e della loro scarsa vena ad attaccare le mosche. In estate invece la situazione è totalmente opposta, e sebbene siano tendenzialmente un po’ più piccole e meno numerose, riuscire ad averne una in canna è come attaccare un motorino dall’altra parte della lenza! ..spettacolo puro!
Nel 2007 mi ero un po’ informato sulle varie summer runs dell’Isola e questa volta, con la scusa di pescare sull’Elk River, allungo un pochino e mi indirizzo verso il Gold River e il suo affluente principale, l’Heber River, i due fiumi da summer steelhead “per eccellenza”. Devo essere onesto.
Nelle precedenti occasioni non ero mai riuscito a prendere una steelhead in questi fiumi, sia in inverno che in estate, e anche questa volta si sono confermati molto ostici. Tuttavia per me hanno un fascino che pochi altri posti al mondo hanno: sarà il colore dell’acqua, verde-oro limpidissimo, sarà la loro conformazione, perfetta per le steelhead, o la forza del loro flusso, (il Gold River è una meta rinomata per chi fa rafting). Comunque sta di fatto che anche questa volta, tralasciando alcune trotelle che incredibilmente attaccavano il mio streamer in marabou su amo del 6, le steelhead si sono fatte attendere.
Gli sbalzi climatici hanno fatto ritardare le risalite e in effetti, se si eccettuano alcuni pesci visti “rollare” all’inizio dell’Helicopter Run, i due fiumi sono apparsi piuttosto poveri di prede.

Gold River, Helicopter run

Gold River – Garbage pool

Heber River

Heber River

Questa esperienza mi ha fatto però capire quanto sia difficile una corretta azione di pesca in tali situazioni utilizzando canne “single hand”. La distanza da raggiungere con esche voluminose e la necessità di effettuare lanci con ancoraggio per mancanza di “casting room” nel lancio all’indietro, impongono in maniera quasi imprescindibile l’utilizzo di canne “double hand”.
L’occasione per rispolverare un po’ di Spey casting è venuta con la giornata trascorsa con il mio amico Courtney Ogilvie , il mio “maestro”, nonché rinomata guida di pesca, proprietario del simpatico negozio “Nile Creek Fly Shop” sito a Bowser e, a detta di molti (riviste specializzate incluse), considerato il miglior “spey-caster” di tutta Vancouver Island.
E’ il lunedi della mia ultima settimana sull’Isola: appuntamento a casa di Courtney alle 6:00, a Qualicum Beach. Visto che le mie chances di “attaccare” una steelhead stavano svanendo giorno dopo giorno, mi affido alla sua esperienza e alle informazioni che aveva ricevuto la sera prima.
Infatti al nostro incontro mi propone tre possibili itinerari per la giornata:

1 - Nahmint River: bellissimo fiume, dalle acque cristalline color turchese (tipo “Sardegna”… per intenderci!). Mi ci portò anche nel 2007, in Novembre, e mi ricordo ancora che nella pool sottostante il parcheggio nuotavano “tranquillamente” almeno 10 steelhead di non meno di 10 lbs… spettacolo! Stavolta però è inizio stagione, e le possibilità di trovare le steelhead in fiume vengono stimate in circa il 50%.

2 - Toquart River: lì non ci sono mai stato, però anche in questo caso le possibilità si aggirano attorno al 50%.

3 - Stamp River: in questo fiume le summer steelhead risalgono un po’ prima, e la notizia appresa proprio la sera prima di due catture avvenute alla confluenza dell’Ash River con lo Stamp, confermavano queste ipotesi. Tuttavia, per pescare efficacemente la parte più alta del fiume era obbligatorio un natante, almeno per ridiscendere fino a Money’s pool. E siccome Courtney non era venuto per farmi da guida bensì per pescare, il natante consisteva in una “simpatica” kickboat monoposto, con annessi remi!

A questo punto la scelta sarebbe sembrata scontata, ma vi assicuro che l’idea di affrontare 3 o 4 poderose rapide con una specie di “grossa camera d’aria” non mi allettava per niente. Infatti ho ancora in mente l’uscita fatta con un mio amico nel Luglio 2007, nello stesso pezzo di fiume: fu una giornata bellissima, culminata con la cattura della mia prima steelhead a mosca, ma ancora ringrazio il Signore di averci fatto usare un gommone biposto da rafting e avermi fatto sopravvivere a quell’avventura…. pauroso!
Detto ciò, mi faccio coraggio (in fondo… quale modo più sublime di passare a miglior vita! ), e dopo aver minacciato Courtney che nel caso mi fosse successo qualcosa mia madre e la mia ragazza sarebbero venute a cercarlo per saldare i conti… mi sorride sornione, mi lancia un giubbotto di salvataggio e ci avviamo verso l’alto Stamp! D’altronde, ogni volta che esco con lui… rischio la pelle, nel senso letterale del termine!
Arrivati sotto la diga che dà origine al fiume, do uno sguardo al livello delle acque e mi tranquillizzo un po’: infatti il fiume presentava un livello e una portata minori rispetto al 2007, tuttavia ancora sufficienti per una buona pescata.

Il sottoscritto e Courtney Ogilvie, sulle sponde dell’alto Stamp River

Scarichiamo le kickboats, le gonfiamo e montiamo le canne. Memore delle mie esperienze passate, Courtney mi porge la mia “Spey rod”, la canna con la quale avevo fatto le lezioni di lancio nel 2007: una 12’6”ft per coda 6/7/8, montata con una Skagit di 27ft e tip affondante grado IV di 15ft.
Considerando la limpidezza dell’acqua in questo periodo dell’anno, decido di montare un finale di circa 5-6ft dello 0,28 in fluorocarbon, sperando che basti a contenere le sfuriate delle steelies!
Sono le 10:00, e dopo alcuni di minuti di “riscaldamento” con la mia attrezzatura e una passeggiata di prova con la kickboat, prendiamo il corso principale del fiume e cominciamo a scendere verso valle.
Al primo lancio, ancora in corrente, una bella rainbow sale su a “bollare” al volo il mio streamer viola-nero… indicando che i pesci sono in attività.

Stamp River: il sottoscritto e una “golosa” rainbow trout

E infatti alla prima pool ne abbiamo subito conferma. La pool, enorme, è larga circa 70m e composta da un grosso scalino che la percorre in larghezza, dove solitamente si appostano le steelhead.
Decidiamo di separarci per non ostacolarsi, io a destra e Courtney a sinistra. Effettuo il mio primo lancio a tagliare la corrente, e nel frattempo dall’altra parte sento Courtney imprecare perché ha visto una steelhead “rollare” in mezzo alla pool. Non faccio in tempo a fargli un sorriso di approvazione che sulla mia coda percepisco due “botte”, potenti e profonde! Ferro, il pesce resta in canna per un secondo, poi si slama… e in quel momento vi assicuro che sono caduti dal cielo tutti i santi del calendario!
Rilancio, più per scrupolo che per la reale convinzione che possa abboccare di nuovo, e arriva un’altra botta a stoppare lo swing della mia coda: sarà stata l’adrenalina del pesce appena perso, ma questa volta ferro in anticipo, e manco anche questo pesce! E di nuovo santi che cadevano dal cielo… se ce ne fosse ancora rimasto qualcuno dalla volta prima!
Continuiamo la nostra discesa, con Courtney che ogni tanto intravede qualche sagoma di steelhead risalire insieme ai sockeye che andavano a deporre nel lago soprastante, e qualche trota “affamata” che attacca i nostri streamer “over-size” e ci tiene concentrati nell’attesa del “big one”.
Arriviamo al primo lago, con l’hatchery che vi si staglia di fronte: è mezzogiorno passato, e con la scusa di farci trasportare dalla corrente verso l’uscita del lago, ne approfittiamo per pranzare e discutere il proseguo della discesa.

Stamp River, sosta ristoratrice durante la traversata del lago di fronte alla hatchery

Infatti, arrivati all’uscita del lago, Courney mi dice: “Emy… welcome to steelhead’s heaven!”. Nulla fu più vero: alla pool successiva ci dividiamo nuovamente: io vado a destra, dove teoricamente (e sottolineo “teoricamente”) doveva essere più facile attraccare il kickboat e restare in pesca, mentre invece Courtney va a sinistra, e pesca discendendo delle piccole rapide. Non aveva ancora finito lo swing che una steelhead attacca la sua mosca e parte verso valle, rifugiandosi sotto un tronco e rompendo il finale dopo 15 secondi di lotta. Questa volta… i santi che cadevano dal cielo … erano canadesi!
Anche lui prova a rilanciare nello stesso punto e dopo un paio di lanci, mentre era distratto nel guardarmi e correggermi nei movimenti, percepisce quella che a sua detta è stata la botta più grossa data da una steelhead alla sua mosca negli ultimi 15anni!
Entrambi amareggiati, continuiamo la nostra discesa: potrà sembrare eccessivo, ma una giornata senza una steelhead è una giornata normale qui a Vancouver Island. Quando se ne prende una, è un’ottima giornata! Per non parlare poi di quando se ne prendono di più in un giorno … le classiche giornate da leggenda! Quindi, perdere quattro pesci in un giorno… stava diventando piuttosto “frustrante”. Anche se proprio questo, cioè la perseveranza… è l’essenza di ogni “steelheader”!
Attraversiamo un paio di rapide impegnative e peschiamo alcune pool promettenti, ma solo qualche piccola trotella si mostra collaborativa. Arriviamo quindi a un punto dove il fiume si divide in due rami: ricordo che nel 2007 scesi con il gommone dal ramo di destra. Questa volta invece Courtney dice di avviarmi verso il ramo di sinistra e di cominciare a pescare all’inizio della biforcazione, mentre lui avrebbe cercato di “fregare” qualche bella trota durante la deriva.
Così faccio: lascio la kickboat sui ciottoli della sponda e, visto che il cielo si era finalmente aperto, e il sole splendeva sopra le nostre teste, decido di passare a una mosca più appariscente, una tube fly colore hot pink, costruita su tubicino di piombo, per meglio favorirne la discesa in profondità.
Lancio in direzione di una run dove noto alcune sagome scure che contrastano con il fondo bianco, probabilmente qualche sockeye in risalita. Al secondo lancio però sento di nuovo le due caratteristiche botte potenti, ferro, e finalmente…. “fish on”! Courtney mi raggiunge e con una rapidità inaspettata tira fuori la fotocamera e mi fa un servizio fotografico completo! Nel frattempo io lotto con la mia tanto agognata preda e dopo circa 15 minuti riesco ad averne la meglio!

Stamp River, alle prese con la mia steelie

È una piccola summer steelhead, stimata sulle 5 lbs. Finalmente sono riuscito a portare a termine la mia “missione”! Certo…. Mi aspettavo qualcosa di un po’ più… “pesante”, ma si sa… si può scegliere la preda, ma non la sua taglia! E comunque, ripensando al discorso appena fatto sopra… una giornata normale era diventata un’ottima giornata!

Stamp River, summer steelhead stimata 5lbs

Rincuorati dalla cattura, continuiamo la discesa: peschiamo un altro paio di pools, anche quella dove catturai la mia prima steelhead nel 2007, ma niente. Comunque non ci scoraggiamo: alla fine della nostra “navigazione” ci aspettavano la confluenza dell’Ash River con lo Stamp, e immediatamente a seguire Money’s run e Money’s pool, due punti moooooolto promettenti! Tuttavia ci dobbiamo arrendere all’evidenza: ci sono infatti cinque o sei tende lungo le due pool, con annessi 15-20 bagnanti a mollo nelle acque del fiume.

Stamp River, campeggio “inaspettato” alla confluenza fra Ash e Stamp

Ci portiamo sulla sponda opposta, quella meno produttiva, e infatti non prendiamo nulla. Si arriva quindi alla fine di Money’s pool, dove portiamo all’asciutto le nostre kickboats e terminiamo la nostra uscita.

Stamp River, Money’s pool

e fine giornata … si tirano i remi in barca!

E’ stata una giornata dura, anche fisicamente… ma bellissima, intensa, ricca di emozioni forti. Grazie Courtney!
Ritornerò sullo Stamp nella mia ultima uscita, il venerdì precedente la ripartenza, questa volta “a piedi”… non si sa mai!
L’idea era quella di provare la parte più bassa alla ricerca dei sockeye nelle prime ore del giorno (vista la forte marea che era cresciuta fino alle 4:00 di mattina), per poi spostarsi nella sezione alta per tentare di nuovo qualche summer steelhead.
Purtroppo la giornata comincia male: arrivo all’alba sul fiume, alle 4:55, all’altezza del Paper Mill (che segna il confine fra freshwater e tidal water), convinto di trovare nella pool tanti pesci freschissimi di mare, pronti a risalire il fiume.

The Paper Mill, sullo Stamp

E in effetti sarebbe stato così, se non fosse per le barche di indiani nativi che con le reti li stavano catturando tutti! Piuttosto sconsolato, mi accingo a pescare ugualmente sulla run sottostante la pool, allamando solo un paio di trotelle in corrente…ho ancora adesso l’amaro in bocca.
Il resto della giornata la passo tra la pool a monte della confluenza con l’Ash e Money’s pool: purtroppo l’acqua è calata vistosamente nel corso della settimana, e nonostante l’orda di campeggiatori non ci fosse più, non si sono visti nemmeno i sockeye risalire. Figuriamoci le steelhead! Solo le solite trotelle “suicide” che attaccavano con furia inaudita i miei enormi Popsicle in marabou.
Ho saputo successivamente che quella situazione è perdurata per tutto Luglio: la completa assenza di precipitazioni (piuttosto inusuale) ha fatto abbassare notevolmente il livello dei fiumi, rallentando le risalite delle summer run in tutta la West Coast dell’Isola. Resta il fatto che probabilmente il periodo migliore per tentare le summer steelhead rimane il mese di Luglio, consentendo di provare numerosi altri fiumi della West Coast come il Marble, il Mahatta, lo Zeballos, oltre a tutti quelli fin qui menzionati.
Per me invece era ora di ritornare a casa. Ho già nostalgia… ma ritornerò presto nella “mia” Isola… e spero molto presto!

Nile creek beach, tramonto


INFORMAZIONI UTILI
Trasporti

Aereo: Klm (www.klm.com), Air Transat (www.airtransat.it)
Traghetto: BC Ferries (www.bcferries.com)
Auto: Rent-a wreck (www.rent-a wrek.com)

Pernottamenti

Gold River: Ridgeview Motor Inn (www.ridgeview-inn.com)
Duncan: Cowichan River Wilderness Lodge (www.cowichanriverwildernesslodge.com)
Port Alberni: Murphy Sportfishing (www.murphysportfishing.com)
Campbell River: Campbell River Lodge (www.campbellriverlodge.com)

Licenze

Fresh water: www.env.gov.bc.ca/fw/fish
Tidal water: www.sportfishing.bc.ca/licences.htm

Regolamenti

Fresh water: http://www.env.gov.bc.ca/
Tidal water: www.sportfishing.bc.ca/

Livelli fiumi

scitech.pyr.ec.gc.ca/

Maree

tides-marees.gc.ca/

Meteo

www.theweathernetwork.com/

Guide

Courtney Ogilvie outfitting (www.ogilvieoutfitting.com)
Muhphy Sportfishing (www.murphysportfishing.com)

Attrezzatura

Bowser: Nile creek Fly shop (www.nilecreekflyshop.com)
Nanaimo, Port Alberni, Courtenay: Gone Fishin’ (www.gonefishinshop.com)

Mappe

Backraod mapbook: www.backroadmapbooks.com/


Emiliano Di Cicco


© PIPAM.org

Questo sito utilizza cookie

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente ne accetta l'utilizzo. Per saperne di piu'

Approvo
Sul Sito che stai visitando utilizziamo dei "cookie": delle tecnologie utili a migliorare la tua navigazione.
Con la presente Policy vogliamo farti comprendere le caratteristiche e finalità dei cookie e le modalità con cui eventualmente disabilitarli.
Nella nostra qualità di Titolari del trattamento dei dati personali potremo modificare questa Policy in qualsiasi momento: ogni modifica avrà effetto dalla data di pubblicazione sul Sito.
A. Cosa sono i cookie?
I cookie sono file di testo che i siti visitati dall'utente inviano al suo terminale (solitamente al browser) dove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla successiva visita del medesimo utente.
Il loro funzionamento è totalmente dipendente dal browser di navigazione che l'utente utilizza e possono essere abilitati o meno dall'utente stesso.
I cookie che utilizziamo nel presente Sito sono utilizzati per far funzionare più efficientemente la tua navigazione e migliorare la tua esperienza on line.
B. Quali cookie sono utilizzati in questo Sito?
All'interno del nostro Sito utilizziamo due tipi distinti di cookie: tecnici e di profilazione.
1. Cookie tecnici: i cookie tecnici sono quelli necessari al funzionamento del Sito ed all'erogazione dei servizi in esso proposti. Posso essere suddivisi in cookie di navigazione o di sessione che garantiscono la normale navigazione e fruizione del Sito; in cookie analytics mirati a raccogliere informazioni, ai fini statistici ed in forma aggregata, sul numero degli utenti e su come gli stessi visitano il sito; cookie di personalizzazione che permettono all'utente, migliorandone il servizio, la navigazione in funzione di una serie di criteri selezionabili (es. lingua prescelta, prodotto selezionato)
2. Cookie di profilazione: i cookie di profilazione sono quelli installati allo scopo di creare un profilo per l'utente che naviga sul Sito, monitorando il suo comportamento durante la navigazione, e per inviare messaggi pubblicitari mirati finalizzata ad attività di direct marketing e/o a scopo commerciale.
C. Cookie di Terze Parti: nel corso della navigazione sul Sito l'utente potrà ricevere, sul suo terminale, anche cookie di siti o di web server diversi (c.d. cookie di "Terze Parti"). Le Terze Parti (es. inserzionisti pubblicitari) potranno utilizzare i loro cookie per ottenere informazioni sulle azioni che compi nel Sito ed inviarti successivamente della pubblicità corrispondente ai tuoi gusti. Il Titolare non ha conoscenza di tutti cookie delle Terze Parti ma solo di quelli al punto D.1: per disabilitare i restanti dovrai far riferimento ai siti internet delle Terze Parti stesse.
D. Come posso disabilitare i cookie?
1. Per ottenere un'esperienza ottimale di navigazione ti consigliamo di mantenere attivo l'uso di cookies: senza di essi senza alcune funzionalità del sito potrebbero essere inibite. Puoi dare o negare il consenso ai cookie, propri e di terze parti, utilizzati da questo Sito in ogni cliccando qui.
2. Se non desideri ricevere e memorizzare cookie sul proprio dispositivo potrai inoltre modificare le impostazioni di sicurezza del tuo browser accedendo ai link di seguito indicati e seguendo le informazioni ivi contenute:
Microsoft Internet Explorer https://support.microsoft.com/en-us/kb/278835/it
Google Chrome https://support.google.com/accounts/answer/32050?hl=it
Mozilla Firefoxhttps://support.mozilla.org/it/kb/Eliminare%20i%20cookie
Safari https://support.apple.com/it-it/HT201265
Opera https://help.opera.com/Windows/12.10/it/cookies.html
Nel caso di utilizzo di dispositivi diversi (computer, smartphone, tablet, ecc.) assicurati di organizzare ogni browser di ogni dispositivo alle tue preferenze in fatto di cookie.
Lista dei cookie utilizzati da terze parti:
- Google: https://www.google.com/intl/it_ALL/analytics/learn/privacy.html