OFS - Streamer da trota grande, piccolo, piombato o leggero
Delle domande che mi pongo ogni volta che vado a pescare a streamer le trote sono: “Meglio montare uno streamer da trota grande, piccolo, eeeehh… meglio piombato o senza piombo?”
La risposta a questi quesiti, che sono solito farmi prima di attaccare alla lenza lo streamer e di lanciarlo in acqua, ovviamente me la dà il tratto di fiume in cui mi accingo a pescare e la specie di trota che mi aspetto di catturare.
A seconda che il tratto sia frequentato maggiormente da trote fario, iridee, o marmorate decido quale streamer attaccare.
Se c’è la presenza di marmorate si potrebbe optare per uno streamer di generose dimensioni (dai 10cm di lunghezza fino ad arrivare ai 20cm).
Anche se capita non di raro di catturare trote marmorate (anche sopra ai 50cm) con imitazioni tipo wooly bugger di appena 4-5cm, oppure con imitazioni di scazzoni (7-8 cm), facendoli “lavorare” radenti al fondo.
La dimensione dello streamer comunque è una discriminante importante, soprattutto per “cacciare” le trote marmorate, le quali per la loro indole predatoria, cedono alla tentazione di un grosso boccone ben presentato.
Tutte e tre le specie di trota (Fario, Iridea, Marmorata) che sono presenti nelle acque che frequento, sono “deboli” di fronte ad uno streamer ben presentato.
Con quelli di piccole e medie dimensioni (diciamo sotto ai 10cm) non si fanno problemi ad attaccarlo sia che si tratti di una imitazione di pesce foraggio (ad esempio un avanotto di cavedano o trota, o di uno scazzone) o che si tratti di una imitazione di sanguisuga o grossa ninfa (il famoso wooly bugger a mio avviso viene scambiato proprio per qualcosa del genere).
Il tipo di recupero (veloce o lento) che vorremo imprimere, oltre al tratto di fiume che affronteremo, ci faranno scegliere una coda galleggiante o punta affondante che fanno muovere le nostre esche in maniera differente.
Solitamente, con streamer di grandi dimensioni e senza piombo, si opterà per una coda affondante in modo da far passare la nostra mosca alla profondità desiderata a seconda della velocità della corrente dell’acqua e del recupero della coda di topo.
Con la coda galleggiante invece, è preferibile utilizzare esche piombate, in modo che per esempio se sono pesantemente piombate, si riesca a controllarne la deriva facendole saltellare nei pressi del fondo (con la coda affondante questa operazione è quasi impossibile).
Le varianti di quali esche utilizzare e quali code sia meglio impiegare sono molteplici, e a seconda delle situazioni possono variare.
Quindi non ci resta, di volta in volta, che provare...provare...provare... e riprovare...