Il ramo perfetto

2011 di Davide Mascherin (Maska)


IL RAMO PERFETTO

Testo e foto di Davide “Maska” Mascherin

Nel 2010, e proprio grazie a Pipam, ho scoperto la Tenkara. Notando qualche accenno nella solita visita quotidiana al sito, avevo dato poca attenzione all’argomento. Tendenzialmente sono una persona che ha sempre necessità di nuovi stimoli e di conoscere nuove realtà nell’ambito della pesca a mosca e questo argomento aveva alimentato la mia sete di sapere. Ad oggi mi sono documentato attraverso tutte le fonti disponibili sul web e sono giunto al punto di non riuscire più a scoprire ulteriori informazioni. Ho anche tentato con i siti in giapponese, dove ho trovato qualche spunto interessante, ma la consultazione è alquanto difficoltosa.
Ho fatto alcune uscite a partire da Luglio 2010 rimanendo sorpreso dall’efficacia, dalla naturalezza e dalla semplicità di tale tecnica. Ho iniziato con una Iwana 12’ 6:4 ed ora ho integrato l’attrezzatura con una AYU 13’ 5:5 e una AMAGO 13,6’ 6:4.
Completato l’arsenale, sono rimasto incuriosito dagli strani guadini utilizzati dai maestri giapponesi, punti di riferimento per la Tenkara (Dr. Ishigaki e il maestro Sakakibara).
Attraverso una ricerca nel forum di Tenkara Usa ho scovato un thread con le istruzioni per realizzare il Tenkara net e ho avuto immediatamente l’impulso di testare la mia manualità nella costruzione di questo attrezzo.
Nelle passeggiate con il mio pastore tedesco ho iniziato a guardarmi attorno studiando la struttura degli alberi che mi circondavano e ricercando in essi le similitudini e le caratteristiche che potevano consentirmi di ottenere le strane curvature

La fedele compagna Margò

Il primo tentativo è ricaduto sul salice, albero dal legno molto elastico e leggero

Ramo di salice

La posizione dei rami non rispecchia però la disposizione ottimale alla realizzazione di un guadino, dato che dal ramo principale i secondari sono alternati in modo disassato. La forma ottimale infatti è costituita da un ramo principale (diametro di circa 2,5 cm) dal quale partono due rami (diametro 1-1,2 cm) leggermente inclinati verso il basso grazie alla forza di gravità.
Tagliato il ramo principale in corrispondenza della diramazione si ottiene già una bozza di guadino

Posizione del taglio

In questo caso la curvatura per ottenere un cerchio del diametro di circa 25 cm è facilitata appunto dall’elasticità della fibratura.
E’ preferibile procedere con l’eliminazione della corteccia con un semplice coltellino e una prima carteggiatura con grana 220 prima della piegatura, in quanto tale operazione eseguita sull’elemento curvato necessita di maggior tempo ed attenzione. Per ottenere una forma più regolare ho riciclato uno specchio da tavolo in legno e, praticando alcuni fori sul perimetro, l’ho utilizzato come sagoma fissando i rami in modo progressivo con reggette da elettricista

Sagoma per piegatura

Le reggette consentono di regolare gradualmente, giorno dopo giorno, mediante scalini progressivi la tensione dei rami non forzando eccessivamente sulla curvatura al fine di evitare possibili rotture.
Lasciamo alcuni giorni in sagoma il tutto e, qualora l’inclinazione tra ramo principale e secondari non sia sufficiente, mettiamo in tensione, mediante un cordino, il cerchio formatosi fissandoci sulla testa del manico un foro di diametro 3 mm e utilizzando come fermo un pezzo di stuzzicadenti da spiedini (quelli più grossi per interderci)

Modifica inclinazione

Ottenuta la curvatura desiderata ci aspetta la fase più delicata che può vanificare il lavoro finora svolto.
Mettiamo due reggette per tenere perfettamente allineati i due rami lasciando però lo spazio utile ad effettuare il taglio

Schema impostazione taglio

E’ necessario infatti tagliare, come da schema, i rami “a fetta di salame” con un’inclinazione tale da creare maggior superficie di contatto possibile, circa 75°. Eliminati i residui del taglio, otterremo così due estremità che combaciano perfettamente

Inclinazione del taglio

Fori antitorsione

Mettendo quindi in posizione di unione le estremità pratichiamo due fori di diametro 2 mm allineati e inseriamo due stuzzicadenti (questa volta quelli normali). Questa operazione oltre a tener ben unito il tutto permette ai due rami di non effettuare torsioni, aspetto fondamentale per un efficace e regolare incollaggio.
Può accadere, in relazione al tipo di legno utilizzato, che in corrispondenza dei fori si formi una crepa. Se ciò accade è necessario procedere al momento dell’incollaggio ad una legatura di sicurezza (io ho usato il dynema). La colla utilizzata è acetovinilica, in ambiente con temperatura standard (18°C) in 3 minuti catalizza.

Legatura di sicurezza

Giunzione ultimata

Ora gran parte del lavoro è fatto. Procediamo con una ulteriore carteggiatura per eliminare piccole imperfezioni e preparare quindi la superficie per la successiva fase di verniciatura.
La vernice impiegata è una comune vernice da esterni trasparente applicabile a pennello o a spruzzo.
Per poter applicare su tutta la superficie la finitura possiamo utilizzare il foro precedentemente fatto sulla testa del manico e utilizziamo come base una tavola sulla quale faremo un foro dello stesso diametro. Ciò che farà stare in verticale il tutto sarà il nostro amato stuzzicadenti.

Fissaggio per verniciatura

E’ possibile poi realizzare incisioni o decorazioni particolari. Io ho utilizzato il dremmel con una punta da incisione riportando sul manico il simbolo della Tenkara.
Veniamo all’elemento che da un senso alla funzione del guadino: la rete.
C’è la possibilità di acquistare dal sito Tenkara Usa la rete originale (42 $) ma nell’ottica di una guadino completamente handmade non potevo cedere alla tentazione. Ho trovato quindi due tipi di rete e ho creato una sorta di tubolare con altezza 20-22 cm e con una base diametro 24 cm. Ho realizzato un risvolto all’interno del quale ho fatto passare un cordino (simile a quello usato dai muratori) di colore bianco. La rete è stata quindi fissata attraverso il sistema originale usando il medesimo cordino e utilizzando quello passato nel risvolto come struttura portante.
Per concludere l’aspetto più complicato nella costruzione è la ricerca del legno adatto ma soprattutto del ramo perfetto!


Tenkara net in salice



Tenkara net in legno di pruno

NOTA
Nel caso di legni particolarmente duri (legno di pruno) dovrete mettere dell’ acqua bollente in un pentolino e con molta pazienza lasciate sotto vapore per circa 30 secondi l’elemento da curvare, forzando poi la curvatura e ripetendo più volte tale operazione.
In alternativa o aggiunta, procedere per immersione in acqua bollente (nella vasca da bagno!). In questa operazione la fretta per ottenere la posizione desiderata significa gran parte delle volte rompere il ramo.



Davide Mascherin (MASKA)


© PIPAM.org

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